E’ MEGLIO CROZZA: IL FINTO RENZI ACCHIAPPA LA FIDUCIA A QUOTA 169, MA PERDE ROTTAMI PER STRADA
RACCOGLIE SOLO DISSENSI E SILENZI: LA SPOCCHIA NON PAGA E FINISCE A SOLO + 8 DAL BURRONE
Letta aveva ottenuto la fiducia a quota 173, Renzi era dato oltre quota 175, ma alla fine si ferma a 169, solo otto voti in più della maggioranza richiesta.
A favore hanno votato Pd, Ncd, Scelta civica, Per l’Italia e gruppo Per le autonomie-Psi-Maie. Contrari Movimento 5 Stelle, Forza Italia, Lega, Sel e Gal.
Superato lo scoglio di Palazzo Madama, il governo Renzi si presenta domattina, a partire dalle 10, alla Camera.
Dopo il suo intervento, numerosi i commenti.
«Poche soluzioni e pasticciate, solo petardi», dice per Forza Italia il coordinatore Giovanni Toti, mentre riservatamente il leader Silvio Berlusconi spiega di essere deluso per la mancanza di standing e per il discorso di basso profilo di Renzi.
Ben più aggressivi i grillini, che accusano il premier di essere venuto al Senato a fare solo un’arrogante campagna elettorale.
Il Pd vota a favore, non senza agitazione. «Un comizio senza contenuti, voto per disciplina di partito», affonda il senatore bersaniano Gotor.
L’ex premier Enrico Letta domani sarà in Aula per la fiducia, mentre i suoi lanciano l’hashtag #matteostaisereno.
Ma a capo dell’opposizione interna c’è soprattuto Pippo Civati che, obtorto collo, vota sì puntando però a costruire un’altra sinistra.
Non meno duro il giudizio di Sel, che con Nichi Vendola parla di «un discorso di strada, fatto solo di titoli».
Annunciano il sì Ncd («Non potevamo chiedere di più», è il semaforo verde di Angelino Alfano), Scelta Civica, Udc, mentre i Popolari per l’Italia, ancora furibondi per l’esclusione di Mario Mauro dal governo, tentennano.
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