E VISSERO TUTTI PIALLATI E SCONTENTI: L’INTERESSE VERSO LA MEDICINA ESTETICA VA DI PARI PASSO CON IL “BEAUTY BURNOUT”, OVVERO L’OSSESSIONE DI ESSERE BELLI A OGNI COSTO
L’ECCESSIVA PRESSIONE CREATA SUI SOCIAL, DOVE OGNI GIORNO VENGONO SBATTUTI IN FACCIA A MILIONI DI PERSONE CORPI PERFETTI E FACCE SENZA RUGHE, CREA UNA SORTA DI STRESS ESISTENZIALE CHE DEGENERA NELL’OSSESSIONE DI ESSERE SEMPRE PIALLATI
Cresce l’interesse intorno all’argomento ‘medicina estetica’, ma anche il ruolo centrale dei social media nella comunicazione di questo settore. Lo dimostrano i dati di un’indagine Telpress che ha monitorato il web ed i social nel periodo tra il 1 gennaio e il 30 aprile 2025: 7.887 le mentions (ovvero il totale delle rilevazioni come articoli, post e commenti, pubblicati sui siti online, sui blog e sui profili social) che hanno generato 23 milioni di impressions (ovvero il numero totale di volte in cui un post, un articolo o un video, viene visualizzato dagli utenti) e 458.000 interazioni.
Tanti gli argomenti toccati e ad emergere, tra post e rilevazioni, è il fenomeno del ‘beauty burnout’, ovvero l’impegno eccessivo nel mantenere standard estetici elevati e percepiti come obbligatori che nasce dalla crescente pressione sociale.
I dati sono presentati in occasione del 46/mo Congresso della Società italiana di Medicina estetica (Sime). I social più interessati alle conversazioni a tema medicina estetica e che hanno raggiunto un pubblico maggiore sono risultati YouTube (3.760 post), siti web di settore (2.940 post), Instagram (755 post), Facebook (340 post), X (14 post), TikTok (76 post), Reddit (2 post).
Il tono di questi post è improntato ad un sentiment negativo (11,2% dei casi), neutro (22,8%) o positivo (66%). Le tematiche dei post con sentiment negativo sono relative ai medici che praticano trattamenti illegali, ma anche a sorpresa all’intelligenza artificiale applicata alla medicina estetica e al cosiddetto beauty burnout, una nuova declinazione di stress esistenziale generata dal dover essere ‘belli a tutti i costi’.
I post sui casi di cronaca sono tra quelli che riscuotono più interesse, come i casi di medici e non addetti ai lavori che praticano trattamenti illeciti. Ad imporsi, dunque, è anche il fenomeno del beauty burnout: “è molto recente e nasce dalla crescente pressione sociale, e dai social media, che porta a dover essere belli sempre – precisa Nadia Fraone, consigliere Sime -. La percezione distorta di sé può portare a una ricerca infinita di miglioramenti. Diventa quindi quasi un lavoro la cura dell’aspetto esteriore, che viene vissuta non più come piacere personale, ma come dovere o prestazione sociale.
A questo segue quindi uno stato di stanchezza mentale, fisica ed emotiva causata dalla continua ricerca di un aspetto ‘perfetto’, che porta ad eccessivi rituali di bellezza, a cui segue una costante autocritica. A questo punto spetta alla Medicina Estetica il compito riequilibrare il binomio benessere- estetica. La bellezza – conclude – dovrebbe essere uno strumento di armonia e di autenticità non fonte di pressione”.
(da agenzie)
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