ELECTION DAY, SCONTRO BERSANI-ALFANO, CASINI ASSISTE A BORDO RING
DIVISI SULLA DATA, UNITI CONTRO UN MONTI BIS… MINACCE DI CRISI DI GOVERNO, INTERVENGONO I POMPIERI
Divisi su tutto il resto ma uniti contro l’ipotesi di un Monti-bis su cui non scommetterebbero «neanche un centesimo».
Sul palco dell’assemblea della Cna, un insolito asse tra Angelino Alfano e Pierluigi Bersani dopo il botta e risposta sulla data dell’Election Day.
«Non scommetterei che avremo questa stessa maggioranza tra sei mesi», ha spiegato il leader del centrodestra, ricordando che «quello di Monti è un Governo che è arrivato in una condizione di eccezionalità ».
Per il numero uno dell’Udc, invece, «in politica come nella vita non bisogna mai dire mai: invito tutti alla cautela» ha spiegato, caldeggiando l’idea di un voto anticipato per non andare incontro a cinque mesi di campagna elettorale, che si rivelerebbe uno svantaggio per qualsiasi coalizione.
All’indomani dell’ultimatum dell’asse Pdl-Udc-Fli di «anticipare le politiche o posticipare le regionali», questa mattina il segretario del Partito Democratico ha ripetuto ancora una volta che «la crisi di governo va evitata e comunque prima di parlare di voto anticipato bisogna fare la riforma della legge elettorale».
Al centro della polemica l’indicazione arrivata ieri dal ministero dell’Interno circa i due giorni possibili – il 10 e 11 febbraio prossimi – per le consultazioni in Lombardia, Lazio e Molise.
Dopo le indiscrezioni dei mass media secondo cui il centrodestra starebbe ragionando sulla possibilità di «staccare la spina» al governo, il leader Democratico è fermo nel ribadire che «la posizione del mio partito è chiara da mesi», ma cerca anche l’intesa: «Vedo di là un’intenzione confusa, noi siamo pronti a ragionare e abbiamo posto come tema di riferimento la governabilità , non un tema del Pd».
Tornando alle elezioni Bersani ha osservato ancora: «Esistono norme e leggi: le Regioni devono andare a votare, inutile girarci intorno. Mi si parla di risparmi: lo sappiamo che il Lazio sta perdendo 650 milioni di fondi europei?»
Il segretario ha poi trovato una sponda anche nel leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro. «Ha ragione Bersani: bisogna andare alle elezioni regionali al più presto e, quindi, chiediamo al governo di rispettare le decisioni della magistratura che, come nei casi del Lazio e del Molise, ha disposto l’immediata esecutorietà delle sentenze. Ci auguriamo che, a partire proprio dalle prossime elezioni regionali del Lazio, della Lombardia e del Molise, si possa rilanciare la coalizione programmatica di un centrosinistra unito, in grado di superare le politiche ragionieristiche di Monti».
E un invito alla mediazione è arrivato anche dal Presidente del Senato Renato Schifani, che si è detto «fiducioso sul fatto che si possa trovare una soluzione che accontenti tutti».
Arrivando all’assemblea della Cna il numero due dello Stato ha parlato a una soluzione che «consenta al nostro Paese di non vivere momenti di tensione come quelli che stiamo vivendo in questo momento».
Anche Alfano resta fermo sulle sue posizioni.
«La crisi di governo? Molto dipende da Bersani e la mediazione non spetta a noi ma all’esecutivo».
Il Pdl aspetterà dunque il Cdm di domani prima di valutare la prossima mossa, ha annunciato il segretario, puntando il dito contro «la tassa che Bersani vuole imporre al Paese», riferendosi alla spesa di 100 milioni di euro che comporta la scelta di non tenere insieme le regionali e le politiche.
(da “La Stampa“)
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