DOPO IL TWEET OMOFOBO SU VENDOLA, IL CONSIGLIERE PDL DI VIGEVANO ORA SI CANDIDA ALLE PRIMARIE: “SFIDERO’ ALFANO”
“NON SONO PENTITO PER QUELLO CHE SCRITTO”… “BASTA CON I CANDIDATI DI PLASTICA”… SIAMO ORMAI IN PREDA AD UNA CRISI DI ESIBIZIONISMO
Altro che fare un passo indietro.
Andrea Di Pietro, il 31enne consigliere comunale del Pdl di Vigevano che ha scatenato una bufera in rete con il suo tweet omofobo su Nichi Vendola «viscido quanto la vaselina che usa», non solo non si dimette, come ha invocato tra gli altri l’Arcigay, ma rilancia.
Oggi ha annunciato la sua candidatura nientemeno che alle primarie nazionali del Pdl, proprio mentre dal segretario provinciale del partito, l’onorevole Carlo Nola, gli arrivava una sonora tirata d’orecchie, con l’invito a rispettare gli avversari politici.
A dare la notizia della «discesa in campo» del giovane esponente vigevanese vicino alle posizioni dell’ex An è stato, nel pomeriggio, un comunicato diffuso anche stavolta in rete.
E poichè c’era il rischio che il messaggio non fosse autentico ma una burla orchestrata da qualcuno, una provocazione, o magari venisse bollato dal suo autore ancora una volta come «una battuta», come ieri di fronte alle polemiche seguite al suo primo tweet, s’imponeva una verifica con il diretto interessato.
Che, al telefono, ha confermato tutto: l’idea gli è venuta assistendo al clamore e alle polemiche suscitate in tutta Italia dalla sua uscita contro Vendola, reazioni in seguito alle quali ha deciso di provarci.
«Le decisione è maturata di conseguenza», dice.
Sta già pensando a come raccogliere le 10 mila firme necessarie.
Dunque Di Pietro – inteso ovviamente come Andrea da Vigevano, e non Antonio – sfiderà Angelino Alfano, Daniela Santanchè, Giancarlo Galan, Guido Crosetto, il sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo, l’avvocato-banchiere di Modena Gianpiero Samorì e chissà chi altri deciderà di presentarsi alla competizione per designare il nuovo leader del centrodestra italiano.
«La mia candidatura – sottolinea Andrea Di Pietro – vuole puntare ad affrontare i problemi seri e reali del Paese, e non guarda al finto buonismo tipico della cultura radical chic che ha affossato l’Italia. Si pensa solo a render visibili candidati di plastica”.
Non sappiamo quanto aspetti ancora il Pdl a cacciare questo soggetto che sembra in preda a convulsioni esibizioniste.
La prossima mossa potrebbe essere quella di aprirsi l’impermeabile ai giardinetti: sarebbe la volta che con un TSO ce ne liberiamo.
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