ELEZIONI ROMA, I PARERI DI QUATTRO SONDAGGISTI
WEBER DI IXE’, GHISLERI DI EUROMEDIA, NOTO DI IPR E KLAUS DAVI: “UNA SFIDA TRA CHI STA PEGGIO”
Roberto Weber (Ixe’): “Grillini al ballottaggio e Marchini farà bene”
«Al momento dati non ci sono. Però, analizzando la situazione, ho la nettissima sensazione che il Movimento 5 Stelle possa raggiungere il ballottaggio a prescindere da chi candiderà . Il profilo del suo candidato, infatti, sarà del tutto irrilevante. La mia opinione è che in questa fase i tradizionali portatori di consenso abbiano molte meno chance nel passato. Ormai i romani preferirebbero una competizione tra figure esterne alle forme di organizzazione della politica che abbiamo finora conosciuto. Per questo, pur nella confusione degli schieramenti, Alfio Marchini potrebbe avere possibilità di fare bene. Per il resto, è tutto molto frastagliato, sia nel centrodestra che nel centrosinistra, Forza Italia e il Pd non sono più quelli di una volta e secondo me non esercitano più una solida capacità di attrazione. Interessante, sarà capire quel che succederà a sinistra del Pd. Ora c’è Fassina, poi forse ci sarà Marino, ma comunque il progetto ha una cornice identitaria molto precisa che andrà ad erodere sicuramente il consenso del Pd»
Ghisleri (Euromedia): «Centrodestra marginale se non cambia metodo»
«Siamo ancora in una fase iniziale della campagna elettorale perciò non abbiamo dati nè è possibile compiere analisi approfondite. E, quando ci saranno le condizioni per le prime rilevazioni, andando a studiare il consenso dei cittadini, di sicuro emergerà la differenza di Roma rispetto alle altre città , sia per la sua dimensione, sia per tutto quello che ha sconvolto la città .
Al momento, dunque, non mi sono fatta un’idea su chi potrebbe andare al ballottaggio, e il bello di questo lavoro è lo stupirsi di fronte ai risultati. Logicamente, le due situazioni—snodo saranno l’esito della consultazione online dei 5 Stelle per decidere il candidato sindaco e il risultato delle primarie Pd. Quel che si nota, fin da subito, è la forte polverizzazione di quello che era il voto di centrodestra. Il quale, se rimane così la situazione, potrebbe essere destinato alla marginalità . Quindi o, tra i tre che sono attualmente schierati, ci sarà un candidato in grado di emergere sugli altri, oppure diventerà una difficile, dura lotta.
Antonio Noto (Ipr Marketing): «I grillini sono i più forti ma non ce la faranno»
Dati non ne ho, perciò è difficile fare una previsione sulle forze in campo. Lo scenario è in aperta evoluzione, il Pd non ha ancora un candidato e nel centrodestra c’è molta fibrillazione, con la corsa di Bertolaso che viene messa in discussione da Salvini. Dunque, quantomeno occorrerà attendere l’esito delle primarie dei democratici. Gli schieramenti principali sono attraversati da profonde lacerazioni che rendono difficile prevedere qualsiasi cosa. Il centrodestra, come sappiamo, è diviso in tre. Il centrosinistra attualmente è diviso in due parti, che potrebbero diventare tre qualora Ignazio Marino, come lascia intendere, decidesse di candidarsi. Dunque, questa situazione potrebbe avvantaggiare il M5S, che ha uno status tutto suo. Innanzitutto è molto forte l’attrazione elettorale esercitata dal marchio. Sul responso finale, nessuna certezza. Considerando che M5S non fa alleanze, potrebbe anche risultare il primo partito a Roma ma non vincere le elezione. Oppure potrebbe esserci una sorpresa. Anche qui bisogna aspettare il candidato e la comunicazione elettorale che farà .
Klaus Davi (Massmediologo): “Nessuno vuole vincere, Roma è ingestibile”
«Roma? È tutto in balìa dell’irrazionalità . La situazione iniziale era che il Movimento 5 Stelle partiva avanti, ma ora mi pare che nessuno voglia vincere. Nessuno vuole prendere Roma, perchè la macchina è ingestibile, ci sono strutture in buona parte corrotte e al momento è molto difficile colmare i vuoti che si sono creati. Una volta governare Roma era l’anticamera del governo del Paese, oggi non mi pare sia così, vedo un fuggi-fuggi generale. Nel centrodestra, poi, la frammentazione è assurda. C’era Marchini che avrebbe potuto vincere, e lo dico sulla base di una considerazione oggettiva, indipendentemente da ciò che io possa pensare di lui. Non si capisce per quale motivo Giorgia Meloni non l’abbia voluto. Perchè è stato comunista? Figuriamoci! Chi, in Italia, non è stato qualcos’altro? Berlusconi è stato socialista, Bondi comunista. E allora? Assistiamo a quella che potrebbe essere definita una psicosi da harakiri, e tutto questo veleno in circolo nel centrodestra su Roma potrebbe avere le sue amare conseguenze, domani, anche nella formazione di un’alleanza per il governo nazionale.
(da “il Tempo“)
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