ELEZIONI GERMANIA, CHI SONO I CANDIDATI DI AFD VERSO IL BUNDESTAG
IL CURRICULUM DEI NEONAZISTI CHE DIFENDONO HITLER
L’ultimo scandalo, nell’ordine, riguarda una dichiarazione del candidato alla cancelleria, Alexander Gauland. Durante un incontro con l’ala ‘voelkisch’, quella più radicale, il leader della destra tedesca ha scandito che “abbiamo il diritto di essere orgogliosi su quanto fatto dai soldati tedeschi in due guerre”.
Ignorando decenni di letteratura storica che ha spazzato via la tesi – molto in auge in ambienti neonazisti – che la Wehrmacht fosse meno crudele delle SS, che le bestie in uniforme delle fucilazioni di massa, delle trincee e delle persecuzioni degli ebrei ‘facessero soltanto il loro dovere’, per citare una patetica frase auto assolutoria, tipica dei tedeschi dalla coscienza bruna.
Afd è in lotta per terzo posto, i sondaggi lo danno al 10-12%, ininfluente ma entrerà in Parlamento.
Ci si chiede se esista ancora un”ala moderata’ nel partito fondato quattro anni fa da un oscuro economista di Amburgo, Bernd Lucke.
Perchè si assiste a una radicalizzazione dei contenuti e dei messaggi degli anti-euro.
Ma è un processo che viene da lontano e in questi ultimi due anni la svolta a destra dell’ex ‘partito dei professori’ è diventata sempre più conclamata.
Che l’altra candidata alla cancelleria, Alice Weidel, sia stata smascherata domenica scorsa da una mail del 2013 come una delirante complottista xenofoba, non sembra averne compromesso la ‘resistibile ascesa’, per citare Brecht.
Ultimamente, Gauland stesso ha tentato in tutti i modi di scrollarsi di dosso gli ultimi residui da moderato – il giurista ha militato a lungo nella Cdu – difendendo il leader antisemita dell’Afd in Turingia, Bjoern Hoecke, uno che ha detto che “non tutto di Adolf Hitler è da buttar via” e che il monumento berlinese all’Olocausto è “una vergogna”.
Uno che secondo Gauland rappresenta “lo spirito del partito”, come ha spiegato a Bild.
E tanto per non sembrare meno eversivo dei suoi sodali, Gauland ha suscitato una bufera augurandosi che la ministra all’Integrazione di origine turca Oezoguz sia “liquidata in Anatolia”, nel senso di fatta fuori.
A luglio del 2015, com’è noto, il fondatore Bernd Lucke ha lasciato il partito perchè riteneva fosse diventato troppo populista sotto la guida di Frauke Petry.
Due anni dopo, anche Petry è stata costretta a lasciare: il suo tentativo di rendere l’Afd più appetibile a un elettorato più moderato è stato travolto da un putsch dell’ala più radicale. Quella che ha fatto sì che Gauland e Weidel siano diventati il tandem per il trionfale ingresso al Bundestag di domenica prossima.
I CANDIDATI IN CORSA
E dando un’occhiata ai parlamentari che potrebbero conquistare un seggio, viene la pelle d’oca. Tanto più se si pensa che nelle regioni della ex Germania est, l’Afd veleggia attorno al 20-25%, numeri da ‘Volkspartei’; da partito trasversale e di massa.
Scorrendo la biografia di alcuni candidati, la matrice darebbe ragione a Hubertus Heil. ‘Populista’ suona come un eufemismo.
Uno che entrerà quasi sicuramente nel Bundestag perchè è il numero due in Sassonia, dove alcuni sondaggi danno l’Afd al secondo posto dietro la Cdu, è il militante degli anti islamisti di Pegida, Jens Maier. Ha definito i profughi ‘feccia’ e, come tanti nel suo partito, chiede “la fine del culto della colpa”, quella delle guerre e dell’Olocausto. Sostiene che i neonazisti della Npd siano “l’unico partito che ha sempre difeso la Germania”.
Un altro candidato con buone probabilità di riuscita è Enrico Komning, del Meclemburgo-Pomerania.
Su Facebook si vanta di cantare la prima strofa nazista dell’inno tedesco con la figlia. Fa parte di una fratellanza di destra di Greifswald, Rugia, che pullula di negazionisti.
Il pensionato Wilhelm von Gottberg, che corre in Bassa Sassonia, è convinto invece che l’Olocausto sia stato “un utile strumento per criminalizzare i tedeschi”, come ha scritto su un oscuro giornale ‘prussiano’; è un ammiratore delle tesi neofasciste dell’italiano Mario Consoli, quello che sostenne che “sempre più Stati stiano oscurando la verità sull’Olocausto”.
Un ‘dogma’, anzi, un ‘mito’ che “è stato sottratto a un’indagine storica indipendente”.
Sono numerosi, tra i candidati dell’Afd, i simpatizzanti degli ‘Identitari’, un movimento di estrema destra che cerca di darsi un tono hipster per piacere ai giovani. Robert Teske, ad esempio, candidato a Brema, è convinto che i neonazisti di Charlottesville siano stati ‘provocati’.
Dubravko Mandic, candidato a Tubinga, sogna di una fusione tra Identitari e Afd e definisce Barack Obama un “negro da quota”.
Numerosi anche i fautori di una fusione tra gli anti islamisti di Pegida e l’Afd: per Thomas Goebel la Germania è invasa da “scrocconi e parassiti che mangiano la carne dei tedeschi”. Corre per un seggio in Sassonia.
Candidato in Baviera, Benjamin Nolte si è fatto notare qualche anno fa a un incontro di ex studenti, quando ha allungato una banana a un partecipante di colore.
Successivamente si è unito a Danubia, una nota fratellanza bollata dai servizi segreti tedeschi come di estrema destra che annovera tra i suoi membri il negazionista Horst Mahler.
Sempre nel Land più ricco, il numero due della lista elettorale Afd è il teorico di complotti Peter Boehringer, convinto che il mondo sia governato da una spectre, la NWO, che avrebbe infiltrato il governo, le ferrovie, la Csu e organizzazioni qua e là . Ovviamente i profughi sono marionette mandate dalla Siria e da altre zone di guerra per disgregare la Germania.
Anche tra le file del partito più giovane del panorama politico tedesco non mancano gli ex come il noto antisemita Martin Hohmann, cacciato dalla Cdu per aver sostenuto anni fa che ci sia una censura sul fatto che ebrei avrebbero ammazzato miriadi di persone durante la rivoluzione bolscevica.
Infine, in un partito così aperto alle novità , non può mancare un hooligan.
Sebastian Muenzenmaier, candidato di punta nella Renania-Palatinato, è sotto processo per aver malmenato nel 2012 coi suoi sodali del Kaiserslauten una cinquantina di tifosi del Magonza. In attesa della prossima udienza, tace e corre per il Bundestag.
(da “La Repubblica“)
Leave a Reply