EMILIO FEDE REGISTRATO NE HA PER TUTTI: “DELL’UTRI? SOLO LUI SA SULLA MAFIA, SILVIO COSTRETTO A FARLO SENATORE… MANGANO E’ UN EROE AD ESSERE MORTO IN CARCERE, SE PARLAVA LI ROVINAVA…LA SANTANCHE’? UNA MASCALZONA”
NELLE REGISTRAZIONI AGLI ATTI DEL PROCESSO A PALERMO IMBARAZZANTI AFFERMAZIONI DEL GIORNALISTA AL SUO PERSONAL TRAINER: “AVEVO DETTO A SILVIO DI LASCIARLE PERDERE CHE POI NON SE LE TOGLIEVA PIU’ DI DOSSO”
“I due (Berlusconi e Dell’Utri, ndr) a un certo punto hanno iniziato a mettersi insieme per l’edilizia e le cose…”. Spiega: “Dopodichè è nata quella che poi è diventata un’azienda (…) Berlusconi non c’aveva una lira” e così “Dell’Utri lo ha appoggiato”.
È sempre Fede che parla: “Dell’Utri era praticamente quello che investiva, allora cosa succede? Qui c’è stato un investimento di soldi mafiosi. Ora riescono ad arrivare a delle prove? È lì il problema. Chi può parlare? Solo Dell’Utri. Quando Dell’Utri tornava avevano il segnale criptato, perchè” all’epoca “Mangano è in carcere. Mi ricordo che Berlusconi arrivando Dell’Utri da Palermo chiede hai fatto? Sì, sì gli ho dato un messaggio… naturalmente per quanto riguarda a Mangano sempre pronto per prendere un caffè che era il messaggio per rassicurare lui per certe cose che io non so… capito. E devo dire che questo Mangano veramente è stato un eroe è morto in carcere per non parlare se no li rovinava tutti e due”.
Quindi i due passano a parlare della futura condanna di Dell’Utri. “Certo — ragiona Fede — questa volta però, ciò non toglie che non hanno nessuno che confessa” e “viaggiano sul filo del rasoio”.
Poi la rivelazione buttata lì quasi per caso. “È l’unico che sa” dice Fede riferendosi a Dell’Utri.
E i soldi? “Non si sa dove li abbia messi quei soldi”. Insomma Dell’Utri sa e non parla. Ma il silenzio costa, quanto? Quanto denaro l’ex Cavaliere deve all’ex senatore? “Continuamente, ma scherzi sotto forma di questo di quell’altro vedi che ci sono settanta conti esteri”. E quella carica da senatore? “Berlusconi è stato costretto a farlo senatore”. Mafia, mafia, mafia. Berlusconi, ma non solo.
Anche Flavio Briatore, l’amico di sempre. “Ma Briatore è stato implicato in una storia grossa di mafia, l’autobomba lì che ha ucciso un industriale a Cuneo… e loro due erano insieme, la Santanchè e Briatore”.
Di lei però Fede non ha una buona opinione: “È una mascalzona. Io sapevo che loro avevano il Billionaire insieme, sì, il Billionaire, il Twiga eccetera… ma all’origine, Flavio è stato implicato in una storia di mafia”.
Dell’Utri e mafia, ma anche Dell’Utri e politica.
Al centro la figura di Gianpiero Samorì “che voleva passare con Berlusconi io gli avevo dato una mano, poi è intervenuto Dell’Utri e gli faccio: rivolgiti a Dell’Utri, ma stai attento perchè Dell’Utri è un magna magna. Mi ha detto Samorì: cazzo se non avevi ragione gli ho chiesto mettimi in lista e sai cosa mi ha chiesto, 10 milioni di euro”. L’audio è disturbato. Si sente il rumore dei passi sulla ghiaia.
Ferri e Fede discutono del Rubygate. “Tutti puntano su Berlusconi”, esordisce il personal trainer. Inizia Emilio Fede. “Non so — sbuffa — avrà scambiato una 17enne per una maggiorenne, a Ruby poi mancavano tre mesi a diventare maggiorenne”. Teoria nota diventata arma della difesa nel processo d’Appello che ha assolto l’ex Cavaliere dall’accusa di concussione e prostituzione minorile.
Fede, poi, aggiunge: “Ma lui scopava, scopava, io glielo avevo detto non esagerare lascia perdere, altrimenti non te le togli più di torno”.
Confessa: “Io guarda sono stato un amico vero e ho tentato di proteggerlo in tutte le maniere, mica come Lele Mora, ma guarda Lele un mascalzone”.
Cambio di scena. E dal parco di Segrate la storia si accomoda ai tavolini del ristorante Boccino, ristorante stile vecchia Milano in via Tortona proprio nel cuore della moda. Siamo nell’estate del 2013 e tra una portata e l’altra, Ferri e Fede commentano la richiesta di sette anni fatta dal pm Antonio Sangermano per Fede.
Si parla della Minetti: “Consigliere regionale — sospira — ma questa ballava, raccontava, gestiva lei e adesso dice che era defilata, ma io non ci capisco più niente”. Quindi si torna a parlare di Ruby e di come la giovane marocchina sia arrivata a Milano. “Dalla Sicilia è venuta a Milano per cercare successo”.
Davide Milosa
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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