EX COMUNISTA, OMOFOBO, RAZZISTA E NO VAX: CHI E’ ROBERT FICO, IL FILORUSSO CHE HA VINTO LE ELEZIONI IN SLOVACCHIA
UN ALTRO AMICO DI ORBAN
Robert Fico, 59 anni e leader del partito di ispirazione socialista Smer, ha vinto le elezioni in Slovacchia. Per lui si tratta in realtà dell’ennesimo ritorno alla guida del Paese, di cui è già stato primo ministro tra il 2006 e il 2010 e tra il 2012 e il 2018.
Tra gli aggettivi più utilizzati per descriverlo nel corso dell’ultima campagna elettorale ce n’è soprattutto uno: filo-russo.
Fico, infatti, non ha mai nascosto la propria simpatia per Vladimir Putin e negli ultimi mesi ha insistito più volte sulla necessità di fermare l’invio di armi all’Ucraina.
Ora che il suo partito è risultato il più votato alle elezioni slovacche, il leader di Smer riceverà l’incarico di formare un governo, alleandosi con ogni probabilità con Hlas, una formazione politica più moderata fondata dall’ex premier Peter Pellegrini (che ha raccolto il 15% dei voti), ma avrà bisogno dell’appoggio di un’altra decina di parlamentari per raggiungere la maggioranza.
Le origini comuniste e le prime esperienze al governo
Entrato in parlamento per la prima volta nel 1992, Robert Fico è diventato con il passare degli anni uno dei politici più controversi della Slovacchia. In quella prima esperienza politica, milita tra le fila di Sdl, nato dalle ceneri del partito comunista slovacco.
Sette anni più tardi, i tempi sono maturi per dare vita al suo di partito: Smer (in italiano, “Direzione Socialdemocrazia”). Fico presenta la sua nuova creatura come una formazione politica di centro, ma si intuisce fin da subito che il suo collocamento naturale è a sinistra.
In quegli anni, diventa il politico di opposizione più popolare del Paese e nel 2006 arriva la svolta: Smer vince le elezioni con il 29,1% dei voti e Fico promuove una nuova coalizione di governo, che già in quell’occasione vede un’alleanza con l’estrema destra del Partito Nazionalista Slovacco.
L’esperienza alla guida del Paese dura fino al 2010, quando Fico perde le elezioni ed è costretto a tornare tra i banchi dell’opposizione. Il suo partito – Smer – uscirà poi nuovamente vittorioso sia nelle elezioni del 2012 sia in quelle del 2016.
L’omicidio del giornalista Ján Kuciak e le dimissioni
Ed è proprio durante il suo terzo mandato da premier che la luna di miele tra Fico e i cittadini polacchi comincia a sgretolarsi. Sui giornali fioccano le indagini sui casi di corruzione e truffe che coinvolgono esponenti del governo, in particolare sull’uso dei fondi strutturali dell’Unione Europea. Uno dei giornalisti più attivi su questo fronte è Ján Kuciak, che viene ucciso proprio mentre indaga su questi episodi.
La sua morte dà vita a un’enorme ondata di proteste di piazza, che alla fine mettono Fico nell’angolo e lo costringono a dare le dimissioni. In quel momento, sembra chiaro a tutti che la carriera politica dell’ex premier ha le ore contate. E invece, ecco che 5 anni più tardi è ancora lui il candidato più votato di tutta la Slovacchia.
Le simpatie per Putin
Nel corso dell’ultima campagna elettorale, Fico ha puntato tutto su un cambio netto di strategia in politica estera. Ha promesso di smettere di inviare armi a Kiev, bloccare l’adesione dell’Ucraina alla Nato e ha annunciato che voterà contro ogni sanzione alla Russia.
Posizioni che, ora che Fico è uscito vittorioso dalle urne, avvicinano la Slovacchia all’Ungheria, ad oggi l’unico Paese Ue esplicitamente ostile a sostenere l’Ucraina con le armi. E non è un caso infatti che sia stato proprio Viktor Orbán uno dei primi a congratularsi con Fico per la vittoria alle elezioni: «Indovina chi è tornato! È sempre bello lavorare insieme a un patriota. Non vedo l’ora!», ha scritto il premier ungherese su X. Il nuovo leader slovacco incassa i complimenti. E nella prima conferenza stampa post-elezioni conferma di non avere alcuna intenzione di ammorbidire le posizioni espresse in campagna elettorale: «La Slovacchia ha problemi più importanti delle relazioni con l’Ucraina».
(da agenzie)
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