EXPO, MARONI HA PROPOSTO COME SUBCOMMISSARIO L’UOMO DI FORMIGONI
ROGNONI, LEGATO A COMUNIONE E LIBERAZIONE, E’ SOTTO INCHIESTA PER AVER PILOTATO UNA GARA DI 270 MILIONI
Lega e Cl hanno trovato un nome comune su cui puntare per entrare nella partita milionaria dei lavori di Expo: Antonio Rognoni, da oltre vent’anni fedelissimo uomo di Roberto Formigoni e ora passepartout del Governatore Roberto Maroni che l’ha proposto come subcommissario della società a nome della Regione.
Per l’esposizione internazionale 2015 le opere infrastrutturali da assegnare ammontano a 11,5 miliardi.
E Rognoni conosce bene il settore opere pubbliche. Per dieci anni è stato presidente di Infrastrutture Lombarde (Ilspa) società pensata, voluta e creata da Formigoni nel 2004 per gestire tutte le opere regionali; società che gestisce appalti e strutture per cinque miliardi annui e macina ricavi compresi tra i 150 e i 200 milioni.
Rognoni ha lasciato l’incarico un mese fa ma fino ad Aprile rimarrà sulla poltrona per l’avvicendamento. Ma conserva saldamente la carica di amministratore delegato di Cal, Concessioni autostrade lombarde, altra società ideata e creata da Formigoni, costituita nel 2007 in modo paritetico da Regione Lombardia, proprio attraverso Infrastrutture Lombarde e dal Ministero delle Infrastrutture con Anas.
Cal si occupa delle procedure di affidamento, della realizzazione, e della gestione di tre importanti autostrade collocate in Lombardia: Pedemontana; la Brescia-Bergamo-Milano (Brebemi) e la tangenziale Est esterna di Milano (Tem).
Opere, inutile dirlo, strategiche per Expo e che ancora devono essere terminate.
Rognoni ha molta esperienza dunque in appalti e concessioni edilizie. Inoltre è un uomo di Comunione e Liberazione che, per quanto di ortodossia formigoniana, non dispiace a Maurizio Lupi, ministro delle Infrastrutture del governo Letta e confermato ora dal neopremier Matteo Renzi.
Maroni si è lasciato convincere e in un incontro mercoledì nella sede di Expo in via Rovello ha caldeggiato il nome di Rognoni anche al sindaco Giuliano Pisapia e al commissario unico della società Giuseppe Sala.
I tempi stringono e le opere sono tutte da realizzare. In particolare i 60 edifici che devono essere assegnati ai singoli Paesi che parteciperanno quindi, questo il ragionamento di Maroni, meglio affidarsi a un uomo di esperienza come Rognoni.
Nel 2009 finì indagato insieme ad altri otto dalla procura di Potenza che ipotizzava tangenti da 185 milioni di euro nell’appalto per larealizzazione del più alto grattacielo d’Italia: la nuova sede della Regione Lombardia voluta dall’amico Formigoni.
Le intercettazioni che lo riguardavano, chieste dal pm Henry John Woodcock e autorizzate dal gip Rocco Pavesi, arrivarono a Milano ma i pm lombardi archiviarono.
Pochi mesi fa invece, proprio per un appalto assegnato da Ilspa nell’area di Rho Pero nell’ambito dei lavori per Expo, Rognoni è finito nel registro degli indagati insieme ad altri con l’accusa di aver pilotato la gara del valore di 270 milioni.
Era il secondo cantiere che veniva assegnato per l’esposizione universale milanese.
Ora gli appalti si susseguono giorno per giorno: c’è solo un anno di tempo. E manca ancora una parte dei fondi promessi dal Governo. Maroni lo sa. E si agita.
E ha annunciato che lunedì, quando i ministri Dario Franceschini, Maurizio Martina, Federica Guidi e Lupi verranno a Milano per un primo incontro su Expo, gli “presenterò la lista della spesa”.
E magari anche Rognoni.
Per alcuni già un amico, per altri lo diventerà .
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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