F35, ANCORA GUAI PER I SUPER CACCIA
NON SI RIESCONO A RISOLVERE I PROBLEMI DEL MOTORE… “RISCHIAMO DI PERDERE ALTRI MESI”
Un super-caccia in super-ritardo.
Disegnato per missioni supersoniche, l’F35 continua invece a mancare ogni appuntamento.
Gli ultimi problemi sono spuntati nei motori: dopo l’incendio a bordo di fine di luglio, tutta l’attività di volo è stata limitata. Tanto da minacciare il destino dell’aereo più costoso della storia.
Il generale Christopher Bogdan, che dirige il progetto internazionale, mercoledì 3 settembre ha lanciato un ultimatum ai costruttori: «Entro fine mese devo avere tutti gli aerei pienamente operativi. Altrimenti dovremo cominciare a rivedere tutte le scadenze del programma».
Ma risolvere i guai tecnici dei propulsori non sarà facile: c’è il rischio che debbano venire in parte ridisegnati.
L’ennesimo guaio arriva proprio mentre nel parlamento italiano ricomincia il fuoco di sbarramento contro l’F35.
Sel ha sfidato il premier Renzi: «Perchè non fa una consultazione web sull’acquisto degli aerei? Con quei 14 miliardi si risolverebbero i problemi della scuola e si potrebbero sbloccare gli stipendi degli statali»
Ma anche nel Pd non mancano gli oppositori. Come Pippo Civati: «Con il costo di un singolo caccia si può finanziare Mare Nostrum per un anno e salvare migliaia di migranti». Il tema diventerà caldo con la discussione del rinnovo delle missioni militari.
Il ministro Roberta Pinotti per quest’anno ha congelato tutti i fondi destinati al velivolo, in attesa che il libro bianco della Difesa definisca le necessità delle nostre forze armate. Abbattere il programma garantirebbe un risparmio enorme: finora sono stati firmati contratti solo per sei esemplari.
Entrerebbe però in crisi il coinvolgimento delle aziende italiane, con l’impianto di Cameri destinato all’assemblaggio e alla manutenzione dei jet.
Mentre l’Aeronautica in pochi anni resterebbe senza cacciabombardieri: i Tornado sono in servizio da tre decenni e, soprattutto dopo il drammatico incidente di Ascoli, la necessità di rimpiazzi si mostra inevitabile.
Ma il nuovo aereo continua ad accumulare ritardi e non si sa quando diventerà pienamente operativo.
I problemi al motore non sembrano di facile soluzione.
Già a maggio la Pratt & Whitney, l’azienda che costruisce il propulsore, aveva scoperto difetti nella documentazione su alcune componenti in titanio, facendo causa al propulsore.
La notizia è stata tenuta segreta per tre mesi. Perchè nel frattempo è emerso un altro difetto, ancora più grave, che il 23 luglio ha fatto andare in fiamme il reattore di uno dei 156 aerei prodotti finora.
Tutti i voli sono stati bloccati per una settimana, per poi riprendere con limiti alle manovre e alla velocità , che impediscono di completare le prove. In alcuni elementi del motore infatti sono state scoperte delle crepe microscopiche, capaci però provocare l’incendio della turbina.
Ancora non si è capito come risolvere la questione. Il generale Bogdan ha detto che si stanno valutando due ipotesi. La prima prevede la sostituzione dei motori con altri di nuova produzione.
L’altra, più drastica, è quella di riprogettare una parte del propulsore: un’attività che richiederebbe mesi. Il rischio è che tutti gli aerei prodotti, inclusi quelli destinati all’Italia, debbano subire pesanti aggiornamenti.
Già mancano certezze sul software operativo che dovrà venire installato, perchè il sistema informatico non è stato ancora completato, e numerose altre componenti dovranno sicuramente essere riviste prima che l’F35 sia dichiarato “combat ready”.
Con la prospettiva poi di avere aerei delle prime serie molto diversi dai successivi modelli definitivi. Mentre finora nessun pilota italiano ha ancora volato sull’aereo.
Alfonso Contrera
(da “La Repubblica”)
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