FAVA E MUSUMECI DISERTANO LA COMMEMORAZIONE DI FALCONE DOPO LA SCALETTA IMPOSTA DAL GOVERNO E DALLA RAI E LE POLEMICHE SULLA PRESENZA DI SALVINI
“HANNO TRASFORMATO IL RICORDO DEL GIUDICE FALCONE NEL FESTINO DI SANTA ROSALIA: AL POSTO DEI TURIBOLANTI MINISTRI ROMANI CHE DI MAFIA NON SANNO NULLA”
Il presidente della Regione Nello Musumeci e quello dell’Antimafia Claudio Fava disertano l’aula bunker. Dopo l’invito rivolto al ministro degli Interni Matteo Salvini il fronte dell’antimafia si spacca: il primo ad annunciare il ritiro dalle manifestazioni è Fava, che nei giorni scorsi aveva invece detto di voler partecipare.
“Il ministro dell’Interno — aveva specificato – ha il dovere di venire a Palermo per ricordare Falcone, non vorrei però che Salvini trasformasse la sua partecipazione nell’ennesimo comizio. Sono curioso di vedere come il ministro sempre assente dal Viminale, luogo dal quale si coordina la lotta alla mafia, spiegherà quello che ha fatto per contrastarla”
Adesso l’annuncio della sua non partecipazione.
Alla spicciolata, così, le disdette fioccano. Da “Casa Minutella” arriva anche la presa di posizione del presidente della Regione Nello Musumeci: “Domani, dolorosamente, non sarò all’aula bunker per la prima volta — dice – Non andrò e mi dispiace per la signora Falcone. Le polemiche sono tante, c’è troppo veleno e tutto questo non suona a rispetto della memoria del giudice Falcone e dei poveri agenti della scorta”. Musumeci — il cui entourage fa filtrare la voce che la decisione era già stata presa ieri — annuncia l’intenzione di ricordare Falcone andando “alla caserma Lungaro per la deposizione della corona d’alloro da parte del capo della polizia. Poi tornerò nel mio ufficio a lavorare per tentare di tirar fuori i ragazzi dal condizionamento da parte della criminalità organizzata che si nutre e alimenta della disperazione dei giovani soprattutto nelle periferie dove lo Stato ha difficoltà ad arrivare”
Alla base della non presenza di Fava è stata la scaletta degli interventi “imposta da Roma”: “Domani non andrò a ricordare Giovanni Falcone nell’aula bunker di Palermo. Preferisco andare a Capaci, nel luogo in cui tutto accadde, preferisco stare assieme a chi non ama le messe cantate sui morti. Hanno trasformato il ricordo del giudice Falcone nel Festino di Santa Rosalia. Al posto dei vescovi e dei turibolanti che spargono incenso, domani ci saranno i ministri romani, gli unici che avranno titolo per parlare (con la loro brava diretta televisiva) e per spiegarci come si combatte Cosa nostra. Cioè verranno loro, da Roma, per spiegarlo a noi siciliani, a chi da mezzo secolo si scortica l’anima e si piaga le ginocchia nel tentativo di liberarsi dalle mafie”.
“La scaletta degli interventi – attacca Fava – è stata elaborata dai collaboratori del ministro dell’istruzione, che finanzia il Festino, dunque viene e parla assieme ai suoi colleghi di governo: gli altri in sala ad applaudire, come si fa a scuola col direttore. Una cerimonia patriottica grottesca. Il mio problema non è che invitino Salvini. Il mio problema è che chiedano a lui di dire e a noi di ascoltare. Fossi io la sorella di Giovanni Falcone, avrei chiesto a Salvini di venire e di tacere. Di ascoltare e di prendere appunti. Di avere l’umiltà , per un giorno, un solo giorno, di capire che nella vita ci sono cose più grandi delle campagne elettorali e delle dirette televisive. Se fossi io la Fondazione Falcone, avrei invitato i signori ministri nell’aula bunker di Palermo per ascoltare il procuratore generale di Palermo, il direttore del centro Impastato, il presidente della Fondazione La Torre, il procuratore della Repubblica di Agrigento (quello che Salvini vuole denunziare), il sindaco di Palermo, il portavoce della cooperativa Placido Rizzotto che si occupa da 20 anni dei beni confiscati ai corleonesi, un paio di giornalisti che di mafia ne scrivono ogni giorno da un quarto di secolo, il presidente di Libera, quello di Addiopizzo e magari anche il sottoscritto, per spiegare alle autorità romane quello che abbiamo imparato sulle antimafie di latta, sugli amici innominabili del cavaliere Montante a Roma e altrove, sul codazzo di senatori, nani, false vittime e ballerine che agitano la scena siciliana da molto tempo. Ma così non sarà . Verrà Salvini, e parlerà . Gli altri, muti. Pazienza. Io domani vado a Capaci”.
(da agenzie)
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