FINALMENTE TAGLI VERI: LA CONSIP HA RISPARMIATO 6 MILIARDI COMPRANDO A SCONTO
SEDIE, CARTE, SCRIVANIE, ECCO I TAGLI DELLO STATO… ECONOMIE PR 1,5 MILIARDI CON LE “AZIONI VERDI” PER RIDURRE GLI SPRECHI ENERGETICI
Una sedia che costa 86 euro anzichè 124 (il 30% in meno), una scrivania a 112 euro invece di 176 (-36%), una risma di fogli A4 a 2,415 centesimi e non a 2,470 (-2,23%): sono anche questi i tagli attraverso cui la Consip, la società che si occupa degli acquisti per la Pubblica amministrazione, ha messo a segno un risparmio complessivo di 6,15 miliardi nel 2012, su 30 miliardi effettivi di spesa realizzata.
«Abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi prefissati», commenta soddisfatto l’amministratore delegato, Domenico Casalino, presentando i dati del rapporto annuale della Concessionaria Servizi Informativi Pubblici, società che fa capo al ministero dell’Economia.
E a cui tutte le Pubbliche amministrazioni, per effetto della spending review, dovrebbero rivolgersi per i propri acquisti: il condizionale è d’obbligo perchè in realtà non tutti gli enti obbligati usano le convenzioni o gli altri strumenti messi a disposizione dalla Consip, con il rischio di incorrere nei richiami della Corte dei conti, e il 60% degli acquisti è da attribuire ad enti che non hanno prescrizioni.
Come gli enti locali: che teoricamente dovrebbero agire attraverso le centrali di acquisto regionali e, solo se queste non hanno ancora attivato una convenzione, passare alla Centrale pubblica di acquisti.
Oppure, in alternativa, indire gare d’appalto al ribasso, mettendo come prezzo base di riferimento quello Consip.
Perchè una cosa è certa: il prezzo ottenuto dalla Centrale, come testimoniato anche dall’analisi Istat-Ministero dell’Economia dell’anno scorso, è sempre più basso di quello di mercato.
E infatti di quei 6 miliardi e passa, vantati alla fine del 2012 (+20% dal 2011), buona parte (4,55 miliardi) sono stati ottenuti proprio su tagli ai «prezzi unitari» di 66 categorie merceologiche, che vanno dalle stampanti alla carta passando per le bollette della luce e del telefono.
I risparmi maggiori per gli uffici pubblici anzi si sono avuti proprio sui servizi, che rappresentano in realtà la fetta più grossa della spesa della pubblica amministrazione: in particolare, quelli di telefonia fissa e di gestione degli edifici.
Importanti anche i tagli ottenuti per l’illuminazione pubblica e per l’energia elettrica, dove è bastato rivolgersi a fornitori concorrenti per ottenere lo stesso servizio a prezzi più bassi.
Un’altra voce consistente, che ha permesso la riduzione, riguarda la gestione della sicurezza dei luoghi di lavoro e quella degli apparecchi elettromedicali: ad esempio nelle Asl e negli ospedali l’oculatezza nell’affidare la manutenzione degli apparecchi delle Tac alle stesse aziende che li vendono è servita a risparmiare migliaia di euro.
Gli altri 1,59 miliardi sono ricavati in parte grazie alle «azioni verdi», che hanno portato a scegliere le soluzioni più sostenibili per ridurre gli sprechi. In parte vengono dalla cosiddetta «dematerializzazione documentale», ovvero il trasferimento di tanti dati, che richiedevano carta e ore di lavoro, sui computer e sulle reti cloud .
L’ultima fetta riguarda «i risparmi di processo», un’espressione che definisce tutto il tempo guadagnato dalle amministrazioni facendo gare sul Mercato elettronico anzichè dilungarsi in procedure lunghe, costose e a rischio.
Ma i margini di risparmio sono ancora tanti: un esempio su tutti è la prima gara in Italia sul Sistema dinamico d’acquisto, effettuata dalla Regione Lazio, per la fornitura di medicinali ad Asl e ospedali nel 2012.
Poichè i prodotti farmaceutici – spiega la relazione Consip – hanno diversi principi attivi e tanti fornitori sul mercato, si prestano alla negoziazione on line : su un bando con base d’asta di circa 57,3 milioni si è arrivati ad uno sconto del 5%, cioè quasi tre milioni di euro.
Valentina Santarpia
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