FINI A PIETRASANTA DELINEA IL PROGETTO: “OLTRE IL TERZO POLO, NESSUNA CASA DEI MODERATI: PER UNA LISTA DEGLI ITALIANI CHE RACCOLGA LE MIGLIORI TRADIZIONI LIBERALI, CATTOLICHE E SOCIALISTE DEL NOSTRO PAESE”
FINI DICE SI’ AL COMMISSARIAMENTO RAI, MA NON FARA’ ALCUN NOME: “BASTA LOTTIZZARE, DECIDA LIBERAMENTE MONTI”
“Monti vada giù duro, se la Rai non gli piace così com`è, se è convinto «che non adempia al servizio pubblico e al suo dovere di pluralismo, proceda tranquillamente al commissariamento e metta i partiti di fronte alle loro responsabilità ».
Ecco Gianfranco Fini, versione «fase due» e cioè, oltre Fli e oltre il Terzo Polo, con buona pace dei suoi stressati militanti.
Qui al teatro comunale di Pietrasanta l’ ex leader di An si presenta in edizione muscolare, guardando già alla «Terza Repubblica».
E la Rai è un buon argomento per far capire qual è l`aria nuova che tira.
Al premier dà un consiglio: «Governi a tutto campo, senza farsi condizionare dai veti dei partiti».
Il presidente della Camera parla in questo caso a nome del Terzo Polo (solo in questo caso) e dietro le quinte del teatro aggiunge: «Se si dovesse nominare un nuovo Cda noi non avanzeremo nessuna indicazione. La- sceremo Monti libero di scegliere i nomi».
Una destra che rinuncia a lottizzare. Il Pd ha già fatto la stessa mossa.
A fare la battaglia di potere ormai resta solo il Pdl.
Certo la volontà di non interferire annunciata daFini rischia di incendiare gli sponsor delle mani sulla Rai.
Non è un caso che Monti abbia manifestato ai suoi interlocutori la volontà di posticipare la soluzione del rebus a dopo le amministrative.
«Non è questo un momento favorevole per parlare di Rai», spiega il premier ai suoi. Ai partiti Monti chiede di «farsi avanti, di avanzare proposte».
Fini gli risponde dandogli carta bianca. Il Pd insiste per una ventata di aria nuova subito, il Pdl, invece, pratica l`immobilismo più assoluto.
Per il Professore, poco abituato alle sabbie mobili, una bella sfida di cui è perfettamente consapevole:
«Dobbiamo trovare una mediazione a tutti i costi perchè questo modello così non regge».
Una delle tante grane di questo governo di cui Fini rivendicala paternità («C`è chi lo supporta e chi lo sopporta.»)
E` Fli che ha rotto con il berlusconismo per prima, è Fli che ha interrotto «la deriva, la sbornia ideologica», assicurando al Paese «sobrietà e rigore».
In cento giorni, dice il presidente della Camera, parlando ai suoi da un palco «francescano», il governo Monti ha scompaginato tutto, «niente è come prima, il sistema bipolare è stato destrutturato, così come le vecchie etichette».
Che senso ha parlare di «moderati ed estremisti»?
Non è meglio dividersi tra «innovatori e gattopardi»?
E dove crede di andare il Pdl, «partito senza bussola», legato ad un «cesarismo» che non tira più?
Così come la mette Fini tutto è un po` stantio.
E anche il Terzo Polo è già vecchio.
Tanto che l`ex leader di An ha in mente un`«altra offerta»:
«Dopo le amministrative faremo una Costituente per un grande Polo riformatore nazionale, a vocazione maggioritaria».
Parla di «un patto tra italiani di buona volontà , di una forza centrale ma non centrista, non moderata, con una cospicua componente del centro cattolico, insomma un`aggregazione delle migliori culture, liberale, socialista, nazionale».
L`inizio della Terza Repubblica, dice e assicura: «Le nostre strade non si incroceranno più con quelle del Pdl».
Dalla platea lo seguono un po` rapiti, un po` preoccupati.
Arriva lui e spariglia. Dirigenti sempre sulla graticola, da Bocchino a Granata:
scioglie Fli? No, non la scioglie, ma è come se la sciogliesse.
Guarda oltre, chi mi ama mi segua.
Esce a fumarsi una sigaretta e spiega: «Anche Casini lo sa che non si va da nessuna parte solo con una Udc allargata e con Fli».
Stare «tutti insieme nel Ppe » gli va bene ma «nessuna casa dei moderati in Italia, sgombro subito il campo da quest`ipotesi».
Vuole altro, vuole la Lista degli Italiani, una cosa grande, che «non sia «la somma aritmetica dei partitini».
Parla del ritorno della «bella politica» e viene in mente Veltroni.
Scusi non è che state progettando un Ulivo di destra?
Ride e fa gli scongiuri: «Il rischio c`è».
Alessandra Longo
(da “La Repubblica“)
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