FIRME FALSE IN LIGURIA: I RADICALI SOLLEVANO DUBBI SUGLI ELENCHI DI UDC E LISTA PER BURLANDO
PD, UDC E IDV DISPOSTI A RENDERE PUBBLICHE LE FIRME RACCOLTE, IL PDL PRENDE TEMPO….LA PROCURA VERSO IL SEQUESTRO DEGLI ELENCHI…MA TUTTI PARTECIPERANNO ALLE ELEZIONI REGIONALI: LE INCONGRUENZE DELLA LEGGE
Continua la vicende delle “firme false” nella presentazione delle liste da parte dei partiti, per le elezioni regionali in Liguria.
Dopo l’esclusione del Nuovo Psi, la testimonianza di Andrea Pescino auto-accusatosi di aver venduto per 20.000 euro circa 7.000 firme taroccate ad entrambi gli schieramenti e la clonazione delle firme di chi aveva firmato per il Pdl per vedere poi la propria firma tra i sottoscrittori di partiti alleati, è arrivata l’ncursione dei radicali.
Costoro, esclusi dalla competizione per non avere raccolto il numero sufficiente di adesioni, hanno deciso di approfondire la validità delle sottoscrizioni raccolte dagli altri partiti ammessi.
Al terzo tentativo, il presidente della commissione elettorale ha consentito ai radicali di controllare le firme.
Hanno dovuto “motivare la richiesta” e alla fine ci sono riusciti: è stato concesso loro di visionarli, ma solo per quattro ore e senza poter riprodurre i documenti.
Elenchi di 1750 firme a partito: un “accesso informale, gli atti si possono consultare ma non essere fotocopiati”.
Ma questi elenchi sono atti pubblici oppure no?
Secondo la giurisprudenza sono solo “atti amministrativi finalizzati alla presentazione delle liste”.
In pratica la legge sulla trasparenza (m. 241 del 1990. art 22) produce l’effetto opposto: un privato cittadino non può controllare un bel nulla, un giornalista deve essere autorizzato e il giudice può decidere in un senso o nell’altro.
Sono queste ambiguità legislative che alla fine favoriscono i taroccatori di firme: se esse fossero pubbliche e tutti potessero quindi avervi accesso e diritto di controllo, nessuno avrebbe buon gioco a presentare elenchi “clonati”. Ma torniamo ai radicali: dalla loro verifica, limitata a sole quattrro ore, emergerebbero dei problemi per due liste, l’Udc e la lista “Noi con Burlando”, di appoggio al candidato del centrosinistra.
Le anomalie riscontrate consisterebbero nel fatto che le firme appaiono vergate da poche mani e si ritrovano grafie che si ripetono con regolarità in più moduli.
Chi poi ha raccolto le generalità dei sottoscrittori avrebbe firmato anche più volte lo stesso modulo, le firme non apparirebbero autentiche, ma sigle apposte dalle stesse mani accanto ai dati anagrafici.
In particolare, secondo i radicali, il sospetto riguarda, per l’Udc, 44 moduli da 20 firme ciascuno, per “Noi per Burlando”, 33 moduli.
I radicali hanno presentato quindi un esposto ed è probabile che si arrivi a un sequestro degli elenchi da parte della magistratura.
Di fronte a questo caos e all’invito da parte della stampa a rendere pubblici gli elenchi, hanno risposto positivamente il Pd, l’Udc e l’Idv, mentre il Pdl ha preso tempo, “per valutare che ciò non contrasti con la legge sulla privacy”. Nel contempo il candidato del centrodestra Biasotti ha sollevato sospettti sulla raccolta delle firme dell’Idv a Spezia (1.200 in una sola giornata), beccandosi la dura replica del partito di Di Pietro.
Inutile dire che fino ad ora nessun partito ha di fatto reso pubblici gli elenchi stessi.
C’è un assurdo finale: il 28 marzo si voterà ugualmente, in teoria anche per quei partiti che in seguito potrebbero anche essere condannati per aver presentato firme taroccate.
Una cosa infatti è il pass dell’ufficio elettorale, altra cosa un’inchiesta penale che ha tempi lunghi.
Piccola osservazione dell’uomo della strada che vorrebbe almeno votare per partiti onesti: non si potrebbe fissare un mese in anticipo la presentazione delle liste e sfrtuttare quel mese per verificare una a una tutte le firme?
In trenta giorni è una cosa fattibilissima, se accanto ad ogni firma vi fosse indicato il numero telefonico.
Basterebbe questa misura per scoraggiare i maneggioni e almeno formalmente le elezioni in Italia sembrerebbero una cosa seria.
Sui contenuti delle stesse meglio lasciar perdere.
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