AGCOM: UN’AUTHORITY SCREDITATA DIVENTATA RICOVERO PER PENSIONATI POLITICI A 398.000 EURO L’ANNO
L‘AUTORITA’ GARANTE PER LA TV DOVREBBE ESSERE UN ORGANO DI VIGILANZA SUPER PARTES… IN REALTA’ L’AGCOM CHE DOVREBBE CONTROLLARE L’INGERENZA DEI PARTITI E’ FORMATO DA POLITICI: QUATTRO DI DESTRA E QUATTRO DI SINISTRA, BEN CINQUE GLI EX PARLAMENTARI
Le improvvide telefonate del premier a Giancarlo Innocenti, componente dell’Agcom, al di là dei risvolti giudiziari, costituiscono un grave fatto politico: un conto è la legittima critica a determinate trasmissioni, altra cosa è invocare un intervento per farle chiudere, analizzare insieme le procedure tecniche per arrivare a tale scopo e maltrattare anche l’interlocutore perchè si dimostra perplesso sulla reale possibilità di un intervento censorio.
Emerge un altro aspetto nella vicenda: ma non sono questi, si chiede l’opinione pubblica, proprio i componenti di quell’organismo di controllo che semmai dovrebbe costituire una garanzia di equilibrio e di equidistanza dal potere politico, notoriamente invasivo nei confronti dei media?
In Italia abbiamo una particolarità : se dobbiamo controllare i politici, sistemiamo nei posti di controllo degli uomini di partito, lottizzando posti e poltrone.
Così controllori e controllati rispondono alla stessa parrocchia.
Con l’ipocrisia che l’opinione pubblica così è soddisfatta che esistano dei “garanti” della nostra libertà e del pluralismo democratico.
Per non sbagliarsi e correre rischi, specificano quanto sopra già nello statuto, come nel caso di Agcom.
Il presidente attuale, Corrado Calabrò, è stato eletto a maggio 2005 su proposta del Presidente del Consiglio, d’intesa con il ministro delle comunicazioni e previo parere delle competenti Commissioni parlamentari. Ha un mandato di sette anni non rinnovabile.
Gli otto commissari dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni sono invece indicati dal Parlamento “tra personalità competenti e autonome”.
Talmente indipendenti e autonome che su otto, ben cinque sono ex parlamentari.
Si tratta di Roberto Napoli (Udeur), Michele Lauria (Margherita), Gianluigi Magri (Udc), Enzo Savarese (An) e Giancarlo Innocenti, ex deputato di Forza Italia, sottosegretario di Gasparri dal 2001 al 2005 e ora commissario Agcom a 398.000 euro l’anno.
Restano i tre commissari presunti esterni.
Due sono personalità “di area”, come Stefano Mannoni, editorialista del Giornale e Nicola D’Angelo (capo dell’ufficio legislativo di Maccanico e Fassino).
Chiude Sebastiano Sortino, già direttore generale della Fieg.
Tutti restano in carica sette anni al modico stipendio annuo di cui sopra, salvo Calabrò che di eurini ne percepisce 477.000.
E se in casa Agcom il valzer delle poltrone vede un ricco parterre di politici, ecco l’ultima Authority anti-fannulloni di Brunetta con ben 10 “garanti”, tanto per far risparmiare la Pubblica Amministrazione.
In totale le Authority arrivano a ben 2.500 dipendenti e 58 consiglieri.
Ma non si dovevano ridurre i costi della casta?
O nel programma del centrodestra, tanto spesso evocato, hanno strappato e buttato a mare qualche pagina?
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