FORZA GNOCCA: IL CAPRO ESPIATORIO DEL MODELLO CARFAGNA
NON BASTERA’ FAR FUORI LA MINETTI DALLA POLITICA PER RIDARE CREDIBILITA’ AI CRITERI DI SELEZIONE DELLE DONNE NELL’UNIVERSO BERLUSCONIANO…UNA STORIA CHE VIENE DA LONTANO E RICCA DI NOMI
Nicole Minetti capro espiatorio del modello Carfagna? Basterà farla fuori dalla politica per ridare verginità ai criteri di selezione delle donne dentro l’universo berlusconiano?
Forza Gnocca ha una storia antica ed è proprio una telefonata tra la Minetti e la sua amica Barbara Faggioli a fissare l’inizio di tutto.
Ecco come Nicole parla di Mara: “Facciamo come la Carfagna. Un po’ di gavetta l’ho fatta. Non pensare che Mara ne abbia fatta tanta di più. A lui gli fa comodo mettere me e te in Parlamento, perchè dice me le sono levate dai coglioni, lo Stato le paga lo stipendio”.
Un concetto chiaro.
Davvero finirà il “tempo delle Minetti” come ha detto ieri Daniela Santanchè?
Del resto, la prima sfuriata di Veronica Lario, ancora prima del “ciarpame senza pudore” delle veline alle Europee del 2009 (Barbara Matera, Lara Comi, Licia Ronzulli) e dello sfogo contro il marito “malato e maiale” andato a Casoria per il compleanno di Noemi Letizia, dicevamo la prima sfuriata avvenne per un complimento di B. alla Carfagna: “Se non fossi sposato, la sposerei subito”.
In origine, dunque, la Carfagna.
Ma anche Mariastella Gelmini e Michela Vittoria Brambilla.
Le tre ministre protagoniste dell’estate del 2008, quando comincia a montare l’onda degli scandali a luci rosse dell’allora premier, ossessionato e logorato dalla sua satiriasi.
La parabola di Forza Gnocca ha tante zone d’ombra e riguardano tutte il livello politico del bunga bunga.
Come il mistero delle intercettazioni hard sulle tre ministre citate: una a Milano e cinque a Napoli, mai uscite.
Disse poi un giorno la parlamentare finiana Angela Napoli: “Non escludo che qualche deputata si sia prostituita”.
Le elezioni politiche del 2008 hanno portato a Montecitorio una nutrita pattuglia di Forza Gnocca, tante deputate lambite dal sospetto di piacere molto al Capo: Elvira Savino (un tempo intima e coinquilina di Sabina Began, l’Ape Regina dell’harem di Palazzo Grazioli), Gabriella Giammanco, Annagrazia Calabria, Mariarosaria Rossi, Michaela Biancofiore.
Non mancano, ovviamente, i quadri locali e di partito di Forza Gnocca.
Tra i primi spicca la presenza di Francesca Pascale, consigliere provinciale di Napoli e soprattutto indicata come attuale fidanzata del Cavaliere (anche la Minetti, peraltro, ha ammesso una relazione con l’anziano B.).
Tra i secondi, la bellezza più evidente ha il volto di Graziana Capone, l’Angelina Jolie di Bari balzata nella prima fila delle predilette con l’inchiesta pugliese sulle escort procacciate da Tarantini.
Oggi, la Capone , lavora a stretto contatto con B. a Palazzo Grazioli.
Come in ogni harem che si rispetti la solidarietà femminile non esiste.
Piuttosto, a dominare è l’odio.
Il bersaglio preferito è stata la Carfagna, accusata pubblicamente da Alessandra Mussolini di avere una storia con il finiano Italo Bocchino quando ci fu lo strappo del presidente della Camera.
Di qui il soprannome malevolo di Mara Hari.
Non solo. La Carfagna, la Gelmini, Stefania Prestigiacomo, nonchè Daniela Santanchè (in una fase precedente) trasportano Forza Gnocca nella cordata di Gianni Letta con i loro rapporti con il faccendiere pregiudicato piduista e piquattrista Luigi Bisignani.
Qual è stata la natura vera di questi link?
La Gelmini fu persino scortata da Bisignani a Palazzo Grazioli per essere raccomandata in vista del triumvirato dei quarantenni che avrebbe dovuto reggere il Pdl.
Poi non se ne fece più nulla.
In questa cricca, a finire nel mirino dell’odio è la Brambilla.
Il vecchio faccendiere la chiama per telefono “brutta mignotta”, mentre “Chi” di Alfonso Signorini, fidatissimo pink-magazine di Arcore, regala una chicca clamorosa.
Incrociando la Brambilla a un evento, la Gelmini sibila un feroce: “Cagna”.
Tutta colpa della promozione a ministra della rossa Michela Vittoria, che riuscì a mettere piede nelle riunioni di Palazzo Chigi proprio nei roventi giorni dello scandalo di Noemi Letizia. Ed è per questo che l’intervista della Santanchè ieri su “Repubblica” va decifrata con attenzione.
Riposizionatasi su altri lidi, l’ex sottosegretaria dice chiaramente: “Non sarò io la donna del ticket con Berlusconi ma non devono esserlo nemmeno le altre”.
Questa la frase: “Non deve essere una professionista della politica”.
Ogni riferimento alla Carfagna o alla Gelmini è puramente voluto.
Forza Gnocca è viva e lotta con Silvio (anche senza la Minetti).
Fabrizio D’Esposito
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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