FORZA ITALIA, MENO ISCRITTI CHE ELETTI, SCONTRO VERDINI-BIANCONI SUL TESORO DEL PDL
PARTITO IN CRISI NERA: CASSE VUOTE E APPENA 8.000 TESSERATI… CENTO DIPENDENTI SENZA STIPENDIO
È solo uno degli indizi del fallimento del progetto Forza Italia, solo che Berlusconi in questi giorni l’ha additato a porte chiuse per sostenere la tesi della rottamazione.
In effetti, quel dato in quattro cifre dice molto più dei sondaggi che pure nelle ultime settimane avevano registrato un calo dei consensi dal 16,8 delle Europee al 13-15 per cento.
Al 30 settembre, gli iscritti al partito nel 2014 sono risultati ai registri di San Lorenzo in Lucina 8.300. Non uno di più.
E se nel Pd si è aperto un caso per il crollo a centomila, si può comprendere quale sia la portata della deriva forzista
Il fatto è che questo 2014 doveva essere l’anno della rinascita e del rilancio dopo lo strappo del novembre scorso.
E invece la soglia molto inferiore ai diecimila vuol dire, come fanno notare, che nemmeno tutti gli eletti – dai consiglieri comunali agli assessori regionali, fino ai parlamentari – hanno sentito l’esigenza di arruolarsi versando una cifra quasi simbolica al partito.
“Volontario azzurro” 30 euro, “sostenitore azzurro” 100, “benemerito azzurro” 500, fino ai mille dei parlamentari, è il tariffario del tesseramento sul sito. Fallito.
La situazione è tale da aver costretto lo stato maggiore e i responsabili del tesseramento a prorogare la scadenza per l’iscrizione al 30 novembre, dead line che nei prossimi giorni sarà ulteriormente spostata al 15 dicembre.
La speranza è che con l’indizione dei congressi comunali la quota degli iscritti lieviti. «Sarà certamente così, senza congressi non ha nemmeno senso parlare di tesseramenti, quella cifra in fondo è poco indicativa» minimizza il responsabile elettorale Ignazio Abrignani.
Certo è che il confronto con i precedenti risulta improponibile.
L’ultimo dato certificato che risulti agli atti del Pdl è riferito all’anno 2011, quello appunto in cui si sono celebrati i congressi locali. Con l’allora segretario Angelino Alfano che annunciava trionfante il raggiungimento di quota 1 milione 139.192 iscritti.
Ora, il flop dei tesserati è solo una delle tessere che ha fatto saltare i nervi al leader, insieme a quella del dissesto finanziario.
La scorsa settimana il tesoriere del vecchio Pdl, Maurizio Bianconi, è stato convocato dal leader e da Verdini a Palazzo Grazioli.
Gli hanno quasi intimato di drenare soldi a Forza Italia, che del Pdl sarebbe pure creditrice per 22 milioni.
«Ho tanti altri creditori da soddisfare, posso dare poco meno di un milione, nulla di più» ha risposto a muso duro il ruspante deputato toscano. Sono state scintille.
La situazione, con un centinaio di dipendenti senza stipendi da un mese, resta inchiodata al profondo rosso.
E poi c’è la guerra intestina, lo scontro solo sopito con Fitto e i suoi.
I cento giovani già selezionati e i club Forza Silvio sono il futuro, ma per il lancio del nuovo progetto politico Berlusconi attende che si consumi il passaggio della riforma elettorale.
Solo se otterrà da Renzi il premio alla lista (e non alla coalizione) potrà procedere a vele spiegate. Ecco perchè ieri non ha potuto far altro che smentire le anticipazioni pubblicate sul progetto “Forza Silvio” nuovo di zecca da testare alle regionali. «Fantasiose, senza fondamento», le ha definite.
Quanto ai debiti, «sono garantiti da mie fideiussioni, dunque ne rispondo personalmente», e Fi «non chiude, non cambia nome e continuerà a svolgere un ruolo».
Anche a sentire Fitto la tempesta «è alle spalle», lui resta, conferma dalle telecamere di “Che tempo che fa”, ma andando «avanti col coraggio delle mie idee».
Un centro con Passera e Della Valle? Nega, ma a Matera a una manifestazione al fianco del fondatore di “ItaliaUnica” aveva detto che «non c’è preclusione nei confronti di alcuno».
Carmelo Lopapa
(da “La Repubblica“)
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