FORZA ITALIA, VERTICI DA RINNOVARE, ECCO I NOMI IN CAMPO
DA CARFAGNA A BERNINI… IRRITAZIONE TRA I DIRIGENTI STORICI: MANCANO GIOVANI VALIDI…BRUNETTA RISCHIA PIU’ DI ROMANI
Per elettori e militanti usa il linguaggio della lotta, affidato ad un videomessaggio registrato per fare a pezzi il premier e il suo governo: «Si potrebbe dire “piove, governo ladro”… Renzi ha costruito una finta democrazia, si è fatto un regime, si è impossessato di tutto anche della Consulta e della Rai».
Per il suo partito invece Silvio Berlusconi minaccia di usare la frusta.
In un’intervista al Quotidiano Nazionale infatti il leader azzurro appare ancora molto arrabbiato per le liti fra i suoi capigruppo: «Quando il gatto non c’è, i topi ballano. Il gatto è assente dal Parlamento, ma non è assente dal Paese».
E sembra pronto a prendere decisioni drastiche, che sconvolgerebbero l’intero assetto di FI: «Ho intenzione di procedere a un rinnovamento radicale dei vertici, sia per quanto riguarda i gruppi parlamentari sia per il partito».
E anche sulle liste del futuro Berlusconi sembra guardare più alla società civile che ai suoi gruppi parlamentari: «Prospetteremo agli italiani un governo composto al cinquanta per cento da personalità che non vengono dalla politica, per una squadra di successo».
Solo poco tempo fa, parole così tranchant del capo avrebbero fatto tremare le truppe.
Oggi però, e in fondo è anche questo un segnale della crisi, pochi rispondono e pure polemicamente.
Lo fa Maurizio Gasparri: «Non leggo le interviste di Berlusconi, leggo direttamente le smentite…».
Lo fa in modo indiretto anche Renato Brunetta: «Non ho visto nulla, dopo 20 giorni di lavoro durissimo sulla Stabilità sto andando a passeggio con i miei cani. E da domani mi rimetterò al lavoro come sempre sul programma e sul nuovo partito del centrodestra e di tutti i moderati che dovremo costruire per affrontare le elezioni con l’Italicum».
C’è insomma fastidio, irritazione, mal sopportazione verso le uscite del capo contro una classe dirigente rappresentata come il «vecchio», rissosa e superata, che deve lasciar posto a giovani di belle speranze che «non esistono se non nella fantasia del Cavaliere», dicono fra i suoi, o esponenti della società civile pure per ora non palesati (anche se come sindaco di Milano Berlusconi fa i nomi di «Sallusti, Del Debbio e Stefano Parisi»).
Berlusconi nel videomessaggio insiste che rimarrà «in campo per combattere per la democrazia», e assicura che con lui FI risalirà perchè con la sua assenza «non arriviamo al 10%».
Ma i suoi sembrano ormai considerare questi proclami come uno sfogo più che un’intenzione reale, e si attrezzano per andare avanti tessendo ciascuno i propri rapporti.
Stavolta però, assicura chi gli ha parlato, Berlusconi fa sul serio: la sua rabbia verso Brunetta non scema, la delusione anche verso Romani è forte, e potrebbero sfociare presto in un cambio dei capigruppo: soprattutto Brunetta è a rischio perchè l’investitura del capo per la Carfagna è forte e la disponibilità dell’ex ministro ci sarebbe; più complicato sostituire Romani, appoggiato dall’area aziendale del partito e dalla famiglia, ma gli eventuali candidati al suo posto sarebbero Mandelli o Bernini.
Paola Di Caro
(da “il Corriera della Sera”)
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