GENOVA RISCHIA DI PERDERE IL MUSEO DELL’EMIGRAZIONE
TOTI DORME E 5 MILIONI DI EURO DI FONDI PUBBLICI POTREBBERO ANDARE IN FUMO
Genova rischia di perdere il Mei, il museo nazionale dell’Emigrazione e, con lui, cinque milioni di euro di fondi pubblici, di cui tre già stanziati dal Ministero dei Beni culturali e due milioni destinati dalla stessa presidenza del consiglio.
In più sono stati bloccati 300.000 euro di denari privati (della Compagnia di San Paolo, già pronta a impegnarsi con ulteriori finanziamenti).
Dovrebbe sorgere come gemmazione del Museo del Mare, il Museo nazionale dell’Emigrazione, allargando gli spazi espositivi anche nell’adiacente edificio Metelino, al Porto Antico.
Il sindaco di Genova, Marco Bucci, la scorsa settimana ha ribadito l’impegno per realizzarlo, i ministeri dei Beni culturali e degli Esteri si erano fatti avanti, adesso è la Regione che non fa sapere più nulla.
E l’immobilità rischia di far perdere a Genova un presidio culturale di livello nazionale.
Il primo passo per la realizzazione del Mei venne mosso nel 2015, proprio per iniziativa del Mibact, perchè il Museo italiano dell’Emigrazione ha avuto una sede provvisoria, dal 2009 al marzo 2016, al Vittoriale, a Roma e venne stabilita Genova come sede permanente e si arrivò a redigere un accordo di valorizzazione.
«Abbiamo un mese – scandisce Maria Paola Profumo, presidente del Museo del mare e presidente dell’Associazione dei musei marittimi del Mediterraneo – poi perderemo tutti i fondi e la possibilità di realizzare il Mei».
L’istituzione, oltre a raccontare la storia dei grandi flussi migratori che dall’Italia, non solo nell’Ottocento, partirono verso il resto del mondo, e in gran parte proprio dal porto di Genova, e a costruire un centro di documentazione, diventerebbe il “pendant” naturale del Museo di Ellis Island, a New York, dove molti di “questi” emigranti approdarono.
La presidentessa Profumo si dice disponibile a semplificarne la struttura direttiva: «Potrebbe essere lo stesso board del Muma, allargandolo ai rappresentanti dei ministeri coinvolti, a gestire il nuovo Mei», assicura.
Toti sveglia !!!
(da “La Repubblica”)
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