GIA’ 15.000 ISCRITTI, BOOM AL NORD: ECCO IL PARTITO MODELLO “FUTURO E LIBERTA'”
PRESTO NUOVE ADESIONI IN PARLAMENTO… GIA’ COSTITUITI 120 CIRCOLI IN LOMBARDIA, 102 IN LAZIO, 100 IN PUGLIA: MASSICCIA ADESIONE DI GIOVANI….BRACCIO DI FERRO CON I CAPORALI DI GIORNATA EX AN SU UN PATRIMONIO DI 380 MILIONI…. IL FUTURO PARTITO E’ QUOTATO ATTUALMENTE TRA IL 7% E L’8%…L’ASSEMBLEA COSTITUENTE A GENNAIO A MILANO
Il partito deve ancora nascere ma vanta già falchi e colombe.
Gianfranco Fini non vuole correre rischi e il patto tra le due ali di Futuro e libertà pretende che sia siglato sotto i suoi occhi.
Appuntamento martedì alle 12 alla presidenza di Montecitorio.
Giusto un paio d’ore prima del vertice che segnerà , nella sede di FareFuturo, l’atto di nascita del nuovo soggetto politico, quando saranno per la prima volta attorno a un tavolo, i 35 deputati, dieci senatori e quattro eurodeputati che hanno sposato la causa del leader.
Poco prima, però, si replicherà negli appartamenti del presidente della Camera quanto avvenuto in un pranzo top secret della settimana scorsa.
Con Fini si ritroveranno Bocchino, Briguglio e Granata, ritenuti le teste d’ariete di Fli, ma anche i cosiddetti moderati Viespoli (capogruppo al Senato), Moffa, Menia e poi il viceministro Urso e Della Vedova.
Anime dalla sensibilità diversa sulla linea da tenere nei confronti del governo.
Ecco perchè Fini li vuole tutti e otto (con l’aggiunto di un paio) nel comitato esecutivo, sorta di direzione che avrà in Adolfo Urso il coordinatore.
Tutti gli altri, deputati, senatori ed europarlamentari, formeranno già da martedì il comitato costituente. In attesa dei nuovi arrivi.
“Le uscite dal Pdl proseguiranno, arriverà qualche altro senatore, presto saremo determinanti anche lì” prevede Bocchino.
E il pensiero corre ai “quattro mori”, i sardi pdl vicini a Beppe Pisanu.
Ma è alla Camera che i finiani lavorano a spron battuto.
Pressing costante su Isabella Bertolini, per esempio. E su una Deborah Bergamini che, dopo lo strappo con Verdini in Toscana, confessa di restare dov’è per ora “solo per il rapporto personale con il presidente Berlusconi”.
Fli si prepara al lancio del “partito leggero”.
Il modello che prende quota è quello della “public company”.
Nel senso che – in attesa della chiusura della contesa sull’ingente patrimonio finanziario di An – sta per partire l’operazione micro sostentamento, stile sms da 1 euro da lanciare tra simpatizzanti e militanti.
Deputati e senatori si stanno già autotassando per le iniziative sul territorio.
Ma i riflettori sono tutti puntati sul patrimonio da 76,9 milioni di euro e 70 immobili (per un valore di 300 milioni) nelle disponibilità della fondazione An, finora congelato dalla disputa giudiziaria in corso.
Mercoledì prossimo si riunirà il comitato di garanti di An, chiamato a sovrintendere alla spartizione ereditaria del patrimonio tra l’area Gasparri-La Russa, quella di Alemanno e di Fli. Una separazione poco consensuale che, in termini finanziari, sarà seconda solo a quella tra Berlusconi e Veronica Lario.
I finiani chiederanno che si proceda, ma Gasparri fa già sapere che non se ne parla. Intenzionato, tanto lui quando il coordinatore Pdl La Russa, a impedire il flusso di denaro e immobili a beneficio del nemico Gianfranco, per dar man forte alla costruzione del nuovo partito.
Sarà battaglia anche su quello.
Gli intellettuali della galassia finiana, da Alessandro Campi a Sofia Ventura, passando per il direttore di FareFuturo Filippo Rossi, sono invece al lavoro sul “Manifesto per l’Italia” che verrà presentato alla kermesse di Generazione Italia in programma a Perugia il 6 e 7 novembre, vero trampolino di lancio del partito.
Linee guida, il discorso del presidente della Camera a Mirabello, “ma useremo anche la rete, il nostro network molto attivo su Internet tra FareFuturo e GI, per raccogliere proposte e idee dei nostri iscritti” spiega Benedetto Della Vedova.
Dopo Perugia il partito viaggerà veloce più che mai, nessuno si nasconde tra i big finiani che le elezioni possono essere alle porte.
E allora l’Assemblea costituente si terrà a gennaio, come spiega Italo Bocchino, subito dopo le festività .
Location non casuale: Milano.
Storicamente culla dei movimenti e dei partiti italiani, ma anche sede ideale per dare carattere nazionale a un partito che invece nasce con forti radicamenti nel Mezzogiorno.
In Sicilia, il maggior numero di consiglieri locali.
Ma in Lombardia il record di circoli di Generazione Italia (120), seguita dai 102 del Lazio e 100 della Puglia, come rivela il presidente di GI, il 28enne Gianmario Mariniello, di Aversa, pupillo di Bocchino, vero uomo macchina dell’organizzazione.
Già 500 circoli in tutta Italia, 15 mila gli iscritti dichiarati.
È lui, consigliere comunale della sua città , ex dirigente nazionale di Azione giovani, che sta che mobilitando il mondo under 35. “La soddisfazione più grande è l’adesione massiccia di giovani ex Pdl” racconta.
Per il congresso di fondazione, quello vero, bisognerà attendere febbraio-marzo.
“Sarà di sicuro nei primi mesi del 2011 – racconta Roberto Menia – ma un’eventuale accelerazione dipenderà dell’evoluzione del quadro politico”.
Congresso preelettorale, alla vigilia delle amministrative di marzo, se non delle politiche. Milano, Torino, Napoli, Bologna sono solo alcune delle grandi città in cui si andrà al rinnovo di sindaci e giunte.
Collocazione ancora tutta da definire in una tornata in cui sarà obbligatorio schierarsi da una parte o dall’altra.
L’ultimo sondaggio recapitato da Crespi ai dirigenti di Fli attesta un 7,5% che stuzzica ambizioni da corsa in solitaria.
Per adesso, solo il sogno di pochi.
Fini, Casini e Rutelli in realtà non si perdono di vista.
L’unica cosa certa, che il presidente della Camera ha ripetuto ai suoi anche dopo il dibattito sulla fiducia, è che non lascerà la presidenza. “Anche perchè non assumerà subito la guida del partito” ragiona Briguglio.
“Lo farà solo un minuto dopo che saranno indette eventuali elezioni politiche in primavera” chiosa Menia.
A quel punto, gli toccherà prendere in mano le redini del suo nuovo partito.
Carmelo Lo Papa
(da “la Repubblica”)
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