GIORGIA MELONI VUOLE ABOLIRE IL REDDITO DI CITTADINANZA MA NON HA UNA PROPOSTA PER I PROBLEMI DELLA POVERTA’ E DELLA DISOCCUPAZIONE
BASTA CON LA PALLA DELLA DECONTRIBUZIONE PER LE IMPRESE CHE ASSUMONO: DAL 2020 QUESTA LEGGE ESISTE GIA’ MA LE ASSUNZIONI NON CI SONO STATE… E LE TRUFFE SUL REDDITO DI CITTADINANZA SONO INFERIORI A QUELLE DELLE IMPRESE CHE HANNO AVUTO SUSSIDI COVID SENZA AVERNE TITOLO
Per anni è stato un mantra delle campagna elettorali del centrodestra, con Silvio Berlusconi battitore libero della promessa (tra le tante) del “milioni di posti di lavoro” con lui al governo.
E oggi a battere sullo stesso tasto è la leader di Fratelli d’Italia che – esattamente come fece il numero uno di Forza Italia – non fornisce alcuna indicazione concreta sul dove reperire le risorse per dare un contributo alle aziende per le assunzioni. E, nel mare magnum della propaganda, è immancabile l’affondo di Giorgia Meloni contro il reddito di cittadinanza.
In un video pubblicato su tutti i suoi canali social, la Presidente di Fratelli d’Italia sostiene che quella misura di sussidio (approvata durante il governo M5S-Lega, quindi dal suo alleato elettorale Matteo Salvini, all’epoca dei fatti anche vicepremier del governo Conte-1) sia stata solamente una spese inutile per le casse dello Stato.
La realtà è che, come sottolineato da molti esperti nel corso di questi tre anni dalla sua approvazione, il reddito di cittadinanza ha funzionato a metà.
La prima fase, quella del supporto ai soggetti e alle famiglie fragili, ha funzionato fin dall’inizio. Per quel che riguarda i suoi effetti sull’occupazione in Italia, il peso specifico del provvedimento non ha prodotto gli effetti sperati. Insomma, la macchina si è ingolfata. E per questo Mario Draghi, prima della caduta del suo governo, aveva più volte sottolineato come questa misura dovesse essere modificata e ricalibrata. Ma non cancellata. E la stessa idea uscì dalla bocca di Matteo Salvini che, durante il governo guidato dall’ex governatore della Banca Centrale Europea (ma anche prima), sostenne che la misura andava rivista. Ma non cancellata.
Il problema erano (e lo sono tuttora) le truffe. Perché centinaia di non aventi diritto hanno ottenuto comunque l’accesso a questa misura di sussidio. Insomma, i problemi ci sono stati e ci sono.
Ma la Giorgia Meloni contro reddito di cittadinanza, come pensa di colmare quel gap? Offrendo posti di lavoro a tutti? Riducendo i costi a carico delle aziende? Eppure è ancora in vigore un provvedimento datato 1° gennaio 2020: l’esonero contributivo per l’assunzione di giovani (under 36) a tempo indeterminato.
“Al fine di promuovere l’occupazione giovanile stabile, la legge di bilancio 2021 ha previsto un esonero contributivo, per i datori di lavoro privati, per le nuove assunzioni a tempo indeterminato e le trasformazioni dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato effettuate nel 2021 e nel 2022. L’esonero è riconosciuto nella misura del 100%, per un periodo massimo di 36 mesi, nel limite massimo di importo pari a 6.000 euro annui con riferimento ai lavoratori che, al momento della prima assunzione incentivata, non abbiano compiuto il trentaseiesimo anno di età”
Uno strumento per garantire un’occupazione più stabile, a costi praticamente azzerati (per i primi tre anni) a carico dell’imprenditore, già esiste. Eppure non c’è stata una moltiplicazione delle conversioni dei contratti in esseri sfruttando questa iniziativa ancora in vigore.
Quindi non restano che le promesse elettorali. Come quella di Giorgia Meloni.
(da agenzie)
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