GLI 80 EURO NON PORTANO CRESCITA: ADDIRITTURA IL TAGLIO DEL CUNEO FISCALE AVRA’ EFFETTO NEGATIVO SUL PIL NEL 2014
TUTTE LE RIFORME VALGONO SOLO UN + 0,3% DI CRESCITA
L’impatto delle riforme annunciate dal presidente del Consiglio Matteo Renzi per quest’anno sarà relativamente modesto, e spingeranno la crescita di 0,3 punti percentuali. Poco di più, lo 0,9%, nel 2014.
È quanto emerge dalle anticipazioni diffuse da Radiocor del Documento di Economia e Finanza che verrà presentato oggi in tarda serata.
“Il quadro che emerge – si legge nel testo – suggerisce come l’effetto espansivo delle riforme si manifesti debolmente nel corso del 2014 per poi risultare via via più pronunciato negli anni successivi”.
Complessivamente, riduzione del cuneo, pagamento dei debiti Pa, taglio Irap, liberalizzazioni e Jobs Act dovrebbe spingere il Pil di 1,3 punti nel 2016, di 1,7 punti nel 2017 e 2,1 nel 2018.
80 euro, nessun effetto sulla crescita fino al 2017.
Ma a colpire è soprattutto l’impatto della misura più attesa, il taglio del cuneo fiscale, che secondo il documento avrebbe persino un effetto negativo sulla crescita, per effetto dei tagli necessari per coprire il provvedimento.
Gli 80 euro in busta paga avrebbero un effetto pressochè neutro nel biennio 2015-2016 per poi sortire i primi effetti sensibili a partire dal 2017.
Pareggio di bilancio strutturale rinviato.
Confermate le aspettative della vigilia su previsioni di crescita e rapporto deficit/pIl. Il primo è stato rivisto al ribasso allo 0,8%, il secondo al rialzo al 2,6% in linea con le stime della Commissione Europea.
Il Documento suggerisce però uno slittamento del pareggio di bilancio strutturale dal 2015, come invece previsto dal testo dello scorso anno, al 2016.
Debito elevato per pagamenti alla Pa e Fondo salva stati.
Quanto all’andamento del debito pubblico, le cui previsioni sono peggiori rispetto allo scorso anno, il Piano nazionale delle riforme che accompagna il Def, il Tesoro spiega che “ha pesato sulla valutazione degli squilibri macroeconomici del paese nell’analisi approfondita della commissione europea” ma il dato elevato “dipende anche dal contributo attivo al Fondo europeo salva-stati, dal pagamento accelerato dei debiti della pa (che ha contribuito a un incremento del debito di circa 5 punti di Pil nel 2013 e di 6 punti di Pil nel 2014) e da fattori non pienamente conseguenti alle politiche del governo, come la forte contrazione della crescita reale degli ultimi due anni”.
(da “Huffingtonpost“)
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