GLI AUTISTICI NON VOTANO, MA I LORO GENITORI SI: I CANDIDATI LOMBARDI DEI PROBLEMI DEI DISABILI SE NE FOTTONO
CHIEDONO IN UNA LETTERA AI CANDIDATI GOVERNATORI DELLA LOMBARDIA COSA INTENDONO FARE PER I LORO FIGLI: NON RISPONDE NESSUNO DEI CINQUE ASPIRANTI AL TRONO
Adesso qualcuno potrà dire che abbiamo trovato un punto su cui converga il consenso bipartisan di tutte le forze politiche, all’ apparenza non esisterebbe nessun dubbio tra i candidati alla Presidenza della Regione Lombardia sul fatto che gli autistici non siano una realtà che meriti attenzione.
Nessuno dei cinque in corsa per il Pirellone, e nessuno per loro, ha infatti dato un cenno di risposta a una civilissima lettera inviata dal padre di un ragazzo autistico, che chiedeva, a nome suo e dei suoi almeno 9000 potenziali “colleghi” con un simile problema in famiglia (è una stima per grande difetto e di molti anni fa degli autistici lombardi), di poter conoscere, in vista delle prossime elezioni (si voterà il 24 e 25 febbraio 2013) quali orientamenti avrebbero inserito nel loro programma rispetto alle tematiche relative alla disabilità mentale — cognitivo/relazionale e su quali scelte intendessero impegnarsi.
L’autore della lettera è Paolo Zampiceni, presidente dell’ associazione “Autismando”, che riunisce i genitori di soggetti con autismo di Brescia e provincia: “Visto che la situazione dei nostri ragazzi è condizionata anche da scelte politiche-dice Zampiceni- per esempio rispetto all’ organizzazione dei servizi, alle scelte sul welfare, ecc. Abbiamo provato a vedere se, in vista delle elezioni, riuscivamo ad avere un paio di idee più chiare. Ci abbiamo provato … purtroppo l’unica cosa che c’è arrivata, tanto per cambiare, è il silenzio!”
La lettera è stata mandata da fine dicembre, a più riprese, a tutti gli indirizzi mail pubblici che venivano indicati dai vari comitati che rappresentano rispettivamente a Gabriele Albertini, Umberto Ambrosoli, Roberto Maroni, Carlo Maria Pinardi, Silvana Carcano.
Oltre che alle loro rispettive pagine Facebook.
Ad oggi però nessuna risposta.
Paolo Zampiceni dice che i genitori che rappresenta non si sarebbero aspettati certo una risposta diretta dei candidati, ma almeno che qualcuno per loro si fosse preso la briga di dare un cenno che il problema dei disabili psichici non fosse per loro del tutto indifferente: “Speravamo che nelle loro segreterie ci fosse qualcuno che seguisse in maniera specifica le problematiche del mondo delle disabilità , che ci arrivasse comunque qualche indicazione; purtroppo tutto ciò che ci è arrivato è stato il loro silenzio. Forse pesiamo poco agli occhi dei politici visto che le persone con autismo nella maggior parte dei casi non votano.”
La lettera toccava nel dettaglio tutti i punti più critici rispetto ai bisogni dei bambini, ragazzi e adulti con autismo.
Venivano esposti alcuni dei nodi maggiormente problematici, su cui i genitori si sarebbero augurati almeno un impegno.
”Nel momento in cui ci viene chiesto di votare vi chiediamo di indicarci su quanto, realisticamente, ritenete di potervi impegnare e in che direzione intendete orientare la vostra azione rispetto alle politiche per la disabilità e, nello specifico, rispetto alle problematiche correlate all’autismo.”
Alla fine forse sarebbe bastata anche una risposta di pura formalità , poco più che la versione elettronica di quelle lettere prestampate che i vari supporter affaccendati in campagna elettorale, infilano nelle buche delle poste di cittadini di ogni categoria.
Al contrario di quel patteggio pre elettorale “aum aum”, che inquieta e solleva sospetto, qui l’ accordo era più che evidente, come dice lo stesso Zampiceni: “vista la totale assenza del problema della disabilità in tutti i programmi di questa campagna elettorale, noi ci siamo rivolti a ognuno dei candidati chiedendogli cosa avesse intenzione di fare per sostenere il diritto a una vita dignitosa per i nostri ragazzi, il senso della lettera è chiaro: dimostra concreta attenzione al disabile che rappresento e io ti voto, comunque tu possa pensarla, perchè il mio problema equivale alla mia vita.”
A essere proprio maligni verrebbe di pensare che a bloccare un segno di riscontro, che in campagna elettorale davvero non si nega a nessuno, sia stata proprio questa stringata e lapidaria frasetta in calce alla lettera: “Vi chiediamo inoltre l’autorizzazione a pubblicare la vostra risposta sul nostro sito (www.autismando.it).” Non vorremo certo pensare che sbilanciarsi sulla vita degli autistici, da ricordare che l’ autismo è numericamente la prima causa di disabilità , sia considerato così compromettente per i futuri amministratori, molto più che promettere di abbassar tasse, di tagliare i costi della politica, creare posti di lavoro. E’ singolare che una domanda, così legittima, che oltretutto riguarda gli autistici, i più deboli tra le categorie dei deboli, sia riuscita a creare tanto imbarazzo, da evitare il rischio di una risposta che sarebbe stata resa pubblica.
Gianluca Nicoletti
(da “La Stampa”)
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