GLI UNDER 35 HANNO PREMIATO I PICCOLI PARTITI
FDI SOLO AL 22%, CROLLA AL 15% NELLA FASCIA 18.25 ANNI… DIRITTI E AMBIENTE L’AGO DELLA BILANCIA PER I PIU’ GIOVANI: VERDI-SINISTRA AL 7%
Erano quelli su cui puntavano molti partiti per far crescere i numeri dell’affluenza e per consolidare il proprio risultato elettorale. A conti fatti, non solo hanno disertato le urne al pari degli altri ma hanno anche dato un segnale ai grandi schieramenti, preferendo spesso e volentieri orientarsi su formazioni “alternative” ma forse più in linea con le loro istanze.
È questa la lezione che si può ricavare, all’indomani delle “politiche” del 25 settembre, dal voto dei più giovani. Ad analizzarli, due interessanti studi effettuati dall’istituto di ricerca Swg e da YouTrend.
La partecipazione è tale e quale a quella degli adulti
Infatti, come evidenzia il nostro portale Skuola.net – che all’interno delle ricerche ha isolato il comportamento elettorale delle ragazze e dei ragazzi – nella fascia d’età 18-34 anni il dato sull’astensionismo è praticamente in linea con quello complessivo.
Anzi, secondo Swg, è stato leggermente superiore, arrivando al 37% (+1% rispetto al dato generale). Questo nonostante, per una buona fetta di loro (grosso modo quelli tra i 18 e i 22 anni), si trattava del primo appuntamento con le urne per una tornata nazionale.
I voti degli under 35 non premiano i grandi partiti
Ma il fatto che la campagna elettorale non sia riuscita a convincere gran parte del segmento più “anziano” della Generazione Z e di quello più “giovane” dei Millennials lo dimostra anche la distribuzione del voto di quanti, al contrario, hanno voluto dire la loro.
Sempre secondo Swg, quasi nessuno tra i partiti che hanno avuto la maggiore esposizione mediatica durante le scorse settimane può dirsi soddisfatto.
Un esempio su tutti: tra i 18-34enni, Fratelli d’Italia, pur confermandosi al primo posto, arretra di ben 4 punti percentuale scendendo dal 26% (dato complessivo) a un più modesto 22% (e nella fascia 18-25, secondo YouTrend, crolla al 15%).
Stessa sorte, seppur con cadute più lievi, per le altre due componenti della coalizione di centrodestra che entreranno in Parlamento, anch’esse bocciate dagli under 35: Forza Italia non va oltre il 5% (-3% rispetto al dato generale dell’8%), la Lega scende ulteriormente fino all’8% (-1% rispetto al dato generale del 9% circa).
Gli altri, però, hanno poco di che sorridere. Non solo perché sconfitti. Tra i “big 6”, il riscontro migliore (se così si può dire) lo ha avuto l’alleanza Azione-Italia Viva (il cosiddetto Terzo Polo), che ha fatto breccia nel 10% dell’elettorato più giovane (+2% rispetto al dato generale).
Mentre Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, alla vigilia del voto accreditati tra i partiti col maggior potere d’attrazione tra i ragazzi, riescono a fatica a ribadire il rendimento generale, attestandosi rispettivamente al 19% e al 15%.
Forse, solo un’analisi focalizzata su un target ancora più giovane ci racconterebbe una storia diversa.
Sopra la media italiana i voti dei giovani ai piccoli partiti
Ma allora, dove sono andati a finire i consensi delle nuove generazioni? Verso l’unica compagine che, secondo le analisi a caldo, è stata capace di insidiare, in questa fascia d’età, la leadership di Fratelli d’Italia: come detto, il partito delle “alternative”.
Infatti, oltre 1 giovane elettore su 5 (più precisamente il 21%, con un +6% rispetto al dato medio) pare abbia scelto di dare la propria preferenza a liste minori, spesso esterne alle coalizioni. Quali, nello specifico? Qui viene in soccorso soprattutto lo studio YouTrend.
Sorprendente, ad esempio, è il risultato del Partito Comunista che passa dallo 0,26% nazionale all’1,7% tra i 18-25enni.
Anche se il vero boom è da attribuire soprattutto all’accoppiata Sinistra Italiana-Verdi, che sfondano quota 7% (doppiando il 3,5% complessivo). Non a caso la forza che ha spinto di più sui temi dell’ambiente e dei diritti, particolarmente cari ai ragazzi.
(da agenzie)
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