GUZZANTI PATETICO: DATO CHE NON EMERGE UN ANTI-BERLUSCONI ALLORA E’ MEGLIO APPOGGIARE IL PREMIER
PER LA SERIE “NON C’E’ LIMITE ALL’INDECENZA” L’AUTORE DI “MIGNOTTOCRAZIA” DICHIARA “SU SILVIO NON CAMBIO IDEA, MA ORA NON HO ALTERNATIVA”: QUINDI MEGLIO VOTARE A SUO FAVORE…ED ENTRA NEL PARTITO DEI VENDUTI PER “SCONGIURARE LE ELEZIONI”…O FORSE PER FARSI RINNOVARE IL CONTRATTO DI COLLABORAZIONE SU “IL GIORNALE”?
Paolo Guzzanti torna ad appoggiare il governo dell’ex odiato Silvio.
A darne notizia per primo è Luciano Sardelli, capogruppo di ‘Iniziativa responsabile’:
‘”E’ con grande soddisfazione personale e politica che accogliamo l’onorevole Guzzanti come indipendente liberale nel nostro gruppo, sicuri che porterà uno straordinario contributo culturale e politico alla nostra attività parlamentare”.
Venduto più, venduto meno…
E appena la notizia esce, lui subito si giustifica con alcuni sms ai colleghi e amici che gli chiedono spiegazioni: “Fallito il terzo polo, in totale assenza di qualsiasi alternativa, la priorità è scongiurare le elezioni anticipate per preparare il dopo. Mantengo e ribadisco tutto su ‘mignottocrazia’: putinismo, paralisi del parlamento, legge elettorale. Nessuno sconto, nessun ripensamento”.
E ancora: “Oggi Silvio Berlusconi rivincerebbe con la stessa legge elettorale. Prima si deve rifare la legge, poi si vota. Avevamo lanciato un referendum. Chi sarebbe oggi l’alternativa di massa a S.B.? Non c’è. Allora per ricostruirla occorre ripartire da zero e intanto va affrontata la crisi economica. C’è un governo alternativo? No. Un leader alternativo? No. Se si vota oggi siamo punto a capo peggio di prima. L’antiberlusconismo puo essere una posizione etica ed estetica ma politicamente da sola è zero.”
Alle 17 esce un post sul suo blog “Ecco perchè oggi ho aderito al gruppo di ‘Iniziativa responsabile’.
Le spiegazioni sono le stesse fornite dagli sms.
“Ho deciso oggi di aderire come indipendente liberale a ‘Iniziativa responsabile’, un gruppo eterogeneo che fornisce sostegno sufficiente al governo per evitare elezioni anticipate”, scrive Guzzanti illustrando i motivi della sua scelta.
Primo, “il congresso milanese del Fli e prima ancora il convegno di Todi del terzo polo, cui ho aderito con grande entusiasmo”; secondo, il fatto che ”a me, giornalista da mezzo secolo, è stato impedito di scrivere”.
Sia dai giornali di destra, Feltri in primis, sia dalla stampa di sinistra con il messaggio “noi non ti vogliamo non perchè tu sia stato berlusconiano, ma a a causa della Commissione Mitrokhin”.
Poi “l’atto di coraggio e onestà ” di Sallusti che pubblica le due lettere su il Giornale“.
Ecco il motivo della svolta: “E’ accaduto che per la prima volta sul Giornale della famiglia Berlusconi si sia parlato apertamente di mignottocrazia, delle frequentazioni inaccettabili con Putin, della schifosa legge elettorale. Dunque, riassumendo: non sono diventato o tornato berlusconiano e se fosse stato per me, con la sfiducia del 14 dicembre avremmo potuto avere un governo alternativo che però non c’è stato e non c’è. Dunque, palla al centro”.
Sono quindi bastate un paio di lettere pubblicate da Il Giornale per convincere Guzzanti a buttare alle ortiche tutti i motivi di dissapore con il premier o perlomeno accantonarli.
Motivi espressi con chiarezza in due libri che avevano definitivamente segnato la rottura con Berlusconi: Mignottocrazia e Guzzanti Vs Berlusconi (entrambi ed. Aliberti).
Libri che a modo loro hanno fatto storia, il primo per aver inventato il termine per indicare il meccanismo di reclutamento di veline, soubrette senz’arte nè parte approdate alla corte di Re Silvio per meriti non certo politici; il secondo dove Guzzanti rimprovera al presidente del Consiglio “di non aver voluto e saputo fare quel che aveva promesso, ciò che gli ha consentito di arraffare i voti di milioni di italiani affamati di libertà . Il ritratto di un uomo che non sopporta critiche, Costituzioni, Parlamenti, partiti, opposizioni, dipendenti non adoranti e che prostituisce la donna italiana con ignobili messaggi mignottocratici”, scriveva Guzzanti sul suo blog ‘Rivoluzione italiana’.
Poi le lettere pubblicate da Alessandro Sallusti.
Forse esistono due elementi integrativi che Guzzanti dovrebbe spiegare.
In primis il suo contratto da migliaia di euro con “il Giornale” era in scadenza e vogliamo scommettere che gli è stato rinnovato e magari incrementato?
In secondo luogo perchè è cosi tanto interessato a far proseguire la legislatura ad ogni costo? Forse per lo stipendio e per non perdere la pensione?
Bastava dirlo e avrebbe evitato figure da pataccaro.
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