“HO DATO IL SANGUE PER IL PARTITO E VOI SALVATE BERLUSCONI”: D’ALEMA ASSEDIATO DAI MILITANTI A FIRENZE
NELLA CITTA’ DI MATTEO RENZI, L’EX PREMIER FA I CONTI CON L’INSOFFERENZA DELLA BASE… “LETTA? NON SO SE DURA”
“Per favore non mi chiedete di commentare quel che Renzi dirà . Non ho tempo. E neanche voglia”. Massimo D’Alema arriva nella tana del lupo, ma il lupo non c’è ad accoglierlo.
Festa Democratica di Firenze, primo appuntamento importante del Lìder Maximo nei giorni in cui tutti parlano del voto in Giunta sulla decadenza di B.
Ci vanno giù diritti tutti, dai cronisti ai militanti: “Lo salvate?”, è il ritornello, urlato o sussurato. Lui esordisce con un convinto e coriaceo: “Non diciamo sciocchezze”.
Si lancia in qualche dettaglio cosiddetto tecnico: “Poi, a un certo punto arriverà la decisione sull’interdizione dai pubblici uffici”.
Sminuisce le aperture di Violante degli scorsi giorni.
Ma poi mentre fa il giro tra cucine e militanti il tono cambia.
Sarà per l’attacco di un vecchio ex tesserato: “Sono 20 anni che il partito mi chiede il sangue e io l’ho dato. E adesso, che mi dite? Che fate? Io mi vergogno di stare al governo col Pdl e voi lo salverete. Ho anche restituito la tessera, ma il Pd non lo voto più”.
Urla. “Il sangue vi ho dato, il sangue”.
D’Alema s’allontana. È lo stand dei Giovani Democratici. “Facciamo una foto con Gramsci”. E lui: “Povero Gramsci”.
E poi, mentre si mette in posa: “Ma qual è l’associazione tra i Giovani del Pd e la birra?”, chiede.
Ogni riferimento a Pier Luigi Bersani non è puramente casuale. Il giro tra i volontari ha qualcosa di mesto. D’Alema fa le foto coi bambini e stringe mani.
Dai tavolini dei ristoranti c’è chi lo guarda come una visione, qualcosa di inaspettato. Davanti a una cucina si ferma per 5 minuti a parlare di ribollita. E di minestra di cavolo nero. “Sono cose che ho imparato un po’ di tempo fa, circa una quarantina d’anni fa, quando facevo il segretario a Pisa”.
Approfittando del momentaneo buonumore uno dei cuochi s’avvicina: “Ma insomma, lo salvate, eh?”, gli dice, mentre gli dà una pacca sulla spalla. “Io non c’entro, non c’entro niente”.
L’aveva detto pure prima davanti ai giornalisti che lui in Giunta non ci sta, ma mentre allarga le braccia davanti a un interlocutore informale sembra davvero voler marcare una distanza.
D’altra parte lo fa sull’Imu: “Penso che si sia arrivati a una soluzione equilibrata, nel senso che è stata cancellata la prima rata e poi subentrerà un’altra tassazione gestita dai Comuni”.
E soprattutto: “Adesso il governo si può dedicare ad altre question più serie”.
Ma insomma, il governo è salvo? “Non lo so”. Un pronostico? “Ragionevolmente durerà fino al 2015”. Distacco.
Lo stesso che ribadisce rispetto a Matteo Renzi. “Quando si faranno le primarie per la premiership lui correrà . Ma poi serve un segretario”.
Altra stoccata all’indirizzo di Bersani: “Come hanno dimostrato eventi recenti non è detto che chi fa bene un mestiere ne possa fare bene anche un altro”.
Anche qui, lancia un sassolino: “Poi certo, se Renzi si dovrà preparare per tanto tempo, 3 — 4 anni, la questione è diversa”. Quindi il governo dura? “Non lo so”.
È un Massimo D’Alema decisamente sotto tono quello di Firenze. Sembra quasi a disagio, nella parte dell’ospite d’onore senza un ruolo chiaro.
“Anch’io sono un leader fuori dal Parlamento”, dice, riferendosi ancora a B. E dell’ospite d’onore senza padrone di casa. “Da quanto non vede il Sindaco?”. Non risponde.
Lui Renzi si è guardato bene da andare ad accoglierlo, ma i rapporti tra i due rimangono (tanto è vero che ha mandato il fedelissimo Dario Nardella).
Dove porteranno le relazioni tra i due non si sa, visto che D’Alema vuole Cuperlo segretario .
Ad accogliere il Lìder Maximo c’è Patrizio Mecacci, segretario del partito fiorentino. Nato come dalemiano, poi “moderatamente bersaniano” (parole sue).
Non è facile barcamenarsi in questa fase, con D’Alema e Bersani che non si parlano e Renzi che ancora non si capisce che vuole fare.
“Cuperlo è il mio candidato”, dice pure Mecacci. Ma in realtà il sindaco di Firenze è sempre più intenzionato a correre per la segreteria. E magari pure a fare il sindaco: “Lui ha molte più energie di me. Ma sono ruoli impegnativi. Renzipotrebbe impegnarsi per il nuovo centrosinistra”. Intanto, si fa sera.
E D’Alema si prende qualche soddisfazione con l’intervista quasi tutta su temi esteri con Colin Crouch, politologo inglese.
Wanda Marra
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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