I BIG DELL’INDUSTRIA FARMACEUTICA CON IL VACCINO HANNO GUADAGNATO IN BORSA 60 MILIARDI IN 6 MESI
SESSANTA MILIARDI DI CAPITALIZZAZIONE, CINQUE INCASSATI: L’INGLESE GSK HA GUADAGNATO 3 MILIARDI, LA NOVARTIS, LA SANOFI E LA BAXTER 1 MILIARDO A TESTA…IN BORSA LE AZIONI VOLANO DEL 35%…. E L’ITALIA PAGA NOVARTIS PER UN VACCINO INUTILE E CON UN CONTRATTO CAPESTRO
Avevamo due giorni fa segnalato la denuncia del presidente della commissione Sanità al Consiglio d’Europa circa quella che appare ormai come una falsa pandemia, pilotata dalle cause farmaceutiche che avrebbero ricavato enormi guadagni dall’allarme influenza, attraverso la vendita di milioni di vaccini ora inutilizzati.
Come in passato avevamo altresì parlato dell’iniquo contratto che il nostro governo aveva stipulato con la svizzera Novartis, produttrice del vaccino, con condizioni capestro: possibilità per la Novartis di ritardare la consegna delle dosi senza alcuna penale, pagamento di 24.080.000 euro anche nel caso che il vaccino non avesse ottenuto l’ok per il commercio, contratto segretato, eventuali effetti collaterali del vaccino sui pazienti a carico del ministero, nel caso di danni a terzi a pagare avrebbe dovuto essere lo Stato italiano.
Ora siamo in grado di precisare anche i guadagni che la corsa all’antidoto ha permesso ai big dell’industria farmaceutica internazionale.
I titoli dei quattro colossi principali del vaccino hanno guadagnato in sei mesi in borsa il 35% del valore, pari a 60 miliardi di euro di capitalizzazione.
A cui vanno aggiunti i 5 miliardi già incassati grazie alla vendita di oltre 600 milioni di dosi dei vaccini.
A cui va sommato qualche miliardo guadagnato con il boom degli optional pandemici, come anti-virali, mascherine protettive e disinfettanti igienici per le mani.
Mentre l’influenza A va in archivio con un numero di vittime ben inferiore al previsto, gli unici veri vincitori risultano i colossi farmaceutici, i cui conti scoppiano di salute.
L’inglese Gsk ha incassato 3 miliardi di euro con il suo vaccino Pandemrix, venduto in 440 milioni di dosi a 42 Paesi differenti.
La Novartis, con il suo Focetria, venduto anche all’Italia, si è messa in tasca 1 miliardo, al pari della francese Sanofi e dell’americana Baxter.
L’ansia pandemica ha fatto volare anche le vendite dei prodotti antivirali: in Italia se ne consumavano 0,5 confezioni ogni 100.000 abitanti alla settimana, lo scorso autunno siamo arrivati a 35 confezioni.
Nei primi nove mesi dell’anno, il Relenza, targato Gsk, ha macinato 600 milioni di vendite, mentre il Tamiflu, della svizzera Roche, ha decuplicato le vendite, arrivando a 2 miliardi.
Una pioggia di miliardi di cui hanno beneficiato anche gli specialisti dell’oggettistica pandemica: moltiplicate le vendite delle mascherine protettive per il volto (solo la Francia ne ha ordinate 1 miliardo).
La 3M ne ha piazzate 100 milioni di dollari in più dell’anno scorso.
Le vendite di gel disinfettanti per le mani sono cresciute in Italia del 50%, mentre gli americani hanno speso 3,6 miliardi in più .
Poche vittime, ma molti affari, insomma, mentre crescono le polemiche.
La Organizzazione mondiale della Sanità sta infatti valutando la posizione dei suoi advisor scientifici, molti dei quali sarebbero pure consulenti ben retribuiti dei big farmaceutici.
A Londra ben 11 membri su 20 del Sage , il pool di docenti incaricati di gestire le emergenze, sono accusati di conflitto di interessi per i loro legami con le aziende farmaceutiche.
In ogni caso chi avuto ha avuto… e chi ha dato ha dato: i miliardi indietro non torneranno di certo.
Leave a Reply