I FIUMI, LE CASSE D’ESPANSIONE, L’ALLERTA ROSSA: PERCHE’ L’ALLUVIONE IN EMILIA-ROMAGNA E’ UN DISASTRO ANNUNCIATO
300 MILLIMETRI DI POGGIA IN 48 ORE: “ABBIAMO IGNORATO I SEGNALI”
Nove morti, 40 mila sfollati, 41 comuni colpiti e 23 fiumi esondati: è il bilancio ancora provvisorio dell’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna. 300 millimetri di pioggia caduti in 48 ore lasciano 50 mila cittadini ancora senza corrente elettrica. A causa di una quantità di pioggia mai vista, che in poche ore ha fatto salire il livello dei fiumi fino a farli esondare. «Un disastro annunciato», secondo il meteorologo Luca Mercalli. Mentre il climatologo Bernardo Gozzini dice che l’allerta sarà per sempre e invita a cambiare gli stili di vita. E c’è chi punta il dito sulla manutenzione degli argini. E sulle casse d’espansione dei fiumi. Ne funzionano attualmente 12 sulle 23 previste. «Dove ci sono i sistemi non sono entrati in crisi», dice la vicepresidente della Regione Irene Priolo. Intanto a Forlì continua a mancare l’elettricità e a Ravenna il comune raccomanda di stare ai piani alti e decide di evacuare alcune zone.
Le esondazioni
Tutti i corsi d’acqua che si trovano fra Rimini e Bologna, ventuno in tutto, hanno rotto gli argini o sono esondati. È finita sott’acqua Faenza, una parte di Cesena e di Forlì e molti altri grandi centri abitati. In alcune zone, in pochi minuti l’acqua è salita, raggiungendo anche i primi piani delle case. Dei nove morti, una donna di Ronta di Cesena è stata ritrovata sulla spiaggia di Cesenatico. Il suo cadavere ha percorso 20 chilometri in poche ore. Proprio a Cesena i video hanno mostrato i residenti che combattevano contro 15 metri di acqua, in arrivo sui tetti. A Bologna il Savena ha lambito le case, mentre il presidente Stefano Bonaccini ha parlato di un’emergenza paragonabile a un terremoto. Alcuni abitanti sono stati messi in salvo attraverso i gommoni. Un’impresa resa particolarmente complicata anche dai continui blackout alle linee elettriche e telefoniche.
L’allerta rossa
L’allerta rossa era stata diramata da giorni. La perturbazione era attesa. Le aree più a rischio sono state fatte evacuare, le persone invitate a salire ai piani alti delle case. Migliaia di persone hanno lasciato le abitazioni. La realtà, però, ha superato le peggiori previsioni. Anche perché la pioggia (in alcune aree è caduto in 36 ore più del doppio dell’acqua che di solito fa in media nel mese di maggio) è arrivata su un terreno già messo a dura prova dall’alluvione di due settimane fa. Dal primo pomeriggio la pioggia si è fermata ed è spuntato un po’ di sole. Che ha reso più agevoli anche i soccorsi, facendo lentamente ritirare l’acqua dalle aree che aveva invaso. L’emergenza però non è finita. Anche per domani, infatti, sarà in vigore su tutta l’area l’allerta rossa. Il livello di quasi tutti i fiumi continua ad essere sopra la soglia d’emergenza.
«Abbiamo ignorato i segnali»
E sono previste nuove piene che potrebbero mettere a dura prova argini già indeboliti o danneggiati. Senza contare gli oltre 200 movimenti franosi che riguardano la collina e la montagna. Il meteorologo Luca Mercalli spiega in un’intervista a La Stampa che dietro l’emergenza ci sono «gli eventi estremi collegati al riscaldamento globale. Sia chiaro: più scaldiamo l’atmosfera terrestre, e più questi fenomeni diventeranno frequenti e intensi. A livello globale dobbiamo contenere il rischio di peggiorare la situazione, però questo è già il nostro presente». Con il surriscaldamento, spiega l’esperto, «c’è semplicemente più energia in atmosfera. Quindi posso avere un vento sempre più violento e una pioggia più forte. Ma diciamolo: non possiamo continuare in questa ignoranza voluta», dice a Francesco Grignetti.
La frequenza degli eventi estremi
Perché per Mercalli bisogna notare «la frequenza degli eventi estremi. Senigallia, a settembre. Ischia, a novembre. Ora due eventi fortissimi in Romagna a distanza appena di 15 giorni. Eppure la spiegazione è sotto i nostri occhi: il Mediterraneo sta diventando bollente, aumenta l’evaporazione, l’umidità si deve scaricare a terra». Il meteorologo dice che la priorità è fermare le emissioni. Mentre per mitigare il rischio di eventi estremi «occorre studiare caso per caso, a dimensione di bacino, con tutte le competenze attorno a un tavolo, dagli ingegneri agli agronomi, ai forestali. Poi bisogna abbattere e ricostruire, ma lontano dai fiumi, per carità». La priorità è «una legge contro il consumo di suolo. Perché questo episodio ci ha messo ancora davanti agli occhi quanto voglia dire aumentare la vulnerabilità del territorio. Basta con il cemento. Tra l’altro, la terra ci serve per la nostra autosufficienza agricola, per il paesaggio, per il turismo».
I prossimi cinque anni
Il climatologo dell’Ibe-Cnr Bernardo Gozzini dice invece al Quotidiano Nazionale che i prossimi cinque anni saranno i più caldi di sempre. «Questo impatta sul ciclo idrogeologico perché una massa d’aria più calda contiene più umidità ed energia. Poi il sistema lo scarica. Ed ecco gli eventi incontrollabili». Secondo Gozzini sarà necessario progettare le opere infrastrutturali tenendo conto di questo fattore. E poi bisogna creare le cosiddette «casse di espansione». Ma soprattutto bisogna «cambiare i nostri stili di vita. Con un consumo più razionale dell’acqua e apprendendo i comportamenti corretti da avere in caso di eventi estremi. Seguendo i piani della protezione civile e imparando a rispondere in maniera adeguata». Infine, stato e regioni devono aiutare i comuni
Le casse d’espansione
E il quotidiano punta il dito proprio sulle casse d’espansione dei fiumi in Emilia-Romagna. Si tratta di opere che consentono di “parcheggiare” l’acqua fuori dal corso principale in caso di eventi di grande portata. Tra il 2015 e il 2022 la Regione ha ricevuto 190 milioni di euro per la realizzazione di 23 casse. Ma di queste ne funzionano a pieno regime soltanto 12. Altre due funzionano in parte. Nove attendono la fine dei lavori. Due sono ancora da finanziare. Nell’alluvione dell’inizio di maggio si sono riempite d’acqua quella sul Samoggia, nel canale Navile, nei Mulini e nel Senio. «Dove sono state previste i sistemi non sono entrati in crisi. Il problema attuale è la numerosità dei corsi d’acqua in piena contemporaneamente», spiega la vicepresidente dell’Emilia-Romagna Irene Priolo.
Allagamenti a Ravenna nella notte
Intanto nella notte nuovi allagamenti si sono verificati in Romagna, in particolare nella zona di Ravenna. La frattura fra Reda e Fossolo ha sovraccaricato il Canale emiliano-romagnolo e tutta la rete secondaria dei canali consortili, con l’acqua che ha invaso parti significative delle campagne: allagamenti a Russi, Godo, San Pancrazio e Villanova di Ravenna. Durante la notte il Comune di Ravenna è intervenuto, con il supporto della Polizia locale, informando i cittadini di Villanova, invitandoli ad andare ai piani alti, offrendo a chi fosse impossibilitato il primo piano della sede del centro civico o la sistemazione al Cinemacity. Evacuazioni in corso ancora anche a Castel Bolognese, sempre provincia di Ravenna, dove si è registrato un problema di assenza di acqua potabile. Il Comune ha distribuito l’acqua dove ha potuto e al palazzetto dello sport è arrivata un’autobotte.
A Forlì manca l’elettricità
Il comune di Ravenna ha anche raccomandato ai residenti nella frazione di Villanova di salire ai piani alti. «Si stanno registrando innalzamenti dei livelli dell’acqua del canale Magni, che stanno generando tracimazioni e allagamenti delle aree circostanti. Per questo si raccomanda di salire ai piani alti. Chi non si sentisse comunque sicuro puo’ recarsi nella sede del comitato cittadino di Villanova di Ravenna oppure nell’area di accoglienza allestita al Cinemacity, in via Secondo Bini 7 a Ravenna». Gian Luca Zattini, sindaco di Forlì, fa sapere che in città manca ancora l’elettricità. «In tantissimi ci segnalate la mancanza di energia elettrica in numerose vie e aree della città. Siamo costantemente in contatto con il gestore per accelerare il ripristino di contatori e quadri elettrici.Stiamo facendo il massimo ma non dipende tutto da noi, spiega il sindaco. Intere zone della Romagna sono rimaste isolate con black out elettrici e con difficoltà anche nelle comunicazioni per l’interruzione delle linee telefoniche.
L’ordine di evacuazione in alcune zone di Ravenna
Poco fa è arrivato un ordine di evacuazione immediata a persone e aziende di Villanova di Ravenna, Filetto e Roncalceci, per rischio di allagamenti provocati dalla rottura del Lamone tra Reda e Fossolo. Il comune di Ravenna segnala alle persone che non possono andare da amici e parenti l’area di accoglienza allestita al Cinema City al Museo Classis di Classe. «Si sta procedendo ad inviare dei pullman nelle frazioni interessate. Passare parola. Limitare al massimo gli spostamenti», comunica l’amministrazione.
(da Open)
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