I “PIRATI” TENTANO LO SBARCO A ROMA E ARRUOLANO L’IDV BARBATO
CONVENTION IN UN CENTRO SOCIALE A ROMA, OBIETTIVO LE EUROPEE DEL 2014… “GRILLO CI HA COPIATO L’IDEA DI DEMOCRAZIA LIQUIDA, POI L’HA DISTORTA FACENDONE UNA STRUTTURA AZIENDALE CON UN SOLO CAPO”
C’era anche il deputato dipietrista Francesco Barbato ieri alla convention romana dei Pirati europei, organizzata in un centro sociale romano a San Giovanni per pianificare una road map in vista delle elezioni europee del 2014.
Barbato, sponsor istituzionale della costola italiana del movimento, ha annunciato che si iscriverà ai Pirati italiani e che farà di tutto per ospitare in futuro una riunione dei coordinatori europei in una sala di Montecitorio.
“Ho dei collaboratori all’interno del mio staff che sono tra i promotori delle iniziative dei Pirati – spiega -. Insieme stiamo lavorando ad alcuni disegni di legge sulla trasparenza e sui diritti d’autore, con uno sguardo anche a Internet come piattaforma del presente e del futuro”.
Quella di ieri è stata dunque solo una delle tappe di avvicinamento alle elezioni del 2014, vero obiettivo dei Pirati.
Per raggiungerlo, da mesi gli attivisti europei stanno formando un fronte unico attorno a temi come la libertà digitale e i diritti civili.
Affidando parte delle riflessioni alla loro portavoce a Bruxelles, Amelia Andersdotter, 25enne europarlamentare del Piratpartiet, che ieri alla convention ha discusso di una proposta di legge sul libero accesso al web, come “unico e vero spazio pubblico”.
È infatti sfruttando le potenzialità della Rete che i Pirati stanno raggiungendo un grande successo a livello mondiale.
Di varia provenienza (alcuni hanno partecipato al movimento degli “Indignados” e di “Occupy the cities”, pochi hanno militato nei partiti tradizionali), è in Internet che gli attivisti danno corpo alle proprie idee, ed è sempre sul web che, “dopo confronti e dibattiti, votano e prendono le decisioni” come racconta Paul Bossu, delegato belga.
Il tutto grazie alla piattaforma interattiva LiquidFeedback (definita “Assemblea permanente”), che consente loro di tenere sempre vive le discussioni e mettere in pratica la cosiddetta “democrazia liquida” che li caratterizza.
Altro tratto distintivo è la mancanza di una gerarchia interna, assicurano i pirati, che puntano a pescare nel bacino elettorale di chi “ormai, come noi, non crede più nella politica di oggi e preferisce non votare più”.
I punti principali del programma dei Pirati italiani sono provocatoriamente cinque: come il MoVimento 5 Stelle, che “prima si è fatto ispirare dal nostro modello di democrazia liquida sul web, e poi ne ha dato una lettura distorta assumendo i contorni di una struttura aziendale, con a capo un unico direttore”, come spiega Daniele Monteleone, rappresentante italiano nel consiglio europeo dei Pirati.
“Nei mesi scorsi – ha poi proseguito – sono giunti interessamenti anche da parte di alcuni grillini dissidenti”.
Tra gli obiettivi della formazione italiana, il primo è il raggiungimento di una piena libertà digitale, trampolino di lancio per ottenere maggiori diritti in rete.
Ma i pirati sono attivi anche sul piano dei diritti civili (“sì alle coppie di fatto e alla legalizzazione della prostituzione”, come dice Paolo Cocuroccia, attivista), su quello della trasparenza (“sul piano istituzionale ma anche interno ai partiti”) e sui diritti da garantire ai giovani (“supporti di disoccupazione e libri open source”).
Ad oggi i Pirati contano circa 100 mila aderenti in 66 Paesi nel mondo.
Quasi 30 mila solo in Germania, dove hanno conquistato seggi nei parlamenti di 4 stati federali. In Italia le iscrizioni sono partite tre mesi fa e gli attivisti sono 300.
Ce ne sono però altri 1000 che attendono di essere “certificati” e ufficialmente iscritti.
Ma i numeri, spiegano i pirati, crescono rapidamente.
(da “La Repubblica“)
Leave a Reply