I POSSIBILI SCENARI DI CRISI: CHI FARA’ LA LEGGE DI STABILITA’?
QUALE MAGGIORANZA ELEGGERA’ IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2022?
Di Maio che incontra i capigruppo 5S D’Uva e Patuanelli a Palazzo Chigi. Conte che annulla la conferenza stampa prevista oggi. Mattarella che torna al Quirinale dalla residenza di Castel Porziano. I due vicepremier che non si parlano. Salvini che evoca lo spettro del voto: “Bisogna decidere in fretta – tuona dal palco di Sabaudia – la nostra sorte è in mano al popolo. Qualcosa si è rotto nella maggioranza”.
Ma cosa succederebbe se fosse ufficializzata la crisi dell’alleanza giallo-verde?
Va precisato che la caduta del governo, e la fine della legislatura, non sono la stessa cosa. Nel caso in cui Giuseppe Conte nei prossimi giorni salga al Quirinale, infatti, si aprono due scenari.
Il primo: il premier chiede di tornare alle Camere, magari facendo un rimpasto, per verificare se c’è ancora una maggioranza a sostenerlo. In questo caso ci sarebbe un Conte-bis, e tutto proseguirebbe.
Il secondo: Conte non ottiene la maggioranza alla prova del voto dell’aula (o addirittura neanche ci prova ad andarci).
In questo caso il presidente della Repubblica Sergio Mattarella potrebbe fare un tentativo, dando l’incarico a una personalità affinchè tenti di costituire una maggioranza (ad esempio con una coalizione Pd-M5s, evocata nei giorni scorsi da Dario Franceschini e dal sindaco di Milano Giuseppe Sala, ma osteggiata dai renziani).
Nel caso in cui il governo del Presidente fallisse, tuttavia, si creerebbe un esecutivo ‘senza fiducia’ in carica solo per gestire le elezioni e l’ordinaria amministrazione.
In caso si torni alle urne: a rischio legge di Bilancio
A rischio, in caso di crisi di governo, la legge sui conti pubblici. Il quesito è: chi farà la legge di Stabilità da inviare all’Europa entro il 15 ottobre? Con ogni probabilità Salvini pretenderebbe che la facesse il governo che esce dalle elezioni, in questo caso tuttavia tutte le ipotesi restano aperte: dipende dalle date, dall’Europa che dovrà rendersi disponibile ad allungare i tempi. Si andrebbe incontro a un possibile esercizio provvisorio, con spese dello Stato gestite in dodicesimi a partire dal primo gennaio. Ciò comporterebbe, fra l’altro, il blocco della partenza della nuova flat tax, lo stop al salario minimo e alla legge sulle Autonomie.
Ecco le tappe. Entro il 27 settembre il Governo dovrà presentare alle Camere, per le conseguenti deliberazioni parlamentari, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (Def). Entro il 30 settembre, il ministro dell’Economia dovrà presentare alle Camere la Relazione sul conto consolidato di cassa riferito alle amministrazioni pubbliche (I semestre). Entro il 15 ottobre il governo dovrà presentare alla Commissione e all’Eurogruppo, e contestualmente trasmettere alle Camere, il progetto di documento programmatico di bilancio (Dpb) per l’anno successivo, riassuntivo dei contenuti della manovra predisposta con il disegno legge di bilancio. Entro il 20 ottobre il Governo presenta alle Camere il disegno di legge di bilancio, che costituisce ora l’unico provvedimento che reca la manovra triennale di finanza pubblica. Entro il 30 novembre, infine, la Commissione europea adotta un parere sul documento programmatico di bilancio.
L’elezione del capo dello Stato nel 2022
Un altro punto di estrema delicatezza per l’assetto degli equilibri istituzionali è: quale maggioranza eleggerà nel 2022 il nuovo presidente della Repubblica? Se resta questa legislatura, in teoria esistono maggioranze che possono fare a meno dei voti parlamentari della Lega per eleggere il futuro inquilino del Quirinale. Ma se si andasse a nuove elezioni con l’attuale legge, la Lega avrebbe alte probabilità di ottenere la maggioranza assoluta dei parlamentari anche solo con il 35-37% dei consensi. E a quel punto il Presidente lo sceglierebbe Salvini. È forse questa la scommessa finale su cui punta il leader leghista.
(da “La Repubblica”)
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