IDENTIFICATI DUE KAMIKAZE E IL TERZO UOMO IN FUGA, PROBABILE UN’ ITALIANA TRA LE VITTIME
IL COVO SCOPERTO GRAZIE A UN TASSISTA… IL TERZO RICERCATO E’ L’ARTIFICIERE DEGLI ATTACCHI A PARIGI…LA FARNESINA: “SIAMO IN CONTATTO CON FAMIGLIA PER IDENTIFICAZIONE”
Il giorno dopo il caos, cominciano le procedure di riconoscimento delle vittime. Potrebbe esserci una vittima italiana tra i morti degli attentati di ieri a Bruxelles.
La Farnesina, però, rende noto che le verifiche sono ancora in corso.
L’ambasciata italiana in Belgio, secondo quanto si apprende, è in contatto con la famiglia per l’assistenza relativa alle procedure di identificazione.
Le autorità belghe hanno identificato i fratelli Khalid e Ibrahim El Bakraoui, 27 e 30 anni, i due kamikaze che ieri si sono fatti saltare in aria all’aeroporto di Zaventem, dove sono morte 20 persone.
Erano noti alle autorità come esponenti della criminalità , ma non per fatti legati al terrorismo.
Il terzo uomo — che compare nella foto con i due e che risulta attualmente ricercato — è Najim Laachraoui, ritenuto l’artificiere degli attacchi di ieri ma anche di quelli del 13 novembre a Parigi.
Anche lui, quindi, come Salah Abdeslam — che però è stato catturato il 18 marzo — ha finora trascorso oltre quattro mesi da latitante nascondendosi a Bruxelles.
L’identità degli attentatori è stata scoperta grazie al tassista che li ha portati ieri in aeroporto, sorpreso dal fatto che i kamikaze gli avessero impedito di toccare le loro valigie.
E’ stato lui a condurre gli inquirenti nel covo di Schaerbeek, da dove erano partiti, e dove ieri è stata trovata una bomba con dei chiodi, prodotti chimici e una bandiera dello Stato Islamico.
Ancora nessuna notizia, invece, dei responsabili dell’attacco alla metro, dove sono morte 11 persone.
I kamikaze e il terzo uomo in fuga
Khalid aveva preso in affitto sotto falsa identità l’appartamento del 60 rue du Dries a Forest dove si era verificata la sparatoria con la polizia e dove erano stati ritrovate le impronte di Salah Abdeslam, uomo delle stragi di Parigi arrestato nei giorni scorsi a Bruxelles dopo quattro mesi di latitanza.
Nell’immagine delle telecamere di sorveglianza dello scalo, i due fratelli indossavano un guanto nella mano sinistra, sotto il quale nascondevano il detonatore.
E’ invece ancora ricercato l’uomo che era al loro fianco e che indossava un cappello. Laachraoui, nato il 18 maggio 1991 era partito per la Siria a febbraio 2013 ed era con Salah, in una Mercedes in affitto, quando furono fermati il 9 settembre 2015, due mesi prima degli attentati del 13 novembre, alla frontiera tra Ungheria e Austria. Erano assieme a Mohammed Belkaid, l’uomo ucciso nel blitz della polizia a Forest, tre giorni prima dell’arresto di Abdeslam.
Il ruolo chiave del tassista
I fratelli El Bakraoui e Laachraoui hanno raggiunto lo scalo a bordo di un taxi: le immagini di videosorveglianza mostrano i tre insieme che spingono i carrelli con sopra le loro valigie, contenenti gli esplosivi, prima di separarsi nella hall delle partenze.
Le stesse immagini mostrano il terzo uomo, attualmente ricercato, abbandonare il suo carrello prima di darsi alla fuga. A dare preziose informazioni agli inquirenti diverse ore dopo le esplosioni a Zaventem è stato il tassista che ha portato all’aeroporto almeno una parte del commando di terroristi.
L’uomo ha soprattutto comunicato alle forze dell’ordine che il numero di bagagli trasportato dai clienti non corrispondeva agli ordigni esplosi. Questo ha immediatamente fatto scattare le ricerche nello scalo con il ritrovamento successivo di un ordigno non esploso poi neutralizzato dagli artificieri.
L’uomo inoltre ha potuto fornire l’indirizzo di Scharbeek dove aveva prelevato i suoi passeggeri consentendo così le perquisizioni che hanno portato al ritrovamento di sostanze chimiche e di un ordigno esplosivo contenente chiodi.
Non tutti i bagagli erano stati imbarcati dal tassista perchè nell’auto non c’era più posto, si legge sul sito della Derniere Heure. Oltre al taxi l’inchiesta si focalizza su altri due veicoli che sarebbero stati usati dal commando, una Renault Clio e un’Audi nera S4.
Le vittime degli attentati
Gli attacchi in aeroporto e nella metropolitana di Bruxelles hanno causato la morte di 31 persone e il ferimento di altre 250. Il sito della televisione belga Rtbf precisa però che si tratta di cifre provvisorie.
Una cittadina peruviana di 36 anni è stata intanto identificata formalmente come una delle persone rimaste uccise negli attentati rivendicati dallo Stato Islamico. L’informazione è stata comunicata dal ministero degli Esteri peruviano. La donna, residente a Bruxelles da sei anni, si trovava all’aeroporto. Era in compagnia del marito e delle due figlie, una delle quali è rimasta ferita dalle schegge, ha dichiarato a Lima alla stampa il fratello della vittima.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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