IERI 73.296 INDECISI HANNO FATTO IL VACCINO: LA LINEA DURA LI HA CONVINTI A MUOVERE IL CULO
CIRCA 370.000 I GREEN PASS RILASCIATI A SEGUITO DI UN TAMPONE
73.296. Questo il numero delle prime dosi somministrate il 14 ottobre, data significativa perché si tratta della vigilia del G-Day, giorno dell’entrata in vigore dell’obbligo di Green Pass per accedere ai luoghi di lavoro, pubblici e privati.
E se migliaia di lavoratori non ancora vaccinati sono ricorsi al tampone, tanti sono stati invece coloro che hanno optato per la via maestra.
“Convincere gli indecisi”, è il diktat che proviene non solo dal Governo, ma anche dai presidi sanitari (come appunto le farmacie) deputati a fare i tamponi. A guardare l’incremento repentino delle prime dosi negli ultimi giorni e, più in generale, nell’ultimo mese, sembra che la strategia stia dando i suoi frutti.
Se nella giornata di ieri, infatti, giovedì 14 ottobre, gli italiani che hanno optato per i vaccini sono stati in numero superiore a 73mila, mercoledì erano stati circa 65mila, addirittura 58mila nella giornata di martedì, “solo” 23mila nella giornata di sabato.
Un trend in crescita confermato dai dati della struttura commissariale che calcola, dal 16 settembre al 13 ottobre, 559.954 prime dosi in più legate alla certificazione verde, portando sotto la soglia dei 3 milioni gli over 50 ancora senza vaccino.
Rispetto ad una settimana fa, si sono registrate circa 400mila prime somministrazioni. Senza il Green Pass le prime somministrazioni attese erano 1.208.272, con l’approvazione dell’obbligo sono invece diventate 1.768.226, pari a un +46%.
Questo porta a un totale di oltre 46 milioni il numero di italiani over 12 vaccinati con almeno una dose, pari all′85,26% della popolazione e a oltre 43 milioni e 640mila quelli vaccinati con entrambe le dosi, circa l′81% della popolazione over 12.
Mancano all’appello, secondo le stime, 7.958.368 milioni di italiani che risultano ancora senza nemmeno una dose. Fra questi, realisticamente, almeno 4 milioni di lavoratori che, verosimilmente, in queste ore, stanno ricorrendo ai tamponi, riversandosi nelle farmacie.
Con l’obbligo del certificato verde, infatti, ha preso il volo anche la domanda di tamponi: in un mese, la richiesta di test è aumentata del 57%. Ma proprio le farmacie scendono in campo diventando il luogo dove gli indecisi cambiano idea, passando da una richiesta di test e informazioni alla vaccinazione, come aveva annunciato il dottor Roberto Tobia, segretario nazionale di Federfarma, ad Huffpost: “L’obiettivo è vaccinare, non fare i tamponi”.
Sul sito del governo si può vedere che nel solo giorno del 13 ottobre sono stati emessi 563.186 Green pass, la maggior parte dei quali (369.415) in seguito ad un tampone. Complessivamente sono stati scaricati dagli italiani più di 98 milioni di certificati.
La Fondazione Gimbe dal canto suo nel monitoraggio settimanale mette in guardia dal ‘rischio imminente di caos’ proprio per l’elevato numero di analisi legato al pass verde. Con la progressiva estensione del green pass, spiega il presidente Nino Cartabellotta, “la media settimanale è passata da 113 mila del 6 agosto a 178 mila il 7 settembre, per poi stabilizzarsi tra 175mila e 185mila. Questo documenta l’esistenza di una fascia di popolazione non intenzionata a vaccinarsi”. Per Cartabellotta l’attuale sistema “non potrà garantire, almeno nel breve termine, un’adeguata offerta”.
In parziale soccorso arrivano le parafarmacie che annunciano di voler collaborare: “Perché impedire a 4700 farmacisti, laureati che operano nelle cosiddette parafarmacie di eseguire tamponi rapidi antigenici? Perché li considerate farmacisti di serie B?”. E’ quanto chiedono al Ministro della salute Roberto Speranza, in una lettera aperta, il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti e la Confederazione unitaria libere parafarmacie italiane.
“E’ un problema di dotazioni tecniche? Non crediamo – affermano le organizzazioni – esse sono stabilite in rigidi protocolli cui le parafarmacie si possono adeguare in breve tempo”. In questi giorni, sottolineano, “i cittadini sono sballottati da una farmacia all’altra per trovare un ‘buco’ ove poter eseguire un test che per 48 ore permetta di avere il greenpass, noi pensiamo che non sia da Paese civile assistere al caos, alle file interminabili che registriamo in questi giorni in tutte le regioni italiane. Aldilà delle dichiarazioni rassicuranti dei rappresentanti dei titolari di farmacia, le stesse sono al collasso, semplicemente non ce la fanno a reggere l’urto dei richiedenti il test”.
(da agenzie)
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