IL CAMALEONTISMO PARACULO DELLA MELONI FA INCAZZARE IL MONDO CONSERVATORE AMERICANO. “FOX NEWS” SVELENA CONTRO LA PREMIER ACCUSANDOLA DI “VOLTAFACCIA”: “DA ANTI GLOBALISTA. A PRO EUROPA. LA COCCA DI BIDEN FA INFURIARE LA BASE”
SALVINI VEDE L’ENNESIMA OPPORTUNITÀ PER METTERE IN DIFFICOLTÀ LA DUCETTA E ESALTA TRUMP, AUSPICANDO “UN CAMBIAMENTO A WASHINGTON”
Con amici così, chi ha bisogno di nemici? Questo detto americano calza come un guanto sul doppio corto circuito politico, che minaccia di mettere la premier Meloni in rotta di collisione tanto con gli americani democratici, quanto con i repubblicani.
Sul primo fronte, l’imbarazzo lo ha creato l’alleato di governo Matteo Salvini, pubblicando un post su X con cui esalta le vittoria di Trump nelle primarie e si augura «un cambiamento a Washington».
Significa la cacciata di Biden, che ha appena accolto con grande calore Giorgia. La Casa Bianca ha replicato all’Ansa con un no comment, ma il fatto che abbia risposto vuol dire che ha notato l’uscita del capo della Lega.
Il secondo fronte si apre a causa dell’articolo di Fox News, che attacca la premier italiana fin dal titolo: «Il voltafaccia di Meloni da anti globalista a pro Europa. La cocca di Biden fa infuriare la base: non la voteremo più». Come mai la tv di Murdoch, santuario dei conservatori americani, se la prende con Meloni, rimproverandole di aver tradito il verbo anti globalista, per abbracciare il credo filo europeo del capo della Casa Bianca?
L’articolo sottolinea la linea atlantista scelta su Ucraina e Medio Oriente, e le rimprovera anche un mezzo dietrofront sulle deportazioni degli immigrati illegali, con l’appoggio al Migration Asylum Pact della Ue. Poi avverte che con queste scelte moderate rischia di alienare il suo elettorato originale, aprendo spazio a forze più radicali, forse tenendo a mente la Lega di Salvini.
Fox dimostra il complicato equilibrismo a cui è condannata la premier. L’Italia è alleata degli Usa e deve lavorare con chiunque sia alla Casa Bianca. Da qui la scelta pragmatica e saggia di coltivare il rapporto con Biden, sancito dal paternalistico bacio sulla testa durante l’incontro di venerdì. Nello stesso tempo, però, il 5 novembre Trump potrebbe vincere le elezioni, e Meloni deve tenersi pronta all’eventualità di dover lavorare con lui a partire dal prossimo 20 gennaio.
D’altra parte la contraddizione della premier tra l’antica passione politica per Trump e l’attuale sintonia con Biden doveva esplodere, prima o dopo. E lo sta esplodendo in prossimità delle presidenziali americane. Da una parte perché Salvini supporta il tycoon, con la precisa intenzione di metterla in difficoltà. Dall’altra perché è dura conciliare la linea atlantica al fianco di Biden e non entrare in rotta di collisione con Trump.
Un assaggio si è avuto sabato, durante il punto stampa a Toronto. Alla premier è stato chiesto se avesse discusso col presidente Usa i fondi per l’Ucraina, bloccati dai trumpiani: «Di questo stallo non abbiamo parlato, non mi è stato chiesto. E non ne ho parlato con i repubblicani». Per poi aggiungere di non voler ingerire in decisioni interne, ma comunque di «sperare» in una soluzione a favore di Kiev. Sono posizioni distanti dai repubblicani e pure da Salvini, che ha deciso di intensificare sui social il suo supporto alla causa trumpiana. Nei prossimi giorni arriveranno altri interventi. Tutto, pur di indebolire l’alleata.
I conservatori sembrano un po’ offesi dal balletto di Giorgia. Al congresso della Cpac, prima organizzazione trumpista dove aveva parlato in due occasioni, ha inviato una delegazione minore, per non urtare Biden alla vigilia della visita. Però lo spagnolo Abascal e l’argentino Milei sono andati e l’assenza è stata notata. Cpac ora vorrebbe organizzare una conferenza in Italia, mettendo alla prova la sua fedeltà. Fox ha avuto un rapporto complicato con Trump: nel 2016 lo ha appoggiato, all’inizio di questa campagna ha preso le distanze, ora si riallinea. Forse le critiche a Meloni vanno prese come un segnale?
(da La Repubblica)
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