IL CANDIDATO PRESIDENTE MICCICHE’ PARLA ED ESPONE TESI DIAMETRALMENTE OPPOSTE A QUELLE DI FUTURO E LIBERTA’: CHE BELLA ALLEANZA SUI CONTENUTI E SUI VALORI
PAROLE DURE CONTRO I MAGISTRATI, ATTACCO ALL’OMOSESSUALITA’ DI CROCETTA, NIENTE CODICE ETICO, COC(C)A CON BERLUSCONI: LE POSIZIONI DI MICCICHE’ SONO INCONCILIABILI CON IL MANIFESTO FUTURISTA DI BASTIA UMBRA
Per chi avesse avuto ancora dei dubbi sulla cazzata planetaria di Fini nel decidere di “sparigliare” i giochi (per perderli meglio) nelle elezioni regionali siciliane che si terranno a ottobre, appoggiando, con Lombardo, il candidato Miccichè, sono arrivate le prime dichiarazioni dello stesso ex braccio destro di Dell’Utri.
Immaginate se a un leghista venisse comunicato che da via Bellerio è arrivato l’ordine di appoggiare un candidato che vuole il centralismo romano, l’immigrazione libera, il lavoro prima agli stranieri e che le tasse se le tenga tutte Roma.
Come minimo straccerebbero la tessera dopo aver proposto che i vertici siano sottoposti a un trattamento sanitario obbligatorio.
In Fli accade e nessuna presa di distanza avviene tra i deputati ormai in libera uscita, si incazza solo una buona fetta dei militanti sopravvissuti, quelli che in due anni hanno dovuto sopportare tutto e l’incontrario di tutto, compreso i Nan e il defenestramento di Angela Napoli, forse troppo anti-‘ngrangheta per rimanere al suo posto.
In 24 ore in Sicilia avviene il miracolo: si passa dalla difesa a oltranza dei magistrati dell’antimafia alla Ingroia da parte di Fabio Granata alle pesanti critiche ad essi rivolte da Miccichè, dalla richiesta di non presentare candidati con indagini a loro carico in corso di Granata al via libera per gli stessi da parte di Miccichè “perchè non bisogna esagerare, uno non è colpevole fino alla condanna definitiva”.
E ancora da una campagna elettorale su contenuti e programmi auspicata da Granata a battute da caserma di Miccichè sulla omosessualità mai nascosta del candidato Pd-Udc Crocetta.
Le battaglie della Perina e di Raisi contro l’omofobia cancellate in un attimo da un “aspirante” (nel senso che aspira) macho siculo”.
Ma Fini non aveva detto che l’operazione in Sicilia era per far perdere i berlusconiani?
Eccolo servito, Miccichè dichiara che ha sentito il Cavaliere (che gode sempre, ricambiato, della sua stima) e che cercherà di convincerlo a chiedere ai siciliani di votare per lui, in nome dei vecchi e recenti trascorsi forzisti e pidiellini.
Insomma Pdl come il Milan, con una squadra A (quelli di Alfano, Musumeci e gli ex An) e una B (con Miccichè, DellUtri e la vecchia guardia berlusconiana sull’isola).
Passata la commemorazione di Borsellino, insomma, la classe dirigente di Fli puo’ anche allearsi con chi è stato accusato di concorso esterno ad associazione mafiosa e chi di farsi portare cocaina in Parlamento.
Fini ha “consigliato” questa linea e ciò permetterà a qualche deputato siciliano, alle prossime politiche, grazie a questa intesa do ut des, di mantenere la propria poltrona.
Dimenticavo: la giustificazione che fanno intendere è che per far perdere Musumeci bisognava “sparigliare”, che Miccichè è sotto controllo e che se vincesse Crocetta poi ci sarebbe un accordo con lui.
Insomma per far vincere un candidato non si sta con lui, si sta con personaggi dubbi e contro altri ancora, sperando però che vinca il terzo.
Presentarsi da soli? Non sia mai detto che ci si faccia contare e che si rischi di finire sotto il quorum del 5% richiesto.
Alla fine, con un listone unico e il gioco delle preferenze, vedrete Miccichè e Lombardo che mazzo faranno ai candidati di Fli…
In fondo sono stati buttati a mare solo dei principi e dei valori di riferimento, che volete che sia.
Per i creduloni e gli interessati va bene cosi.
In alto i cuori.
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