IL CAVALIERE ATTACCA MONTI: “E’ LUI IL MANDANTE DEGLI ATTACCHI EUROPEI CONTRO DI ME”
I DISSIDENTI PDL CERCANO CONTATTI CON MONTI IN VISTA DELL’ADDIO AL PDL
È il giorno del Cavaliere in trincea. «Mi stanno mettendo contro le cancellerie di mezza Europa, ma io non mi arrendo, vuol dire che facciamo ancora paura».
È un assedio, nel giorno in cui giornali, governi e mercati gli addossano la responsabilità della crisi italiana, del nuovo segno meno in borsa e dello spread tornato a impennarsi.
Silvio Berlusconi ribalta, denuncia la «manovra speculativa » in una nota, ma nei colloqui privati alza il tiro, è ancora più esplicito. E chiama in causa Monti.
Questa mattina nuova riunione a Arcore, prima di spostarsi a Roma per riunire ancora una volta i suoi a Palazzo Grazioli.
I breafing si susseguono, campagna iniziata, attacchi da respingere. «Vogliono intimorirmi, ma io non cedo » va ripetendo. Il sospetto, che si guarda bene dal rendere pubblico, è che il premier Monti non sia affatto estraneo al fuoco di fila scatenato in mattinata contro di lui. Guarda caso – ragionava ieri ad Arcore – tutto accadeva nelle stesse ore in cui il presidente del Consiglio dimissionario si trovava ad Oslo al fianco di Merkel, Holland, Barroso per il Nobel all’Ue.
«È la dimostrazione che lo spread più che un indicatore finanziario è una clava, che usano a fini politici, come un anno fa» è il refrain di Berlusconi.
Pronto a denunciare le «storture» di Bruxelles, in una campagna tutta da giocare in chiave nazionalista, in difesa di interessi e aziende italiane.
Intanto, giovedì 13 a maggior ragione intende prendere parte al vertice dei leader Ppe che a Bruxelles precederà il Consiglio europeo. Intenzionato più che mai a «metterci la faccia» sul suo ritorno, anche in Europa, a dispetto dello scetticismo e delle ostilità dei partner dello stesso Partito popolare.
Ma è un altro genere di offensiva che preoccupa il Cavaliere in queste ore.
Quella delle «Procure», per dirla col suo linguaggio.
Due i segnali che ha registrato dal fortino di Villa San Martino. La nuova inchiesta a carico del fedelissimo – e regista della nascitura Forza Italia 2 – Denis Verdini. E poi, la reazione dei pm milanesi alla «irreperibilità » di Ruby nel processo omonimo. «Hanno iniziato anche loro la campagna elettorale, è la giustizia a orologeria, puntuale » si è sfogato nel pomeriggio Berlusconi col suo inner circle.
Invece a preoccupare lo stato maggiore del Pdl a Milano è la scarsa tenuta della Lega sull’ipotesi dell’alleanza in Lombardia.
Sono tornati a parlarne, dopo il vertice a casa Berlusconi di domenica sera, in una nuova riunione Formigoni, Gelmini, La Russa, Ravetto, Santanchè, Corsaro, tra gli altri.
Tutti poco inclini a fidarsi del Carroccio al punto da «regalare » il Pirellone. Berlusconi al contrario appare convinto.
La strategia già pianificata dal Cavaliere prevede, con l’accordo al Nord, anche il via libera a una Lista Sud da affidare a una schiera di amministratori meridionali, guidata dai governatori Caldoro e Scopelliti.
Assieme a un’eventuale (al momento per nulla sicura) squadra di ex An.
Più liste per la rinnovata coalizione di Centrodestra nazionale.
Più posti in lista con cui soddisfare i troppi appetiti.
Il leader è sempre più galvanizzato dai sondaggi, raccontano. L’ultima rilevazione de “La7” riconosce il 16 al Pdl, in crescita di un punto.
Ma anche i report di Alessandra Ghisleri, ha confidato ai suoi Berlusconi, registrerebbero un trend in costante «crescita» da quando lui ha rotto gli indugi.
Non ne sono altrettanto convinti i cattolici e alcuni liberal del Pdl.
In tanti si stanno muovendo in altre direzioni. «Grave errore ignorare le reazioni estere e dei mercati, serve autocritica» attacca di nuovo Franco Frattini.
Ma anche il governatore friulano Renzo Tondo, cattolico, vicino all’ex ministro Sacconi, sostiene che «Berlusconi ha sbagliato a non favorire il ricambio e a non aver fatto un passo indietro».
Pisanu non fa più mistero di non condividere più nulla.
Il deputato Cazzola è su quella linea, continua a tacere Quagliariello, Mario Mauro in rotta ha incontrato due giorni fa Monti.
E poi Albertini, in corsa per la Lombardia: «Berlusconi ormai lontano dalla realtà , si sente Zeus».
Col Pdl che cambia nome ma non leader, in tanti stanno cercando nuove sponde.
Carmelo Lopapa
(da “La Repubblica“)
Leave a Reply