IL CONCERTO DI PAUL MCCARTNEY ANNULLATO E AI FANS NON VENGONO RESTITUITI I SOLDI, GRAZIE AL GOVERNO
UN’ALTRA PAGINA IGNOBILE DELLA POSSIBILITA’ DI DARE UN VOUCHER INVECE CHE IL RIMBORSO, COME PER ALTRI SETTORI DEL TURISMO… NON SI ‘E MAI VISTO UNO STATO CHE LEGALIZZI L’APPROPRIAZIONE INDEBITA (INFATTI L’EUROPA CI HA INTIMATO DI REVOCARE LA NORMA ENTRO FINE MESE)
Arrabbiati con gli organizzatori dei due attesissimi concerti italiani di Napoli e Lucca, cancellati il 18 maggio scorso, i fan italiani le cantano chiare a Sir Paul McCartney, ma lo fanno educatamente, in richiesta di un suo aiuto.
Il brano si intitola YesterPay – No voucher please – Paul, help us! e riprende chiaramente la melodia di Yesterday dei Beatles: “Paul, ho la metà dei soldi in banca che avevo prima/ Mi dicono che posso andare da un’altra parte ma non dicono dove/ Ho pagato per te Paul ma ora vorrei tanto essere rimborsato”.
Il video mostra i fan dell’ex Beatle con in mano i tagliandi acquistati in prevendita e ormai inservibili, con accanto le cifre spesso ingenti, spese per assicurarsi un posto in platea. Giovani, anziani, ragazzi alla prima esperienza live con il grande Macca, mostrano anche gli album della loro collezione, forse gli stessi che avrebbero portato con loro con la speranza, forse, di un autografo.
Gli organizzatori intanto rispondono così alle critiche che arrivano da associazioni dei consumatori e dai tanti fan delusi. Sostenendo la loro posizione su quanto prevedono i decreti del governo a proposito dei voucher, i promoter italiani di McCartney D’Alessandro & Galli, scrivono: “Il voucher è di fatto un rimborso. È lo strumento introdotto dal Governo con appositi provvedimenti normativi per dare concreto supporto alle imprese del settore martoriate dalla sospensione dell’attività ”.
Poi D’Alessandro e Galli sottolineano le difficoltà che la pandemia e il successivo lockdown ha determinato per l’industria della musica dal vivo: “Tutta la filiera della musica live, che annovera più di 400.000 lavoratori tra le sue fila, ha dovuto subire la decisione della chiusura e della sospensione con danni incalcolabili. Ai consumatori viene assicurato il controvalore economico di una prestazione divenuta ahimè impossibile, non certo per una scelta nostra, ma in forza di disposizioni di legge necessarie per fare fronte ad una emergenza senza precedenti”
Intanto, il Codacons pensa ad una class action europea contro il ricorso ai voucher. In una nota sottolinea come “dal Lucca Summer Festival all’Arena di Verona, fino a tantissimi altri live” sono stati annullati a causa del coronavirus, e chiede quindi “l’immediata restituzione di quanto pagato dagli utenti per eventi e concerti saltati, e le dimissioni del Ministro della cultura Dario Franceschini”.
All’associazione sono arrivate le richieste di aiuto di migliaia di spettatori che si sono visti cancellare concerti e altri spettacoli previsti per i prossimi giorni.
Il Codacons sta per questo pensando ad un ricorso alla Commissione Europea: “In questo momento i diritti dei consumatori sono calpestati sia dal Governo, che col Decreto rilancio ha introdotto la misura dei voucher come forma di rimborso di eventi annullati, sia dagli organizzatori degli spettacoli, che pur consapevoli che i concerti di alcuni artisti non saranno più replicati, rifiutano di restituire quanto pagato dagli spettatori, concedendo solo buoni da spendere per altri spettacoli” ha spiegato il presidente Carlo Rienzi.
“E’ un po’ come se un consumatore acquistasse una automobile, e al suo posto gli venisse concesso un buono per acquistare una barca, nonostante l’acquirente non sappia nuotare o non ami il mare. Di fronte a tale situazione il Ministro della Cultura Franceschini farebbe bene a dimettersi”.
Di qui l’esposto alla Commissione Europea affinchè apra una procedura di infrazione contro l’Italia per aver introdotto l’illegale strumento del voucher come unica forma di rimborso, e una azione collettiva contro gli organizzatori di eventi da parte degli spettatori che hanno acquistato i biglietti per spettacoli annullati.
“Da oggi possono scaricare sul sito dell’Associazione il modulo di diffida da inviare per ottenere il rimborso in denaro”, fa sapere il Codacons, “siamo disponibili anche a dare informazioni su come compilare il documento”.
(da agenzie)
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