IL GOVERNO AI SINDACATI: “CON VOI NON TRATTIAMOâ€
DOPO UN INCONTRO “SURREALE” DELL’ESECUTIVO CON CGIL, CISL E UIL, IN SERATA IL PREMIER SPIEGA IN TV IL SUO CONCETTO DI DIALOGO DEMOCRATICO: “MANDATEMI UNA EMAIL”
Il senso di Matteo Renzi per il sindacato è tutto in una battuta: “Mandateci una email”.
È il messaggio che il premier manda a Cgil, Cisl e Uil dagli studi di Ottoe-Mezzo, il programma di Lilli Gruber, dopo l’incontro pomeridiano tra il governo, senza Renzi, e le sigle sindacali.
Le avvisaglie di quanto avrebbe detto il premier, Cgil, Cisl e Uil le hanno avute al ministero del Lavoro, dove si sono trovati di fronte un governo indisposto, perfino, a fissare il prossimo appuntamento.
“Vi faremo sapere” hanno comunicato, imbarazzati, Pier Carlo Padoan, Graziano Delrio, Giuliano Po-letti e Marianna Madia.
Un atteggiamento che ha provocato la stizza e l’accusa di Susanna Camusso, che ha definito quell’incontro come “surreale”.
Renzi, in serata, è però molto più esplicito: “Il governo non tratta con i sindacati. Cgil, Cisl e Uil fanno il loro mestiere trattando con le imprese ma le leggi si fanno in Parlamento non chiedendo il permesso ai sindacati. E poi, trattare su cosa?”.
Unica apertura, la dissociazione dall’attacco al diritto di sciopero fatta alla Leopolda dal finanziera Davide Serra: “Non sono d’accordo, dice il premier, è un diritto sacrosanto”.
Che il confronto fosse inesistente lo si era capito nel pomeriggio.
Il ministro dell’Economia, Padoan, illustra a grandi linee la manovra finanziaria e descrive le scelte dell’esecutivo. “Mancavano solo le figurine” commenta chi ha ascoltato attentamente. “Il governo ha detto meno di quello che sapevamo”, sorride Annamaria Furlan, neo-segretario della Cisl.
Unica nota interessante, il diverbio tra Padoan e Delrio. “Il rientro in manovra sarà dello 0,4%” comunicava il responsabile del Tesoro mentre il Sottosegretario lo invitava a maggior cautela.
Dopo, la parola è toccata ai sindacati. Furlan, ha puntato l’attenzione sul Tfr, sugli statali e i pensionati ma anche sul taglio dei fondi ai patronati.
Carmelo Barbagallo, futuro segretario Uil, ha consegnato al governo tre documenti e, pur sottolineando l’estrema impreparazione dei ministri — “sembrava non avessero alcun mandato”, dice al Fatto — considera l’incontro comunque “utile”.
Molto negativa la reazione di Camusso, scontratasi nel finale con il ministro Poletti: “Come andiamo avanti? ”, chiede la segretaria Cgil. “Fateci sapere le vostre indicazioni, vi faremo sapere”, la replica imbarazzata del ministro.
“Un incontro inutile, una presa in giro”, dicono sottovoce i sindacalisti mentre si accomodano fuori. Unico momento leggero quello in cui Danilo Barbi, della Cgil, risponde a un Padoan intento a osservare, irritato, sul proprio Ipad la diffusione dell’incontro in tempo reale: “Non guardi noi, non abbiamo i gettoni per far funzionare gli Ipad”.
Ironia che, però , non scalfisce la dura sostanza dei rapporti sindacali.
Al termine dell’incontro, sia Poletti che Delrio provano a smussare: “Siamo pronti a raccogliere suggerimenti concreti” spiega il Sottosegretario, “discuteremo sui singoli punti”.
Ma Renzi, in tv, ha fatto capire cosa intende per raccogliere suggerimenti.
“In assenza di risposte andremo alla sciopero” ha ribadito così Camusso. E ieri sera la Cgil ha riunito i suoi segretari di categoria per un bilancio della manifestazione e discutere delle prossime tappe.
L’indicazione unanime, in vista della decisione che sarà presa dal direttivo, è stata una sola: sciopero generale.
Salvatore Cannavò
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