IL GOVERNO CERCA ALTRI 10 MILIARDI PER COMUNI, SCUOLE, TURISMO
A BRUXELLES CHIESTI 30 MILIARDI DI PRESTITI SURE PER LA CASSA INTEGRAZIONE
Giuseppe Conte l’aveva promesso ai sindaci appena quindici giorni fa: “Non permetterò che i Comuni vadano in dissesto”.
Una promessa accompagnata da un impegno e cioè un nuovo scostamento di bilancio per far arrivare presto nuovi soldi nelle casse comunali.
Ora quel “prossimamente” indicato dal premier si fa più vicino. I 5 stelle spingono per fine giugno, in linea con i tempi del decreto sulle semplificazioni. Il Pd non indica una data, ma sottolinea l’urgenza di avere più soldi non solo per i Comuni, ma anche per la scuola, il turismo e per gli altri settori colpiti più duramente dal Covid.
Tira aria di una manovrina estiva da 8-10 miliardi. Intanto una richiesta di soldi a Bruxelles è già partita: 30 miliardi di prestiti Sure per prolungare la cassa integrazione fino a fine anno e per avere in cascina risorse da destinare ai lavoratori autonomi.
Il pressing dei partiti di maggioranza per far sì che il Governo chieda quanto prima una nuova autorizzazione al Parlamento per sforare ulteriormente il deficit nasce da una considerazione che appartiene anche a palazzo Chigi e al Tesoro: i decreti messi in campo dall’inizio dell’emergenza ad oggi non riescono a coprire tutti i bisogni.
La crisi morde e l’ultimo intervento, il decreto Rilancio, riesce al massimo a dare rassicurazioni a breve (leggere la cassa integrazione fino al 31 ottobre) o a brevissimo raggio (i bonus per gli autonomi sono previsti fino a maggio).
E poi c’è la disillusione sui soldi che possono arrivare dall’Europa attraverso il Recovery Fund: giungeranno non prima dell’anno prossimo e chissà quanti.
Al momento è lo stesso meccanismo a essere in balìa dei litigi e delle trattative tra gli Stati membri, figurarsi se la crisi aspetta tempi che bene che vada avranno una ricaduta nel 2021. I fondi del Mes, che sono a disposizione, sono ostaggio di una decisione politica interna che non matura e il fondo Sure, quello creato per mitigare i colpi della disoccupazione da Covid, è anch’esso uno strumento da perfezionare.
Intanto, però, servono soldi. Laura Castelli, viceministro all’Economia in quota 5 stelle, rivendica la necessità di fare subito: “Lo dico da mesi, sono risorse indispensabili per andare avanti e serviranno a finanziare, oltre agli enti locali, turismo, artigianato, commercio e, naturalmente, la scuola, così da assicurare la ripartenza dell’anno scolastico a settembre. Sono soldi che servono subito, prima della manovra, per concludere così l’anno 2020”.
I pentastellati vogliono che lo scostamento, pari allo 0,6% del Pil, arrivi sul tavolo del Consiglio dei ministri insieme al decreto sulle semplificazioni, atteso intorno al 25 giugno. Non è solo la viceministra a spingere, ma tutto il partito.
Il capo politico Vito Crimi dice che “il Movimento 5 stelle considera favorevolmente un intervento” di dieci miliardi. E indica anche lui una lista di interventi: scuola, Comuni e piccole e medie imprese.
Ma è anche il Pd, partito a cui appartiene il titolare del Tesoro Roberto Gualtieri, a premere sull’acceleratore. Dice Fabio Melilli, che ha in mano le sorti del decreto Rilancio in Parlamento, essendone relatore: “Credo sia opportuno che il governo rifletta su un ulteriore scostamento del bilancio Fino ad ora sono state date risposte importanti ma dal turismo all’automotive, senza dimenticare il tema del lavoro e degli enti locali, è necessario dare ulteriori risposte”.
Il segnale che arriva dai partiti di maggioranza e da un pezzo del Governo è chiaro: inutile aspettare soldi che arriveranno chissà quando, inutile pensare solo a progettare il piano per avere i soldi del Recovery Fund, bisogna mettere subito altri soldi freschi sul piatto.
Ma per il momento da via XX settembre si invoca prudenza. Quando trapelò la notizia della promessa fatta da Conte ai sindaci, Gualtieri disse che “rispetto ai tempi di stanziamento delle risorse è prematuro prevederlo”, spiegando allo stesso tempo che sono allo studio soluzioni tecniche.
Una fonte del Tesoro di primissimo livello rivela a Huffpost: “Non mi risulta un intervento immediato, ma non lo escludo per il futuro”. Il tema c’è. La grande questione politica esplosa dentro la maggioranza è quando mettere in campo la manovrina. L’aria c’è già .
(da “Huffigntnopost”)
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