IL GRANDE BLUFF A CINQUESTELLE: COMANDINI NON HA RINUNCIATO ALLA CANDIDATURA
ALL’ANNUNCIO NON HANNO FATTO SEGUITO GLI ATTI NECESSARI… IL CANDIDATO M5S E’ AL CENTRO DELLE POLEMICHE PER LE SUE AMICIZIE PERICOLOSE CON FAMIGLIE DELLA ‘NDRANGHETA A IMPERIA
L’annuncio “Comandini si è dimesso” e “Comandini rinincia alla candidatura” al momento è stato solo un grande bluff.
L’Alice Salvatore, candidata del M5S alla Presidenza della Regione Liguria, lo aveva annunciato venerdì mattina dagli schermi de La7 alla trasmissione “L’aria che tira”.
Roberto Fico (che ha negato le evidenze palpabili, affermando falsità , sul caso Mafodda-M5S-Comandini, vuoi perchè male informato o perchè anche se consapevole ha ritenuto meglio negare comunque), sempre venerdì scorso, aveva ribadito il ritiro del candidato imperiese alla testata amica de “Il Fatto”.
Con questo annuncio bluff hanno stoppato l’attenzione mediatica sul caso dell’esponente della nota famiglia di ‘ndrangheta di Arma di Taggia (che non ha ripudiato tale famiglia e suo padre “esponente di spicco” della cosca) tra i fondatori e responsabili del Meetup del M5S di Arma di Taggia, nonchè supporter e “fraterno amico” del Comandini Daniele (che rivendica e sventola tale legame) candidato capolista del M5S nell’imperiese.
Gli annunci erano falsi, visto che nella realtà Comandini è ancora in corsa per essere eletto in consiglio regionale con il M5S.
Se al massimo domani verranno stampati i manifesti elettorali ufficiali con le liste dei candidati, Cpamandini comparirà su quei manifesti come il capolista del M5S nell’imperiese.
A seguito di verifiche effettuate direttamente, il Comandini Daniele, infatti, non ha presentato la “Rinuncia autenticata” alla candidatura.
Non risulta che abbia presentato, per la presa d’atto, la Rinuncia alla Commissione Elettorale Circondariale di Sanremo, così come non l’ha presentata alla Commissione Elettorale presso la Prefettura di Imperia… e non l’ha presentata nemmeno all’Ufficio Elettorale presso la Corte d’Appello di Genova e neppure a quello del Tribunale di Imperia.
Insomma un grande bluff a 5 stelle (alla faccia dello slogan “onestà ” e “noi siamo diversi”) per farsi belli e stroncare l’attenzione mediatica sul caso, mentre Comandini rimane candidato ed eleggibile e con una labile promessa di dimissioni post elezione.
Una balla colossale raccontata dal M5S per nascondere e quindi perpetuare (con anche una nuova pagina “Io sto con Daniele Comandini” “candidato consigliere” nata su fabebook, e la sua candidatura che campeggia sul sito ufficiale del M5S ligure — vedi foto) una candidatura imbarazzante che rappresenta l’ultimo tassello di una selezione di candidati M5S nell’imperiese viziata da un uso “mafioso” delle preferenze (come denunciato già a gennaio dagli stessi esponenti M5S di Imperia) e dopo aver raccolto nell’area di influenza della famiglia Mafodda, alle politiche ed alle euoropee, percentuali di voti largamente superiori a quelle raccolte negli altri territori dell’imperiese e delle altre province liguri.
Il M5S sapeva dall’interno di questa situazione già da lungo tempo.
La Casa della Legalità ha documentato tutto, sino alla virgola, dal 20 aprile.
La Salvatore, così come Grillo ed il suo staff, non hanno voluto affrontare la pesantissima questione.
Il M5S ha fatto scorrere il tempo e presentato ugualmente la candidatura di Comandini come capolista, come se nulla fosse, ed anzi prodigandosi nel negare fatti inconfutabili, con improbabili e imbarazzanti difese che sono arrivate a paragonare la figura di Mafodda a quella di Peppino Impastato.
Casa della Legalita’
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