IL M5S NON CORRE A SIENA, ALTRA MARCHETTA AL CENTRODESTRA
LA TRISTE STORIA DEGLI ATTIVISTI CHE CHIESERO LA TESTA DEL RESPONSABILE DELLA CANDIDATURA DELL’IMPRENDITORE INDAGATO: ALLA FINE E’ ROTOLATA LA LORO
Ricordate? Quando nel MoVimento 5 Stelle scoppiò il caso Caiata gli attivisti senesi chiesero la testa del responsabile della candidatura dell’imprenditore ponentino ma residente in città e indagato.
Loro avevano segnalato tutto, dissero, ma non erano stati creduti. Per questo il responsabile doveva pagare. E su questo non si transigeva. Ma ovviamente nessuno pagò.
Sono passati due mesi e mezzo e per una straordinaria coincidenza, come a Vicenza gli attivisti senesi non hanno ricevuto la certificazione per la loro lista.
Fino all’8 maggio scorso Luca Furiozzi, candidato sindaco con pagina Facebook ma anche uno dei più furiosi durante il caso Caiata, aggiornava la sua pagina Facebook con passione, pronto alla sfida raccolta anche dalla pagina ufficiale del M5S Siena.
Gli attivisti hanno inviato la richiesta di certificazione due mesi fa, come da regolamento.
Non hanno mai ricevuto risposte nè spiegazioni. E dal momento in cui i 5 Stelle senesi si sono accorti di non essere stati certificati, si sono come d’abitudine rinchiusi in un ostinato silenzio, senza comunicare niente a nessuno come si conviene al partito dei trasparenti. “Non più sudditi, ma sovrani”, recitava lo slogan scelto da Furiozzi per la campagna elettorale.
La sovranità sarà per un’altra volta, per adesso si rimane sudditi.
“Siamo distrutti, addolorati e ci sentiamo abbandonati”, spiega Michele Pinassi che nel 2013 correva per diventare primo cittadino per il Movimento e oggi è consigliere comunale Siena 5 Stelle.
“Non ci sappiamo dare una motivazione e nemmeno ce l’hanno data, c’è stato solo silenzio assoluto”, aggiunge.
Sul suo profilo Facebook invece Luca Furiozzi fa un po’ di sarcasmo, dicendo che sulla sua vicenda toccherà bere un amaro lucano.
Lucano, come Caiata.
(da “NextQuotidiano”)
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