IL MALINCONICO ADDIO DI ENRICO LETTA “TENGO PER ME AMAREZZE E INGENEROSITÀ”
E’ IL SUO LASCITO POLITICO AI DEM
«Le amarezze e le ingenerosità le tengo per me», sospira Enrico Letta rivolto a chi lo aveva implorato di tornare da Parigi. È il suo lascito politico ai dem convenuti per benedire la nuova fase.
E in questo addio non risparmia fendenti, chiama in causa sia il nemico Matteo Renzi che l’amico Pierluigi Bersani: «Vi assicuro, non darò vita ad un partito alternativo al Pd».
Già l’emiciclo dell’Antoniano dove è riunito il Parlamentino dem dà un’immagine di smobilitazione: su seicento posti ne sono occupati al massimo centocinquanta. «Bastava farlo al Nazareno dicendo che era anche da remoto, per evitare questa figura», sbuffa uno degli esperti di comunicazione. Altri cinquecento delegati (su mille) voteranno da casa, numero legale salvo. Per giunta, una cinquantina dei presenti sono ex scissionisti tornati all’ovile. Ecco, in questo clima, dove Letta ricorda San Sebastiano trafitto dalle frecce, la paura di non risollevarsi è forte.
Big ed ex ministri latitano, se pure giustificati dal voto on line: Pierluigi Bersani ha preferito non farsi inserire tra i delegati; non c’è l’altro ex segretario Nicola Zingaretti, che si è dimesso dicendo di provare «vergogna» per un partito avvitato su sé stesso; vota da remoto, con tanto di prova documentale l’ex ministro e presidente del Copasir, Lorenzo Guerini. Dario Franceschini se ne va prima di pranzo, senza ascoltare i candidati. Assente Graziano Delrio. Tutto ciò conforta chi vuole un cambio di fase, ma colpisce lo stesso.
Incassa l’applauso quando avverte che il leader «non può passare la giornata a reggere equilibri interni, perché così siamo condannati». Ma quando dice «sono stati mesi difficili anche per il tentativo di sostituire il Pd, che oggi si può dire fallito», molti non paiono d’accordo.
Lui termina con un atto d’amore per il Pd e con un segno di speranza. «Vorrei che con questo primo giorno cominciasse una nuova stagione, che mettessimo dietro le spalle questo inverno faticoso».
(da agenzie)
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