IL PASSO DEL GAMBERO DEL GOVERNO: UNO AVANTI E DUE INDIETRO
ANCHE QUALCHE GIORNALE D’AREA COMINCIA A SEGNALARE LA STRANA CAMMINATA DEL GOVERNO… DECISO NEGLI ANNUNCI E IN RETROMARCIA NEI FATTI… CAMBIARE IDEA E’ ANCHE SEGNO DI INTELLIGENZA, MA NEGARE DI AVERLA CAMBIATA E’ SEGNO DI DEBOLEZZA E CONFUSIONE.
Da qualche mese cerchiamo di segnalare quelli che, ovviamente a nostro parere, sono gli errori commessi dal Governo Berlusconi, confidando che in alto qualcuno si renda conto del polso dell’opinione pubblica di Centrodestra.
Il fatto di essere compresi a parecchie settimane di distanza e in ogni caso di essere riusciti ad “animare” perlomeno un dibattito nelle componenti e nelle anime più avvedute, non ci può che far piacere.
Non amiamo il “partito unico” o il “pensiero unico”, non vogliamo sentire che la ragione sta sempre da una parte e il torto dall’altro. Riteniamo semplicemente che, dopo il fallimentare governo delle sinistre, al Centrodestra sia stata data dall’elettorato una chance storica per cambiare a fondo molte magagne ataviche del nostro Paese.
E questa opportunità il Governo non la sta cogliendo, frantumandosi in iniziative estemporanee e che vengono vendute sui media come “fatte”, quando invece spesso sono solo “dichiarazioni di intenti”, se non farraginosi progetti che mai vedranno la luce.
Errori sulla composizione governativa, sulle priorità e sul peso delle alleanze, linguaggio spesso sopra le righe e divieto di critica come se la democrazia non fosse confronto di idee.
Unite poi da un atteggiamento che ora anche qualche giornale di area, come “Libero”, comincia a stigmatizzare come la “politica del gambero”, un giorno un passo avanti e il giorno dopo due passi indietro.
Concordiamo ovviamente che cambiare idea è segno di flessibilità e intelligenza, rivedere le proprie posizioni è a volte necessario in politica. Se i passi indietro superano però quelli in avanti, vuol dire che emergono palesi segni di debolezza o di confusione.
Il quotidiano di Feltri, a firma Luigi Santambrogio, analizza 5 punti chiave ( che avevamo trattato in diversi nostri articoli, volta per volta) in cui il Governo ha fatto retromarcia.
Al primo posto il “pacchetto Giustizia”: pochi giorni fa il Premier aveva dichiarato che “andremo avanti da soli, a costo di cambiare qualche norma costituzionale”. Il pacchetto Alfano doveva andare all’approvazione del Consiglio dei Ministri di venerdì, ora slitterà a gennaio. E’ intervenuto Napolitano ricordando i compiti e i limiti del governo. Retromarcia e “dialogo in parlamento con tutti i gruppi di opposizione”.
Al secondo posto la ritirata strategica sulla riforma ( o presunta tale) della scuola. Al di là delle dichiarazioni della Gelmini che ” nulla è cambiato”, è indubbio che la riforma dell’Università e della scuola superiore siano slittate a data da destinarsi ( mai?) .
Si discute ancora sul maestro unico, divenuto ora facoltativo, con chi tira da una parte e chi dall’altra, ma ” a pensare male ci si azzecca sempre”: i sondaggi davano il ministro in discesa libera e il governo pure, occorreva uno stop. Ci avessero pensato magari prima, si evitava la brutta figura di questi due mesi.
Un terzo punto da marcia del gambero, il quotidiano Libero lo individua nell’abolizione delle Province, promessa dal programma elettorale del PdL e sui cui avrebbe dovuto concordare anche la Lega, visto che se l’era letto e nulla aveva obiettato. Ora retromarcia della Lega che non vuole mollare le poltroncine comode e gli interessi che gestisce al nord ( meno male che sono per la riduzione della casta… a parole) e salta tutto perchè bisogna garantire qualche posto alla manovalanza delle chiappe padane senza sedia. Figura miserevole…
Quarto punto: per le elezioni Europee, Berlusconi aveva fatto fuoco e fiamme per il ritorno al proporzionale con quota di sbarramento, alla fine si torna indietro e resta il sistema di anni fa senza alcuna modifica.
Al quinto punto il quotidiano Libero mette la politica di Maroni sulla sicurezza “che avrebbe dovuto far piazza pulita di immigrati clandestini e rom”.
Sottolinea Libero che ” il reato di clandestinità punito con il carcere è andato alla malora. Le impronte ai rom? Se va bene la Croce Rossa l’avrà presa a 10 zingari. I bimbi strappati ai topi e mandati a scuola? Ma dove? Maroni ha dato l’impressione di essersela data a gambe”. In pratica in molti cominciano a darci ragione sui temi che spesso tocchiamo: il governo pensa di gestire le iniziative come uno spot commerciale, va bene per vincere le elezioni, ma poi bisogna essere concreti.
Ora la priorità non dovrebbe essere nè la giustizia, nè il federalismo fiscale ( a cui ripeto non frega una mazza a nessuno, salvo ai leghisti per moltiplicare quattrini, potere e poltrone ai suoi ometti del nord, intenti a nascondere i soldi nel materasso per poi investirli in bingo e casino).
La priorità è l’emergenza sociale: lavoro, occupazione, prezzi, case, salari e stipendi, medie imprese, crediti alle aziende, tutela dei prezzi al consumatore.
E su questi temi il Centrodestra sta lasciando troppo spazio alle critiche e sta facendo troppo poco. La crisi ancora è agli inizi, occorre dedicare risorse ed energie a misure a sostegno dei ceti medi, non perdersi in chiacchiere da spocchiosi. A buon intenditor…
Leave a Reply