IL PIANO COLAO DOVREBBE RILANCIARE L’ITALIA? TRA LUOGHI COMUNI E SOLITE SANATORIE
SMART WORKING, COLMARE IL GAP DIGITALE, SANATORIA IMPRESE: CI VUOLE UN DISEGNO POLITICO NON IL COMPITINO DEGLI ESPERTI… L’UNICA COSA SAGGIA E’ IL CONTRIBUTO PUBBLICO ALLE DONNE VITTIME DI VIOLENZA (PECCATO CHE NON C’ENTRI UNA MAZZA CON IL RILANCIO DELL’ITALIA)
Il Comitato di esperti guidato da Vittorio Colao ha consegnato stamattina, 8 giugno, alla Presidenza del Consiglio, il rapporto finale sulla ripresa dell’Italia dall’emergenza Coronavirus. «Un’Italia più forte, resiliente ed equa» è l’obiettivo centrale del documento. Il piano propone obiettivi generali e 6 ambiti fondamentali per il rilancio. Si parla di imprese e lavoro come «motore dell’economia», di infrastrutture e ambiente come «volano del rilancio». Turismo arte e cultura come «brand del Paese», di una Pubblica amministrazione «alleata dei cittadini e imprese». L’istruzione, la ricerca e le competenze vengono definiti «fattori chiave per lo sviluppo». Individui e famiglie «in una società più inclusiva e equa».
Imprese e lavoro
Tra gli obiettivi più di rilievo c’è senza dubbio la volontà di escludere il ‘contagio da Covid-19’ dalla responsabilità penale del datore di lavoro per le imprese non sanitarie. In più, si parla di neutralizzare fiscalmente, in modo temporaneo, il costo di interventi organizzativi per l’adozione dei protocolli di sicurezza. C’è poi la questione smart-working, centrale nei mesi di pandemia, e per la quale ora la task force prevede una promozione — soprattutto dal punto di vista della Pubblica amministrazione, per la quale si chiede di definire e adottare un codice etico ad hoc. Si parla poi di consentire (in deroga temporanea) il rinnovo dei contratti a tempo determinato in scadenza almeno per tutto il 2020.
Nel capitolo imprese si trovano anche due proposte di sanatoria.
La prima riguarda l’emersione del lavoro nero che, sulla scorta del decreto Rilancio, preveda sia l’emersione del lavoro irregolare in alcuni settori, sia un mix di premialità (riduzione della contribuzione), paletti (dichiarazione di assenza di lavoro nero) e sanzioni (in caso di dichiarazioni del falso). Una seconda sanatoria dovrebbe riguardare invece l’emersione e la regolarizzazione del contate derivante da redditi non dichiarati attraverso da una parte il pagamento di un’imposta sostitutiva, e dall’altra l’obbligo di investimento di una porzione dell’ammontare (40-60%) — per 5 anni — in strumenti di supporto del Paese.
Istruzione e università
Il piano intende poi lanciare un programma didattico sperimentale per colmare il gap di competenze e skill critiche (capacità digitali, problem-solving, finanziarie di base) che vede l’Italia al 26/o posto in Europa su 28 Paesi per le competenze digitali della popolazione. Il sistema formativo tradizionale, si legge, «presenta lacune significative per quanto riguarda le competenze innovative». Ad esempio, solo il 20% degli insegnanti ha effettuato corsi formativi in materia di alfabetizzazione digitale e il 24 % delle scuole manca ancora di corsi di programmazione.
Il piano, poi, punta sulle università e la ricerca: «C’è una forte dispersione dei migliori ricercatori fra le università italiane — si legge — con conseguente buona qualità media delle università italiane, ma carenza di poli di eccellenza internazionalmente competitivi». Il Comitato invita quindi le istituzioni a «creare poli di eccellenza scientifica internazionale, differenziando le università al loro interno sulla base della pluralità di ‘missioni’ e del diverso grado di qualità della ricerca delle loro strutture interne».
Il ministero dell’Istruzione, secondo la task force, dovrebbe spingere «le università piccole o mono-disciplinari a specializzarsi in una particolare combinazione delle diverse funzioni oggi svolte: formazione di base, formazione specialistica e dottorale, ricerca pura, ricerca applicata e terza missione, partecipazione a network internazionali, contributo allo sviluppo territoriale, ecc». Ad essere premiate saranno così «solo quelle strutture (o quegli atenei, se piccoli o mono-disciplinari) che raggiungono risultati eccellenti nelle funzioni prescelte, anzichè risultati medi in tutte».
Individui e famiglie
La task force propone di ripartire dal «contributo di libertà », e cioè un contributo pubblico per le donne vittima di violenza, che sia sulla scia di «un reddito di Emergenza e/o Cittadinanza» e che possa garantire loro un supporto iniziale da destinare a spese di sussistenza, alloggio, mobilio, salute, educazione e socializzazione dei figli, corsi professionali, vita autonoma». Tra le altre misure utili sono individuate anche l’erogazione di «incentivi per l’assunzione» e «la creazione di una Rete di Imprese contro la Violenza, ad adesione volontaria, per un confronto sullo sviluppo di politiche ed azioni aziendali in favore sia delle donne inserite grazie al programma sia di ogni lavoratrice eventualmente esposta a forme di violenza in ambito domestico».
Per quanto riguarda l’assistenza alle famiglie e ai suoi componenti, il piano propone di «avviare la riforma dei congedi parentali indennizzandoli almeno al 60%, individuando forme di supporto pubblico». L’obiettivo è quello di incentivarne l’utilizzo, soprattutto da parte “maschile”, e di estendere i congedi di paternità a 15 giorni.
Inoltre, si propone di lanciare un piano nazionale per l’apertura di nidi, per estenderne l’offerta ed eliminare le differenze territoriali. Attualmente, specifica il testo della task force, la disponibilità di nidi è ancora bassa (25%) e varia notevolmente tra Nord, Sud e Centro. «Il nido — si legge — è un servizio educativo a cui devono poter accedere tutti i bambini senza differenze»
Turismo, Arte e Cultura
Tra gli — inevitabili — obiettivi della commissione c’è anche il rilancio del turismo. Per rilanciare la stagione 2020-2021, la task force di Colao propone una nuova governance e strategia per il turismo — e cioè la creazione di un presidio governativo speciale per coordinare il rilancio del settore nel prossimo triennio.
(da agenzie)
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