IL POLITOGO PASQUINO: “RENZI, GRILLO E BERLUSCONI ORMAI UNITI DAL BULLISMO POLITICO”
“SONO LO SPECCHIO DI UNA SOCIETA’ MALEDUCATA”
“Il bullismo politico a cui stiamo assistendo è destinato a crescere ed è lo specchio perfetto della società italiana che è diventata maleducata”.
È questa l’opinione del politologo Gianfranco Pasquino, rilasciata all’HuffPost, a proposito dello scambio di insulti che stanno accendendo la corsa alle elezioni europee e amministrative del 25 maggio.
E in prima fila nello scambiarsi parole al vetriolo l’uno contro l’altro ci sono proprio i leader dei principali partiti italiani: Matteo Renzi, Beppe Grillo e Silvio Berlusconi.
Ormai non passa giorno in cui i “temi” usati nella campagna elettorale non siano accuse personali, offese, attacchi che esulano completamente dai contenuti dei programmi.
“Non illudiamoci – dice Pasquino -: questa situazione non cesserà . I toni accesi ormai sono diventati sistematici, anche se per motivi diversi. Da una parte abbiamo Beppe Grillo che si gioca tantissimo in questa tornata elettorale e deve diventare a tutti i costi il secondo partito”.
Dall’altra parte invece c’è Berlusconi, che proprio domenica scorsa ha paragonato il leader M5s a Robespierre “a chi promette – ha affermato l’ex premier – la Gerusalemme celeste portata in terra e poi quando arriva non fa niente e sottopone la popolazione ad un bagno di sangue”. “Berlusconi – spiega il politologo piemontese -, a differenza di Grillo, è in difficoltà e per rimettersi in pista e guadagnare i voti persi deve conquistare le prime pagine dei giornali e quindi alza i toni. E non si preoccuperà affatto di continuare su questa strada”.
Anche il premier Renzi non risparmia attacchi frontali ai suoi principali competitor, da ultimo bollando Grillo come sciacallo. Che ha contraccambiato paragonando il primo ministro a Genny ‘a carogna, il capo ultrà del Napoli al centro delle cronache dopo la finale di Coppa Italia. “Anche Renzi – dice Pasquino – non è esente da questo linguaggio. Le parole che usa non sono sempre fini: pensiamo alla parola ‘rottamazione’ scelta come uno dei suo primi slogan e ultimamente al ‘professoroni’ per attaccare i docenti che l’hanno criticato per le riforme. Attenzione: così si insultano le competenze e le persone che hanno studiato”.
“Purtroppo – aggiunge Pasquino – sarà molto difficile cambiare questo trend. Ormai siamo arrivati al punto in cui i politici non pensano più alle parole che utilizzano, ma si chiedono solo cosa sia utile per il proprio consenso elettorale. E così non si preoccupano di amplificare ogni giorno lo scontro e le volgarità che hanno ormai invaso il nostro Paese”.
Un clima talmente aspro che anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha affermato di essersi sentito aggredito nell’ultimo anno e ha aggiunto che l’Italia ha bisogno “di un clima nuovo per pacatezza, rispetto reciproco, impegno e rigore nello sciogliere i nodi reali dello Stato democratico”.
(da “Huffingtonpost“)
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