IL RETROSCENA: QUEL PATTO SEGRETO TRA ULTRA’ DAVANTI ALLA DIGOS
NEI SOTTERRANEI DELL’OLIMPICO L’OK ALLA PARTITA DECISO DA AZZURRI E VIOLA
C’è stato un punto di svolta nella notte degli spari sul calcio.
Sono le 21 e 15, dieci agenti della Digos sfilano dentro la pancia dello stadio Olimpico fino all’area ospitalità nascondendo due ultrà della Fiorentina: il passo è veloce, l’atmosfera tesa, molto tesa perchè la finale di Coppa Italia fra il Napoli e il club della famiglia Della Valle è appesa a un filo.
Chi devono incontrare i capi del popolo viola?
Ad aspettarli c’è «Gennaro ‘a carogna», pochi minuti prima seduto sulla balconata che divide la curva napoletana dal prato dello stadio.
«Noi non tifiamo. E voi?», la domanda agli avversari fiorentini.
«Anche noi resteremo in silenzio», la risposta di chi guida la curva della Fiorentina.
La trattativa è veloce. Pochi i protagonisti, ma decisi.
Il capo-ultrà partenopeo aveva chiesto e ottenuto il colloquio con il capitano Marek Hamsik e ora il secondo tempo della partita più surreale del nostro calcio deve tradursi in un faccia a faccia fra capi popolo.
La Digos ascolta, lo Stato è presente. «Gennaro ‘a carogna» detta la sua agenda.
Come sta il tifoso ferito? È sotto i ferri o c’è dell’altro? E voi viola rispetterete il silenzio?
Tre interrogativi, tre risposte che vanno nella direzione cercata dalla curva partenopea.
E la sfida può cominciare.
Dentro i settori del tifo più acceso, però, qualcosa non torna. Non tutti sono d’accordo nel tapparsi la bocca una volta che il pallone prenderà le sue direzioni in campo.
E allora? «Ci hanno tirato i bomboni per invitarci a stare zitti. Loro in basso, noi più in alto», racconta Pasquale.
Sono quasi ventimila nel settore Nord dello stadio Olimpico. Ventimila e divisi fra oltranzisti e chi vorrebbe gridare forza Napoli e basta.
«Ci chiedevamo cosa sarebbe potuto accadere se ci avessero aperto i cancelli. E se i romanisti si erano radunati là fuori? Lo scontro sarebbe stato inevitabile…», così Ciro, calmo e appassionato tifoso.
Ma, là dentro, nella parte calda della curva, «in molti parlavano di organizzarsi per andare a Catania dove avrebbe giocato la Roma in campionato.
Gli ultras del Napoli e quelli etnei sono gemellati, l’occasione era ghiotta», riprende il filo del discorso Pasquale.
Trattativa breve e riuscita, dunque. A Catania, ieri, non sono arrivati cento tifosi della Roma perchè il treno sbarcato in Sicilia si è presentato vuoto.
«C’era il rischio di agguati passando da Napoli», fa sapere un investigatore.
Passare da Napoli, oggi, per i giallorossi è come una dichiarazione di guerra che merita vendetta per la sorte dell’ultras in lotta con la vita.
«La finale di Coppa Italia all’Olimpico è stato il nostro fiore all’occhiello in questi anni, guardate come è andata Lazio-Roma dell’anno scorso. Ora si rischia di aver rovinato tutto», una voce dal Viminale.
E, l’Olimpico, adesso potrebbe diventare stadio vietato proprio per le finali.
A cominciare da Juventus-Napoli del prossimo agosto per la Supercoppa Italiana.
(da “La Stampa“)
Leave a Reply