IL RAGAZZO EGIZIANO BENDATO E TORTURATO PER ORE
L’AVVOCATO DEI REGENI: “I SUOI AGUZZINI SONO GLI STESSI DI GIULIO”
Patrick Zaky è stato bendato, interrogato e torturato per ore. Il racconto di quello che ha subito l’ha fatto lui stesso ai familiari e agli avvocati nei pochi minuti – quattro, cinque al massimo spiegano – che la polizia gli ha concesso per incontrarli.
“Era pieno dei segni delle botte ricevute – ha spiegato l’avvocato che lo segue – ma sono stati attenti e professionali. Hanno usato cavi elettrici volanti, nessuno strumento che lasciasse intravedere l’utilizzo dell’elettrochoc. Si tratta di vere torture”.
Per il giovane, attivista e critico nei confronti del regime di al Sisi, il magistrato ha stabilito 15 giorni di detenzione. Poi ci sarà un processo: sullo studente dell’Università di Bologna, arrestato all’aeroporto del Cairo mentre tornava nel suo Paese per salutare la famiglia pendono cinque capi d’imputazione: tra questi, l’accusa di istigare terrorismo. Nel mirino alcuni post contro al Sisi.
Continua intanto la mobilitazione in suo sostegno e la Farnesina ha dichiarato di voler seguire da vicino il caso. Al processo, spiega il Corriere della Sera, sono stati ammessi i funzionari dell’ambasciata italiana in Egitto.
“Gli aguzzini di Zaky sono gli stessi di Giulio”, denuncia l’avvocato di Regeni. Sentito da Repubblica, Mohamed Lofty dice: “Patrick è stato arrestato per i suoi studi in Italia. A prendere Patrick è stata la Sicurezza nazionale, il servizio segreto civile, lo stesso coinvolto nel sequestro, tortura e omicidio di Giulio, e che ha cinque ufficiali indagati per questo dalla procura di Roma”.
Di cosa lo sospettino, l’avvocato non sa dirlo, ma si esprime così: “Non so che cosa abbiano in testa, sarà qualcuna delle loro solite paranoie che rendono il nostro Paese non democratico. Ma per loro è normale prendere un ragazzo, uno studente, sbatterlo in galera e torturarlo per giorni”.
Tuttavia per Lofty “l’omicidio di Giulio continua a essere un’inaccettabile spina nel fianco per il nostro governo e, in qualche modo, ci sono anche delle analogie con l’arresto di Patrick: sono studenti in un Paese in cui la cultura fa molta paura”, di fatto “vittime di paranoie, scambiati per quello che non sono”.
(da agenzie)
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