IL TATUAGGIO A FORMA DI SVASTICA DEL CAPO DI GABINETTO DELL’ASSESSORE ALLA PROVINCIA DI TRENTO
MARIKA POLETTI SFOGGIA UNA SVASTICA SUL POLPACCIO: EX AN, EX FDI, ORA IN UNA LISTA CIVICA DOVE HA TROVATO OCCUPAZIONE… LA SUA FISSAZIONE E’ IL DISPREZZO DEGLI OMOSESSUALI
«Non è una svastica nazista ma la conclusione del ciclo delle Rune del canto di Odino, per la precisione la diciottesima. Ne ho altre dodici da un’altra parte e 24 da un’altra ancora. Sono una cultrice della cultura popolare e quella è una simbologia millenaria».
Eppure quella che Marika Poletti, neonominata capo di gabinetto dell’assessore della provincia autonoma di Trento Mattia Gottardi, sfoggia tatuata sul polpaccio sembra proprio una svastica.
Qualcuno se ne è accorto e ha inviato a Gottardi e alle redazioni dei quotidiani del Trentino la foto della Poletti con il tatuaggio bene in vista.
Basta scorrere i suoi profili Facebook e Twitter per farsi un’idea.
I più curiosi potranno anche leggere alcuni suoi articoli pubblicati sul sito La Spada di Damocle, nel quale possiamo leggere un interessante articolo dove si critica il “multirazzismo” nella Nazionale di calcio.
Già militante di Alleanza Nazionale e dirigente di Fratelli d’Italia Marika Poletti di recente è passata alla Lista Civica Trentina di Gottardi che l’ha chiamata a dirigere il suo ufficio di assessore agli enti locali.
La presenza di quel tatuaggio poi è cosa nota, già cinque anni fa il CSO Bruno ne ricordava la presenza, senza che nessuno si peritasse di smentire o parlare di rune.
E quella “runa” poi è incredibilmente simile alle insegne di combattimento di due divisioni delle Waffen SS, la 5 ª SS-Panzerdivision “Wiking” e la 11 ª SS-Freiwilligen-Panzergrenadier-Division Nordland.
Lei si difende dicendo che pure il simbolo della pace è tratto dall’alfabeto runico (dove curiosamente non figura la svastica)
Ma del resto anche chi si tatua la svastica ci ricorda spesso che è un simbolo induista e di pace e che quindi non c’è nulla da temere.
Quelle persone però più che un culto per la religione e la tradizione induista coltivano ben altra nostalgia..
Perchè in fondo se la svastica tatuata è solo una runa e un simbolo culturale cui la Poletti sente intimamente di appartenere i post contro i gay non sembrano trarre spunto dalla tradizione norrena quanto da un malcelato disprezzo per gli omosessuali.
Sembra quasi di tornare al bel periodo in cui si diceva che l’AIDS era una malattia dei gay e non degli etero.
La fissazione della Poletti per i gay prosegue con un paio di post sull’elezione di Macron che definisce “prima donna all’Eliseo” oppure “giovanotto dai gusti incerti con matrimonio bislacco”.
(da “NextQuotidiano”)
Leave a Reply