IL THRILLER SULLA FUGA DI ARTEM USS SI ARRICCHISCE DI UN NUOVO ATTORE CO-PROTAGONISTA: MATTEO PIANTEDOSI: IL VIMINALE NON AVEVA PREDISPOSTO ALCUNA VIGILANZA PARTICOLARE
IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, CARLO NORDIO, HA TIRATO IN BALLO IL TITOLARE DEL VIMINALE: HA SOSTENUTO DI AVER PASSATO TUTTE LE INFORMAZIONI SUL RISCHIO DELLA FUGA DELL’IMPRENDITORE RUSSO, ARRIVATE DA WASHINGTON, ANCHE ALLA DIVISIONE INTERPOL DEL MINISTERO DELL’INTERNO
Il Viminale sapeva che il russo Artem Uss era a rischio fuga, eppure non ha predisposto alcuna misura di vigilanza particolare per impedire che scappasse dai domiciliari.
A rivelarlo, nella lingua formale e burocratica della informativa al Parlamento e senza mai nominare il collega di governo che di quel dicastero è titolare, è proprio il ministro Carlo Nordio.
Che ieri, davanti a una Camera desolatamente semivuota, ha spiegato che tutte le informazioni arrivate dal Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti sulla pericolosità del detenuto e sull’alta possibilità che evadesse dall’appartamento di Basiglio sono state condivise, passo dopo passo, con la divisione Interpol del Viminale.
Il punto che sta più a cuore al Guardasigilli è quello relativo al potere che ha di chiedere una misura coercitiva superiore ai domiciliari per i soggetti sottoposti a estradizione. Secondo i magistrati di Milano, ne ha facoltà, ma ha deciso di non fare niente.
“Non è così”, replica Nordio. “Il principio fondamentale è che il ministro della Giustizia non ha alcuna competenza, e men che mai oneri di controllo, sulla esecuzione di un provvedimento adottato da una Corte. Ho rispettato i dettami dell’articolo 716 del codice di procedura penale con la nota del 20 ottobre con la quale ho comunicato alla Corte d’Appello, al ministero dell’Interno divisione Interpol e al Maeci (Farnesina, ndr) la mia volontà di richiedere il mantenimento della misura cautelare in carcere di Uss”.
Il convitato di pietra della sua narrazione è, di nuovo, il Viminale. E il suo titolare Matteo Piantedosi. Che al Copasir, alcuni giorni fa, ha riferito con una lettera che nessuno lo aveva allertato del pericolo di evasione di Uss. Interpellate da Repubblica, fonti ministeriali ribadiscono che “per quanto riguarda la competenza del Viminale, nessun alert è arrivato alle articolazioni centrali, né a quelle periferiche”, dunque a prefettura e questura di Milano.
Insomma, le note sono state ricevute dalla divisione Interpol, ma lì si sono fermate. E questo perché — è la tesi — è normale che rimangano a livello della divisione cooperazione-Interpol in quanto attinenti solo al procedimento di estradizione. Resta il fatto che Artem Uss non era sorvegliato. E quando ha saputo che sarebbe stato consegnato agli Usa, è scappato.
(da La Repubblica)
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