IL TREMEBONDO DI MAIO CAMBIA IL NOME AGLI STRANIERI E LI FA DIVENTARE “LUNGO SOGGIORNANTI”
IL SERVO DI SALVINI HA TIMORE CHE IL BULLO LO BACCHETTI E ALLORA PER GIUSTIFICARE IL RISPETTO DELLA LEGGE IL REDDITO DI CITTADINANZA VA AI LUNGO SOGGIORNANTI, OVVERO AGLI STRANIERI
“La nostra norma sul reddito di cittadinanza è rivolta agli italiani. Alzeremo il tetto di permanenza dei lungo soggiornanti. Quindi, i 5 anni che leggete nella bozza sono da modificare, il tetto sarà più alto”.
Con queste parole pronunciate ad Alleghe in provincia di Belluno il vicepremier e bisministro Luigi Di Maio arriva finalmente ad ammettere anche pubblicamente che il reddito di cittadinanza andrà anche agli stranieri.
Al contrario di quanto ha sostenuto il bisministro per qualche mese, è quindi impossibile escludere gli stranieri residenti dal reddito di cittadinanza come avevano scritto i giornali.
E al contrario di quello che ha sostenuto il vicepremier fino all’altroieri, è vero che nella bozza di decreto legge che circola in questi giorni si prevede che potranno beneficiare gli stranieri che si trovano da almeno cinque anni in Italia.
Nelle frasi del ministro invece ci sono ancora un paio di cose da sottolineare.
La prima è la sostituzione della parola “stranieri” con la locuzione appena inventata “lungo soggiornanti”, che serve a non dire la parola “stranieri” e quindi a non ammettere di aver detto fregnacce per tre mesi.
Certo, sarà un problema se l’ordine di scuderia diventerà di sostituirla ovunque: “Via i lungo soggiornanti dall’Italia!” è uno slogan un po’ complicato da tenere a mente.
La seconda è che si parla di portare il tetto da cinque a dieci anni ma il limite non sembra logico perchè 10 anni è il tempo necessario a uno straniero residente in Italia prima di poter chiedere la cittadinanza italiana.
Quindi porre il limite a dieci anni potrebbe costituire un modo per aggirare la legge. D’altro canto per il bonus bebè, dal quale erano in un primo momento esclusi gli stranieri, andò esattamente così: la norma venne portata davanti al giudice che stabilì l’estensione.
E si sa, la storia torna sempre.
A volte in forma di tragedia, a volte in forma di farsa.
(da “NextQuotidiano“)
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