IL VOTO È SEGRETO (O FORSE NO)
DOPO IL PIZZINO DI LOTTI AL “FOGLIO”, LA PAURA CHE RENZI VOGLIA LA PROVA DELLO “SCATTO FEDELTà€”
Premiata ditta Denis & Luca. Il maestro e l’allievo.
Verdini e Lotti, il cuore nero del Nazareno.
Dopo l’inquietante e gigantesco pizzino (una pagina intera) che il biondo fedelissimo di Matteo Renzi avrebbe rigirato via mail alla redazione amica del Foglio sui parlamentari del Pd fedeli o meno al patto renzusconiano, in vista degli scrutini per il Quirinale, adesso la paura dei ribelli antinazareni si concentra sulla futura evoluzione dei metodi del premier.
Ossia, il controllo del voto nel catafalco che sarà montato a Montecitorio il 29 gennaio, quando nell’urna s’inizierà a scegliere il successore di Giorgio Napolitano.
Per il Capo dello Stato, il voto deve essere segreto ma i grandi elettori possono entrare nella cabina mobile con telefonino o smartphone per fotografare eventualmente la loro scheda.
È già accaduto nel 2013. Chiamato in causa per i 101 franchi tiratori che affossarono Romano Prodi, il democristiano Beppe Fioroni mostrò ai giornalisti la sua scheda immortalata con il cellulare: “Ecco qua, non posso essere sospettato, ho votato Prodi”.
La minaccia del premier e l’allarme della minoranza
I timori della minoranza del Pd vengono fuori da una conversazione tra due senatori di area bersaniana, nei giorni scorsi a Palazzo Madama.
Uno noto, l’altro di meno. Dice il secondo al primo: “Vedrai che imporranno il controllo del voto. Ci chiederanno di fotografare la scheda nel catafalco per essere sicuri”.
Il dialogo incrocia il pizzino lottiano in una dinamica micidiale, dal sapore verdiniano. Come spiega un deputato antirenziano del Pd: “Il premier scatenerà l’Armageddon minacciando le elezioni anticipate con il Consultellum se non votiamo il presidente del Nazareno. E a chi verrà comprato tra di noi, con la promessa di una ricandidatura, sarà chiesta la prova della fedeltà ”. Cioè la foto della scheda.
Luca, il Verdini 2.0 e il metodo Razzi
Ecco perchè sui divanetti del Transatlantico, Luca Lotti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, è stato soprannominato “Verdini 2.0”.
I metodi di “Denis” in politica sono senza scrupoli. Lo testimoniano processi e inchieste. Deputati o senatori acquisiti per compensare scissioni interne oppure per far cadere governi nemici.
I metodi sono questi, da Sergio De Gregorio ad Antonio Razzi, e giova ricordare che Verdini e Lotti sono amici.
Si scambiano mail, si telefonano quotidianamente. E adesso sono uniti nella madre di tutte le battaglie.
L’elezione di un capo dello Stato garante del Nazareno, non della Costituzione.
Così la lotta politica diviene ancora una volta la caccia all’incerto, all’opportunista o al pauroso da convincere con la fatidica frase evocata dal pizzino fogliante: “Ti farò un’offerta che non puoi rifiutare”.
Tutto questo potrebbe portare al controllo del voto con il selfie nel catafalco di Montecitorio.
Romanzo criminale o romanzo Quirinale?
Le regole per i cittadini non valgono a Montecitorio.
Recita la legge: “Nelle consultazioni elettorali o referendarie è vietato introdurre all’interno delle cabine elettorali telefoni cellulari o altre apparecchiature in grado di fotografare o registrare immagini”.
Perchè i mille e passa grandi elettori del presidente della Repubblica devono votare in modo differente dagli altri italiani?
Dice Pippo Civati: “Sarebbe bello votare come tutti i cittadini. Lo trovo giusto”. Il Fatto ha rigirato allo staff di Laura Boldrini, presidente della Camera, i timori che sinora serpeggiano sotterraneamente in una parte del Pd. Questa la risposta: “Per il momento nessuno ancora ha sollevato la questione. Qualora dovesse accadere, per la segretezza del voto è sufficiente il catafalco”.
Tradotto, vuol dire: telefonino libero nella cabina volante. La promessa di un seggio e i posti disponibili Ma a quanti parlamentari della minoranza del Pd, il clan renziano può promettere la ricandidatura con un seggio certo in cambio del voto quirinalizio? Oggi i deputati e senatori democratici sono 415.
Con la riforma del monocameralismo e l’Italicum in vigore dal 2016 ci saranno solamente 340 seggi alla Camera da assegnare (cento con i capilista nominati e 240 con le preferenze).
Sempre che il Pd vinca le elezioni.
Il rischio è che nei prossimi giorni vengano promessi posti immaginari.
Il Nazareno scriverà una delle sue pagine più oscure. E per assicurare il successo alla segretezza del patto indicibile sarà forse necessario il controllo del voto segreto.
È la Terza Repubblica dei costituenti renzusconiani con i metodi della ditta Lotti & Verdini. La campagna acquisti sta per iniziare.
Fabrizio d’Esposito
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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